72. Mostra del cinema di Venezia. ‘In Jackson Heights’, lezione di convivenza
Gli Stati Uniti sono un paese di immigrati, che a Jackson Heights – nel Queens a New York – parlano 167 lingue diverse e convivono.
Jackson Heights è una comunità etnicamente e culturalmente eterogenea, sudamericani, asiatici, messicani. Alcuni sono diventati cittadini americani, altri ancora non lo sono ma, nonostante le differenze razziali, religiose, culturali e linguistiche, convivono.
Frederick Wiseman, nelle sue oltre 3 ore di documentario, ci fa vivere la quotidianità di queste persone. Le gioie, i dolori, i problemi degli immigrati, persone lontane dalle loro case e spesso dalla loro famiglia, una immersione nella realtà multietnica di molte città occidentali.
Problemi di integrazione, assimilazione, accettazione che insieme si possono affrontare.
Le difficoltà di adattamento, i drammi dietro ogni partenza e la speculazione edilizia che a Jackson Heights avanza, rende costose le abitazioni, i negozi e il piccolo commercio della comunità, in modo da costringerla ad abbandonare il quartiere. Il regista non interviene, osserva, cattura, seleziona e ci pone dentro la comunità e la sua realtà.
Una lezione sull’immigrazione e la convivenza.
La scena più cool è quella girata in un negozio dove estetiste orientali con un filo incrociato tolgono i peli superflui alle clienti.