IMAGINE. Nuove immagini nell’arte italiana 1960-1969
Nella prestigiosa sede della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia una mostra, Imagine, sulla nascita della nuova immagine attraverso l’arte degli anni Sessanta, fino al 19 settembre 2016.
Tornare in quella che fu la residenza di Peggy Guggenheim, affacciata sul Canal Grande, è ogni volta un incantesimo visivo e culturale che crea ‘dipendenza’ da bellezza. In questa stagione il piacere è arricchito da un percorso storico artistico – la mostra Imagine – che ha contribuito al formarsi di una nuova immagine mentale attraverso un nuovo vocabolario di segni. In un breve arco temporale di nove anni è stato ricreato un mondo figurativo.
Ogni sala è emblematica di un certo tipo di ricerca artistica portata avanti dai protagonisti: le immagini lenticolari di Domenico Gnoli (Due dormienti, 1966 e Letto bianco, 1968), la contaminazione con il cinema di Mimmo Rotella (Posso?, 1963-65) o gli oggetti di Michelangelo Pistoletto (Mappamondo, 1966-68).
Nella storia delle immagini si afferma una nuova mitologia iconica da cui l’arte attinge usando fotografie, riviste, cinema e televisione. Nella sua Grande Odalisca (1964) Tano Festa estrapola dal suo contesto la celebre protagonista femminile del dipinto di Ingres e la trasforma in reperto artistico, portando avanti un processo di straniamento. Anche Giosetta Fioroni, nel suo Particolare della Nascita di Venere, estrapola, riproduce e reitera un frammento della Nascita di Venere del Botticelli.
In questo periodo fecondo il presente e la cronaca contaminano l’arte ma con continui riferimenti, come nelle opere appena citate, ad un passato culturale e artistico. Il Piper, noto locale notturno romano simbolo di una generazione, diventa soggetto artistico nell’opera di Mario Ceroli: Studio per Piper (1965).
Mario Schifano sposta l’attenzione dall’accelerazione della meccanizzazione di stampo futurista all’uomo, che torna a essere protagonista nelle sue tele, considerate uno schermo su cui proiettare la realtà. Nell’evocazione della sua esperienza newyorkese (tra il dicembre 1963 e l’estate 1964) nell’opera L’inverno attraverso il museo (1965) il paesaggio diventa rappresentazione di un interno e la natura è evocata attraverso frammenti.
A New York Schifano aveva il suo studio in un palazzo di quattro piani, una ex scuola di danza di Broadway, dove abitavano Jasper Johns e il poeta Frank O’Hara, a pochi isolati dalla Factory di Andy Warhol. Nel cuore pulsante della cultura beat Schifano diventa amico di O’Hara con cui perlustra la città e realizza una cartella di diciotto disegni. Il percorso di Schifano è diverso e parallelo a quello della Pop Art statunitense fondata solo sul momento presente.
Mimmo Rotellasi confronta con la nuova estetica di massa e fagocita le immagini del mondo contemporaneo per inserirle nelle sue opere, come in Yalta (1963). Giulio Paolini indaga la relazione tra fotografia e immagine: “Ogni mia opera per estensione… una fotografia implica un’ottica fotografica anche quando non lo è materialmente.” Pino Pascali riproduce armi giocattolo per parlare di violenza e anche i suoi animali ripropongono una gioco serioso. Un mondo scenico, televisivo e giocoso alimenta la creatività dell’arte italiana degli anni Sessanta.
L’esposizione ha riscosso, ad oggi, un lusinghiero successo di critica e pubblico con una media giornaliera di 1.500 visitatori.
IMAGINE. Nuove immagini nell’arte italiana 1960 – 1969
Sede: Collezione Peggy Guggenheim – Venezia
Biglietto: intero 15 €; ridotto 13 €; studenti 9 €. Incluso l’ingresso alla Collezione permanente. Tutti i giorni visite guidate gratuite organizzate dal museo alle ore 15.30.
Orario: 10 – 18 chiuso il martedì
Informazioni: info@guggenheim-venice.it
Sito: www.guggenheim-venice.it/peggyg.mobi
Telefono: 041 2405440/419
Come arrivare: Linea 1/2 fermata Accademia