Thailandia, Phi Phi Islands un ecosistema fragile
Tra Phuket e Ko Lanta, nel mare delle Andamane, si trova un arcipelago di sei isole: Phi Phi Islands (si pronuncia ‘Pi Pi’), provincia di Krabi, parco marino nazionale.
Dopo tredici ore di volo fino a Phuket, mezz’ora di taxi fino a Rassada Pier (da dove partono i battelli per molte isole del mare delle Andamane), quasi due ore di traghetto per arrivare a Koh Phi Phi Don e mezz’ora di long tail (la barca allungata thailandese con la punta all’insù come le scarpe alla turca) siamo arrivati alla destinazione ‘paradiso promesso’: Phi Phi Relax Beach Resort.
Koh Phi Phi Don (la più grande delle due isole aperte al turismo, l’altra è Koh Phi Phi Leh) è il risultato di due isole unite da una striscia di terra che forma due baie di candida sabbia (Ao Ton Sai e Ao Lo Dalam). Nel 2004, quando fu completamente coperta dallo tsunami, e ne vidi le devastanti immagini, oltre al dolore per i suoi abitanti e la loro economia messa in ginocchio, provai la sensazione che mi avessero rubato un sogno. Pensai che non avrei mai più visto queste isole dalle scogliere di roccia calcarea, dalle acque turchesi e dalle foreste impenetrabili.
Dopo lo tsunami il Governo thailandese, interessato alla ricostruzione, ha cercato di evitare abusi edilizi che mettessero in crisi il fragile ecosistema dell’isola, che si trova all’interno di un parco marino nazionale. Tuttavia le esigenze di ripresa economica e turistica hanno spinto i proprietari a ricostruire in breve tempo le infrastrutture distrutte.
L’ultimo tratto di mare verso queste isole è un’emozione forte. All’orizzonte appaiono le sagome di giganteschi draghi verdi, sono gli isolotti calcarei che sembrano essere stati espulsi dal mare. Si approda al molo di Ao Ton Sai, dove c’è il villaggio principale dell’isola, per prendere un’altra imbarcazione e raggiungere il resort. Nel villaggio di Ao Ton Sai si trovano negozi, bar, ristoranti, alberghi e ogni genere di divertimento. Se si cerca una vacanza tutta relax, mare, immersione nella natura, e non si sente l’esigenza di una vacanza festaiola con vita notturna ad alto volume, è bene cercare una sistemazione lontano dal villaggio, magari in un albergo raggiungibile solo in barca.
All’arrivo, al Phi Phi Relax Beach Resort, senza molo naturalmente, si scende dalla barca direttamente nel mare per approdare, felice naufrago come Robinson Crusoe dai pantaloni inzuppati, nel resort più remoto di Kho Phi Phi Don. Niente corrente elettrica, solo dalle 18 all’alba, niente acqua calda, ma qui è caldo pure il mare, e soprattutto niente animazione, amenità e divertimenti organizzati. Solo la possibilità di organizzare escursioni in barca e immersioni.
Spiaggia tranquilla con pochi stranieri educati e una sola coppia di italiani. Qui si arriva per scelta, non per caso. Puoi tranquillamente addormentarti in spiaggia alla musica del mare. Nel bungalow, tutto in fibre naturali, la musica delle onde ti culla, il vento ti accarezza la pelle e la luna vanesia si specchia nel mare. In pochi minuti ti sei dimenticato dell’esistenza delle macchine, che qui non arrivano, solo rare barche a motore in lontananza.
Non volendo perdere i benefici dell’atmosfera rilassante, decidiamo di noleggiare in esclusiva una barca per andare alla scoperta delle altre isole e baie. Non solo per avere i nostri tempi di sosta sulle spiagge più belle ma soprattutto per arrivare prima possibile a Maya Bay. Sull’isola di Koh Phi Phi Leh (disabitata) è l’autentica protagonista del film The Beach con Leonardo Di Caprio.
Vista dal mare Phi Phi Leh si presenta con alte pareti verticali di roccia calcarea che si inabissano nel blu. Maya Bay non la vedi subito è incastonata tra le pareti verdi. Si apre come dietro un sipario, un autentico anfiteatro naturale. È una insenatura quasi chiusa, dalla spiaggia il mare aperto si vede appena. Un perfetto nascondiglio per pirati. Molte barche a motore arrivano fin sulla spiaggia. Non puoi non provare apprensione per questo luogo incantato deturpato dai troppi motori delle barche. Questa isola è raggiungibile con tour organizzati anche da Phuket e da Krabi.
Si potrebbe limitare l’accesso all’inizio delle baie, si potrebbero autorizzare le sole barche a remi, kayak o a energia solare per arrivare a riva. Anche l’interno dell’isola, con la sua natura rigogliosa, è uno spettacolo. Quello che nemmeno lo tsunami ci ha tolto noi abbiamo il dovere di preservarlo perchè altri ne possano godere. A Maya Bay è possibile dormire una notte con la propria tenda o sacco a pelo. Loh Samah Bay, con le sue infinite sfumature di verde le sue pittoresche spiagge di sabbia bianca è meno affollata. Diventa piacevole, a giusta distanza dalle barche, fare snorkeling e vedere i pesci pagliaccio che si nascondono tra gli anemoni.
Sempre nei paraggi c’è la Viking Cave, dove si trova un muro dipinto 400 anni fa. Anche lì davanti il mare è talmente limpido che i colori dell’acqua sembrano fosforescenti.
Il vario menù thailandese del ristorante del resort istiga la nostra curiosità e la voglia di sperimentare i piatti locali. Sono prevalentemente a base di verdure, pesce e pollo. Il cibo thailandese non ti fa rimpiangere quello nostrano. Ma ciò che rende unico il ristorante è il poter mangiare sulla spiaggia con il mare davanti. Se proprio tutto questo relax non basta provate un massaggio agli oli aromatici. Costa un quinto rispetto ai prezzi italiani e sarà un plus ulteriore. I costi contenuti rendono la Thailandia una meta turistica davvero competitiva.
FOTO DI MARCO DE FELICIS
INFORMAZIONI PHI PHI ISLANDS
Dove soggiornare:
Phi Phi Relax Beach Resort: https://phiphirelaxresort.com/
Consigliati i bungalow: n. 65, 66 e 67. Fronte mare, panorama mozzafiato e servizi vicini
Email: phiphirelaxbooking@yahoo.com
Trasporti:
Rassada Pier orari partenze da e per Phuket: https://www.rassadapier.com/