Ai Weiwei libero, l’arte in nome dei diritti umani

Fino al 22 gennaio 2017 Palazzo Strozzi (Firenze) ospita la più grande retrospettiva italiana dedicata all’artista dissidente Ai Weiwei (performer, artista concettuale, fotografo, pittore, regista, designer, cantante e blogger) famoso per il suo attivismo politico e le sue opere provocatorie.

Ai Weiwei (Pechino 1957), figlio di intellettuali deportati, ha plasmato, con le sue installazioni monumentali, due facciate, il cortile, il piano nobile di Palazzo Strozzi e con video, fotografie e sculture la Strozzina. Le due facciate del palazzo rinascimentale sono state ricoperte con ventidue gommoni di salvataggio arancioni – Reframe (Nuova cornice) – che sembrano sostituire il primo ordine di finestre. L’osservazione è costretta, in tal modo, a soffermarsi sul problema dei profughi che tentano di approdare sulle nostre coste. Le inconsistenti imbarcazioni innestate sull’artistica facciata ricordano il pericolo di vita affrontato costantemente dai rifugiati in mare e allo stesso tempo il loro tentativo di innestare la propria esistenza in un altro luogo, in una cultura ‘altra’ come quella europea.

Ai Weiwei, Refraction (Rifrazione), cucine solari, bollitori, acciaio

Nel cortile l’artista ha collocato Refraction (Rifrazione), una gigantesca opera in metallo fatta di cucine solari assemblate dal peso di oltre cinque tonnellate. Una ala, sinonimo di libertà, ma che è immobilizzata dal peso.

Ai Weiwei: Stacked (Impilate), 2012. Biciclette, acciaio, gomma cm 571 x 1214,7 x 733,9.

L’installazione site-specific per Palazzo Strozzi, Stacked (Impilate), è un impilaggio di novecentocinquanta biciclette, icona del mezzo di trasporto più usato in Cina. Presentata nel 2003, con il titolo Forever (marca di biciclette popolare in Cina a partire dagli anni Quaranta), è stata declinata in altri diversi allestimenti. L’opera rimanda al ready-made con la Ruota di bicicletta di Duchamp (1913). La sua composizione costituisce, quale elemento architettonico, il portale d’ingresso alla mostra.

Ai Weiwei: Grapes (Grappolo), 2013. 34 sgabelli della dinastia Qing (1644- 1911), cm 170 x 208 x 184.

Dopo il suo soggiorno negli Stati Uniti Ai Weiwei  ritorna in Cina nel 1993 e inizia a collezionare mobili e parti di templi delle dinastie Ming (1368-1644) e Qing (1644-1911) abbattuti per essere sostituiti da costruzioni moderne. Nei suoi lavori in legno Ai Weiwei recupera il modus operandi, la tecnica, dei lavori in legno tradizionali che non prevedeva l’uso di chiodi, viti o colla ma solo incastri. Nel suo Grapes (Grappolo) unisce trentaquattro sgabelli, reiterando un modulo come nella produzione seriale industriale, che pone in sospensione. Anche l’allestimento è parte integrante della mostra: la sala rinascimentale è rivestita con carta da parati con sontuosi decori dorati che in realtà riproducono le videocamere di sorveglianza.

Ai Weiwei: Snake Bag (Borsa serpente), 2008, 360 zaini, cm 40 x 70 x 1700 and Rebar and Case (Tondino e cassa), 2014. Legno huali, marmo e gommapiuma

Il 12 maggio 2008, alle 14,28,  un terremoto di magnitudo 8.0 gradi sulla scala Richter scuote il Sichuan provocando circa settantamila vittime. Migliaia di studenti muoiono nel crollo delle scuole, collassate a causa dei materiali scadenti e di una cattiva progettazione. Ai Weiwei decide di avviare un’inchiesta sul posto e, a seguito delle risultanze, denuncia le responsabilità del governo cinese e i tentativi di insabbiamento.
La tragedia è stigmatizzata in alcune sue opere come Snake Bag (Borsa serpente), formato da 360 zaini scolastici cuciti per formare un lungo serpente, che si snoda sulla parete in ricordo degli zaini e altri oggetti rinvenuti dall’artista tra le macerie e appartenuti ai giovani. Rebar and Case (Tondino e cassa) sono contenitori in pregiato legno huali che rievocano le bare.

Ai Weiwei, Dante Alighieri in LEGO, 2016. Mattoncini LEGO, cm 152 x 114 x 1,7. Si ringraziano gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze

Una sala è dedicata da Ai Weiwei al Rinascimento italiano: i poliedri Divina Proportio (Divina proporzione) e Untitled – Wooden Ball (Senza titolo – Palla di legno) evocano i disegni di Leonardo da Vinci per illustrare il trattato De divina proportione di Luca Pacioli (1497). Sulle pareti i ritratti in LEGO proseguono la serie dedicata ai dissidenti politici. Per Palazzo Strozzi Ai Weiwei ha scelto di rappresentare quattro personaggi della storia di Firenze che hanno subito privazioni della libertà: Dante, l’esiliato; Filippo Strozzi, bandito per venti anni (come il padre di Ai Weiwei) dai Medici e che al ritorno in patria costruì il Palazzo in cui ha sede la mostra; Girolamo Savonarola, condannato al rogo come eretico per l’opposizione al regime mediceo e alla Chiesa di papa Borgia e Galileo, incarcerato, condannato dal Sant’Ufficio e poi costretto ad abiurare le proprie idee. Volti che, realizzati in mattoncini LEGO diventano immagini ludiche o icone pop.

Ai Weiwei, Dante Alighieri in LEGO, 2016. Mattoncini LEGO, particolare. Si ringraziano gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze

Ai Weiwei coniuga tradizione, storia e contemporaneità. Recupera e manipola oggetti antichi restituendogli un significato attuale. Il suo rapporto conflittuale con il proprio paese, oscilla tra legame e ribellione ed è evidente in molte opere.
Dropping a Han Dynasty Urn (Distruzione di un’urna della dinastia Han) è una provocatoria e controversa performance del 1995, durante la quale ha distrutto un’antica urna funeraria della dinastia Han di oltre duemila anni. La performance è stata immortalata in in tre scatti fotografici riproposti in mostra in una versione in LEGO, medium che ultimamente Ai Weiwei utilizza spesso. L’artista compie scientemente un atto di barbarie culturale che risulta accostabile alla distruzione dell’eredità storica cinese portata avanti dal governo con la Rivoluzione culturale. Nella serie Han Dynasty Vases with Auto Paint (Vasi della dinastia Han con vernice per carrozzeria) l’artista immerge, in modo sacrilego, antichissimi vasi neolitici in latte di vernici per carrozzeria distruggendone il valore storico-artistico ma attribuendo loro un nuovo significato che trattiene la memoria della loro identità però trasformata.

Ai Weiwei: Dropping a Han Dynasty Urn (Distruzione di un’urna della dinastia Han), 2016. Mattoncini LEGO and Han Dynasty Vases with Auto Paint (Vasi della dinastia Han con vernice per carrozzeria), 2014. Vasi della dinastia Han (206 a.C. 220 d.C.) e vernice per carrozzeria

Una delle sale più affascinanti della mostra è quella dedicata alle figure mitologiche della cultura cinese. Creature celesti, come aquiloni, di seta e bambù ispirate a Shanhaijing (Il classico dei monti e dei mari), testo di oltre duemila anni di geografia fantastica che Ai Weiwei non ha potuto leggere quando era bambino perché poi divenne un libro vietato. Feiyu è un pesce volante, Huantouguo l’uomo-uccello. Della serie Zodiac Heads (Teste dello Zodiaco), dodici teste in bronzo di animali dell’astrologia cinese, l’artista ha voluto esporre Monkey (Scimmia) poiché il 2016 è l’anno della scimmia, che rappresenta l’instabilità.

Ai Weiwei: Feiyu, 2015. Bambù e seta, cm 60 x 320 x 200.

Nel 2008 ad Ai Weiwei fu chiesto, dalle autorità di Shanghai, di costruire uno studio a Malu Town. Ma per il suo attivismo politico, nell’ottobre 2010, lo stesso governo municipale dichiarò che lo studio non aveva i necessari permessi di costruzione e pertanto doveva essere demolito. L’artista invitò molte persone a una festa il 7 novembre 2010 per celebrare il completamento del suo studio e la sua demolizione. Per evitare che partecipasse alla festa viene messo agli arresti domiciliari a Pechino. Gli ottocento invitati mangiarono granchi di fiume (he xie in cinese) il cui suono è simile alla parola ‘armonia’ (slogan governativo) ma che, nel tempo, ha assunto il significato di “censura”. In mostra millecinquecento granchi in porcellana in memoria dell’11 gennaio 2011 data in cui lo studio venne raso al suolo. L’artista riuscì a recuperare parti dell’edificio con cui realizzò Souvenir from Shanghai (Souvenir da Shanghai), macerie di mattoni che incorniciano il telaio di un  letto della dinastia Qing.

Ai Weiwei: He Xie, 2011. Porcellana. Dimensioni variabili.

L’artista ha usato la porcellana per realizzare alcune sue opere dai temi attuali come le grucce e le manette che ricordano la sua prigionia (durata 81 giorni, fu arrestato dalla il 3 aprile 2011 e detenuto in un luogo segreto). L’artista ottenne dalle guardie sei grucce di plastica per appendeva la biancheria che lavava ogni giorno. Gli oggetti, simbolo della sua detenzione sono stati realizzati in materiali pregiati (le grucce in cristallo e legno huali, le manette in giada). Ad oggetti d’uso quotidiano ha attribuito una dignità artistica nella loro riproduzione in materiali pregiati e un diverso significato che li ha trasformati in simboli di oppressione.

Ai Weiwei: Blossom (Fioritura), 2015. Porcellana, cm 8 x 80 x 80 ciascuna, cm 8 x 2400 x 320 installazione.

Con i suoi elegantissimi fiori in porcellana bianca Blossom (Fioritura) l’artista realizza un tappeto che rievoca la  campagna dei “Cento fiori”, con cui il governo nel 1956, per un breve periodo, aveva manifestato un’apertura nei confronti della libertà di espressione. Per la realizzazione dell’opera è stato necessario l’intervento di numerose maestranze.
A ventiquattro anni (1981), con trenta dollari in tasca, Ai Weiwei si trasferisce negli Stati Uniti per studiare inglese a Philadelphia e poi a New York, dove entra alla Parsons New School for Design (Greenwich Village). Insofferente verso le istituzioni l’abbandona. Frequenta musei e gallerie e risente dell’influenza di Marcel Duchamp (i suoi ready-made), Andy Warhol e Jasper John. Diventa amico di Allen Ginsberg (poeta della beat generation e che aveva conosciuto suo padre). In quel periodo scatta migliaia di fotografie in bianco e nero, quasi un diario della sua vita bohémien. Il suo appartamento diventa un punto di incontro per molti artisti cinesi dissidenti. Riesce a mantenersi con il gioco d’azzardo (Black jack). Nel 1993 alla notizia di una grave malattia del padre ritorna in Cina.
La mostra continua nei locali della Strozzina dove sono esposte altre opere, foto e video.

Scala che conduce alla Strozzina

Nel 2005 Ai Weiwei inizia a tenere un blog. 258 Fake riunisce su 12 monitor 7677 fotografie (2003 – 2011) che documentano la vita quotidiana e produzione artistica. Il titolo fa riferimento allo studio di Pechino dell’artista, FAKE Design, al numero 258 di Caochangdi. La video-installazione riunisce immagini pubblicate sul suo blog.
Il 12 agosto 2009, Ai Weiwei, venuto da Pechino a deporre in favore di Tan Zuoren (processato per l’inchiesta sulla morte di migliaia di scolari nel terremoto del Sichuan) viene trattenuto dalla polizia nel suo albergo, interrogato e picchiato. Gli viene impedito così di testimoniare. L’artista realizza un documentario Lao Ma Ti Hua (Disturbare la pace). A settembre, a Monaco di Baviera per la mostra So Sorry, viene operato d’urgenza per emorragia celebrale causata con ogni probabilità dalle botte della polizia a Chengdu.
Photographs of Surveillance (Fotografie di sorveglianza) riunisce una serie di fotografie pubblicate sul numero 43
della rivista FOAM “Freedom of Expression under Surveillance”, scattate negli anni dall’artista per documentare la propria vita. Le immagini mostrano la stretta vigilanza a cui Ai Weiwei è stato sottoposto dalle autorità cinesi, Al controllo dei cittadini da parte della politica allude Taxi Window Cranck, una maniglia di finestrino dei taxi di Pechino, analoga a quelle rimosse per  impedire ai manifestanti di lanciare volantini dalle auto.
Mask (Maschera), altra opera ispirata ai problemi della Cina di oggi, è una maschera antigas appoggiata su una lastra tombale, scolpite in un unico blocco di marmo, per sottolineare il fortissimo inquinamento prodotto dalla rapida
industrializzazione cinese.
Tyre (Pneumatico) è invece parte della più recente ricerca di Ai Weiwei e richiama i salvagente – anche di fortuna – abbandonati sulle spiagge di Lesbo.
Nessuno più di un artista può essere convinto dell’importanza della libertà di espressione ma Ai Weiwei, assertore dell’importanza dei nuovi media anche nell’arte, lotta con le sue opere e internet non solo per la libertà ma anche per i diritti umani. Nel maggio 2009 pubblica l’elenco dei nomi di bambini morti nel sisma, ma il blog è oscurato dal governo cinese. Su Twitter nei quattro anni successivi pubblica oltre centomila tweet, raggiungendo centinaia di migliaia di follower. Dal 2009 è anche molto attivo su Instagram). Ha affermato infatti: «Penso che l’arte non avrà nessun tipo di futuro se non riuscirà ad adattarsi alla tecnologia e alla vita di oggi». Dal 22 luglio 2015 all’artista sono stati revocati gli arresti domiciliari ed è stato restituito il passaporto. A Berlino ha fondato un enorme studio sotterraneo, nel Mitte, in una ex fabbrica di birra.

Orari: tutti i giorni 10.00-20.00, Giovedì 10.00-23.00. Dalle ore 9.00 solo su prenotazione. Accesso in mostra consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura
Informazioni in mostra T. +39 055 2645155 www.palazzostrozzi.org
Biglietti intero € 12,00; ridotto € 9,50; € 4,00 Scuole
Prenotazioni e attività didattiche Sigma CSC T. +39 055 2469600 F. +39 055 244145
email: prenotazioni@palazzostrozzi.org