Wine&Siena, i capolavori del gusto hanno invaso la città
Calato il sipario sulla prima edizione di Wine&Siena, evento dedicato alla promozione dei vini e prodotti di qualità del territorio, ospitata nei palazzi storici della città: Rocca Salimbeni (XIV secolo in stile gotico), sede storica di Banca Monte dei Paschi di Siena, e il Grand Hotel Continental. Sotto il video della manifestazione.
Due giorni e mezzo dedicati all’eccellenza enogastronomica con 150 produttori presenti, di cui un centinaio della sola Toscana (oltre 40 di Montalcino e 30 di Chianti Classico), e 45 artigiani del gusto, dalla Calabria al Nord Italia (non solo terroir toscano) che hanno proposto in degustazione i loro prodotti nell’area dedicata al Food nella piazza antistante Rocca Salimbeni (il Cortile della Dogana).
Tra i vini degustati (impossibile testare oltre 550 etichette) abbiamo apprezzato il Bussia Barolo DOCG 2012 (100% nebbiolo) di Parusso Armando, il Ser Gioveto IGT 2011 (80% sangiovese, 20% cabernet sauvignon e merlot) di Rocca delle Macìe, l’Amarone della Valpolicella DOCG del 2010 (corvina, corvinone, rondinella e oseleta) di Ferragù con una superficie di 1 ettaro di vigneto e una produzione limitata di 2.500 bottiglie, il Le Serre Nuove dell’Ornellaia Rosso Bolgheri DOC del 2013 dell’Ornellaia e il Clematis passito Colline Pescaresi 2010 (100% Montepulciano) della Cantina Zaccagnini.
Un vino nuovo con un ottimo rapporto qualità/prezzo è il Dimezzo Veneto Rosso IGT 2010 (50% di cabernet sauvignon, 30% merlot e 20% cabernet franc) di Puntozero di Carolina de’ Besi, una giovane imprenditrice che soltanto dal 2008 ha iniziato a imbottigliare le proprie uve ottenendo già risultati strepitosi. Di Puntozero ci sono piaciuti i vini di grande potenzialità, l’effervescente Carolina, interessata alla gestione ecocompatibile, e le etichette dei suoi vini, raffinate, eleganti come lei che le ha progettate. Un avviso ai collezionisti: procuratevi i vini con queste etichette perché sono destinate ad essere sostituite…
Tra le iniziative più riuscite gli showcooking presso il Consorzio Agrario di Siena. In occasione del primo, con la partecipazione di Sabrina Fattorini (food-blogger), sono state proposte una zuppa, una vellutata e la ‘francesina’ (bollito con cipolle), ottime e gustose pietanze. Il pomeriggio un’offerta di degustazione di Cinta in verticale, prosciutti di 24 (Spannocchio) – 30 (di scrofa, Bruschi) – 38 mesi (Lo Spicchio) di stagionatura accompagnati da una schiacciata di farina verna (da grani antichi). Purtroppo il prosciutto di cinta con maggiore stagionatura non è più sul mercato perché l’azienda non esiste più e quindi è risultato ‘unico’ non solo perché ottimo.
La presentazione del progetto Senarum Vinea è stata l’occasione per scoprire dei vitigni antichi: Gorgottesco, Tenerone, Salamanna, Prugnolo gentile, Rossone e Mammolo il cui territorio d’elezione, da centinaia di anni, è la città di Siena. Si tratta delle vigne storiche all’interno del perimetro cittadino il cui DNA è stato analizzato evidenziando che si tratta di vitigni anti-filossera. Il progetto punta al riconoscimento e valorizzazione del patrimonio viticolo autoctono e delle forme storiche di coltivazione all’interno delle mura della città. Il progetto è partito nel 2008 dall’archeologia, grazie al Laboratorio di Etruscologia e Antichità Italiche dell’Università di Siena ed è promosso dall’Associazione Nazionale Città del Vino con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Dopo la ricerca dei grani antichi si sta affermando anche quella dei vitigni antichi, addirittura cittadini, come la vigna di Leonardo a Milano.
Nei Masterclass di Luca Gardini la selezione dei Chianti ci è sembrata migliore rispetto a quella, forse un po’ scontata dei Brunelli: Castello di Monsanto Il Poggio Chianti Classico Riserva 2011, La Sala Chianti Classico 2013, Castell’in Villa Chianti Classico2011, Castello d’Albola Chianti Classico Gran Selezione “Il Solatio” 2012 , Barone Ricasoli Gran Selezione Colledilà 2011, Mazzei Castello di Fonterutoli Chianti Classico Gran Selezione 2012 e Poggio Bonelli Chianti Classico 2012. Per i brunelli: Biondi Santi, Banfi, San Filippo, Castiglion del Bosco, Siro Pacenti, Ciacci Piccolomini d’Aragona e Casanova di Neri. Luca con la sua verve romagnola (vive a Milano), esagerato, spumeggiante e pop ma con gran naso ed esperienza (Pinchiorri e Cracco), ha vivacizzato le degustazioni trasmettendo quelle nozioni base che aiutano a riconoscere un vino e ha esaltato i vini ‘puliti’.
La manifestazione è stata progettata dalla Confcommercio Siena in sinergia con Gourmet’s International (sistema di selezione e valorizzazione di prodotti di qualità già collaudato al MeranoWine Festival) ed ha visto la collaborazione del Comune di Siena e della Camera di Commercio, con il coinvolgimento di Banca Monte dei Paschi di Siena e il Grand Hotel Continental, che hanno concesso i loro prestigiosi spazi a titolo gratuito.
L’Italia è il paese dell’arte e della cultura, anche enogastronomica, puntare su questo patrimonio serve a rilanciare l’economia, una ricchezza che a Siena è a portata di sguardo, di naso e di orecchie, per la sua pregiata offerta musicale.
Unica nota deludente la degustazione di ‘vini e carne chianina e di cinta’ di sabato sera presso lo Store Sapori&dDintorni, nonostante la bella location in piazza del Campo e l’affluenza del pubblico, che non sempre è direttamente proporzionale alla bontà della proposta.
Senza nulla togliere all’apprezzamento di una iniziativa così importante e meritevole, alla sua prima edizione, che ha coinvolto la cittadinanza – che si è riappropriata in modo gioviale dei suoi spazi pubblici (contro l’oscurantismo di tristi vicende) – mi permetto un paio di considerazioni, scaturite anche dai rumors del pubblico. La tracollina porta-bicchiere, oltre a costituire un’operazione di marketing (marchio pubblicitario per manifestazioni e degustazioni di vini), diventa indispensabile in eventi itineranti come questo, su più piani, al fine di non avere una mano perennemente occupata da un bicchiere vuoto. Costo che forse poteva rientrare in quello del biglietto giornaliero. L’ingresso giornaliero se fosse stato al di sotto dei 40 euro avrebbe forse coinvolto più persone anche se con qualche difficoltà logistica in più.
Foto e video Marco De Felicis