Bali, l’isola degli dei (seconda parte)
5. Indonesia. Bali, l’isola con 20.000 templi e una natura che ti accarezza l’anima
Il mio itinerario continua in direzione nord, dove Bali è dominata da due vulcani: Bedugul e Batur. Il Gunung Batur (1717 m) esplose nel 1926 ma, nonostante la distruzione del villaggio e la perdita di 1.500 abitanti, la lava si fermò davanti al santuario che non venne completamente distrutto. Il vulcano, dal 1963, ha continuato a eruttare e dare segni della sua vitalità ma per gli abitanti vederlo fumare è più tranquillizzante di una esplosione improvvisa. I sentieri che conducono alla sua vetta sono stati chiusi per motivi di sicurezza.
PURA ULUN DANU BATUR
Il Pura Ulun Danu Batur, nel distretto di Kintamani, é il secondo complesso templare più importante di Bali, dopo il tempio madre di Besakih. È un tempio direzionale, protegge Bali dal nord, è dedicato al dio Vishnu e alla dea locale Dewi Danu, dea del lago Batur, il più grande lago dell’isola. In realtà è un complesso di nove templi, che contiene 285 santuari e padiglioni dedicati agli dei e alle dee dell’acqua, dell’agricoltura, delle sorgenti sacre, dell’arte e dell’artigianato.
In seguito ai danni, nel 1926, del complesso originale del santuario (del XVII secolo) il tempio fu trasferito e ricostruito. I meru, tetti multilivello a strati di paglia nera realizzati con fibre di palma, sono sempre dispari, da tre a undici. Il numero dei piani indica l’importanza del dio a cui è dedicato. Nel tempio principale il meru a undici livelli, nel cortile centrale, è dedicato alla dea del lago e tre meru a nove livelli alle divinità del monti. Nell’angolo nord-ovest un santuario con statue colorate, in stile cinese, è dedicato al santo patrono del commercio.
Nel bale kulkul (padiglione del tamburo) ogni mattina vengono battuti 45 colpi in omaggio alle 45 divinità del tempio. Il kulkul, tipico tamburo a fessura balinese, ha sia una funzione civica – annunciare una convocazione, una morte o un matrimonio – che religiosa.
In questo tempio ci sono stabilmente dei sacerdoti, ventiquattro, selezionati da una vergine quando sono ancora bambini.
Se questo santuario colpisce per la sua grandezza e importanza quello di Kehen, immerso nella vegetazione, è una perfetta integrazione tra natura, sacro e bellezza architettonica. Seduce e conquista anche per il suo sapore antico.
PURA KEHEN
Il tempio Kehen (vicino a Bangli) risale al 1206. Lungo la scalinata che sale alle terrazze si ammirano diverse sculture, tra cui il Bhoma sopra una porta intagliata color rosso e oro. Bhoma, protettore del tempio dagli spiriti malvagi, è il figlio di Dewa Vishnu e Dewi Prithvi (il dio della pioggia e la dea della terra). Un giorno, Vishnu, nelle sembianze del suo avatara Varaha (cinghiale) stava scavando la terra e incontrò Prithvi, la dea della terra.
Dalla loro unione nacque un figlio terrificante di nome Bhoma. Il termine Bhoma significa qualcosa che cresce o nasce dalla terra o qualcosa legato alla terra. La testa di Bhoma, scolpita nei templi balinesi, simboleggia la foresta che circonda la base di una montagna. Bhoma è uno spirito guardiano, infatti la testa di Bhoma è scolpita sul portale del tempio e segna l’ingresso nella zona più sacra del santuario.
Pura (tempio) Kehen, deriva dal termine balinese “keren” e significa “fiamma”. In questo tempio si tenevano le cerimonie di giuramento dei funzionari reali. Quelli che si erano dimostrati infedeli venivano maledetti insieme alla loro famiglia.
Nel santuario esterno c’è un baniano di circa 400 anni. L’albero è considerato sacro dai fedeli. Una credenza comune vuole che nel caso di rottura di un ramo dell’albero ne seguirà un evento tragico, in genere la morte di una persona. La posizione del ramo spezzato indica il ceto della persona che morirà. Se un ramo viene spezzato sul lato nord-est sarà un re a morire, se è rotto sul lato nord-ovest, toccherà a un bramino morire, etc. Quando abbiamo visitato il tempio fervevano i preparativi per una cerimonia. Decine di uomini erano intenti a cuocere il cibo per la festa del pomeriggio mentre in alto sul baniano qualcuno batteva il kulkul per inviare messaggi al villaggio. Suggestioni ed emozioni difficili da dimenticare. Ill meru a undici livelli è dedicato a Shiva.
PURA BESAKIH
Il vulcano Gunung Agung (3142 m s.l.m.) domina tutta la zona est dell’isola. È il nucleo vivo, spirituale e sacro dell’isola, i balinesi credono che lì dimorano gli spiriti dei loro avi. Per questo il tempio più importante, Pura Besakih (Tempio madre), e il più affascinante, Pura Pasar Agung, dell’isola si trovano alle sue pendici.
Besakih è il tempio più grande e importante ma forse meno intimo e affascinante degli altri proprio per la sua vastità e l’affollamento di fedeli e turisti. Per raggiungerlo è comodo, almeno all’andata in salita, usare un passaggio su un motorino tra i tanti che offrono un servizio di moto taxi. Difficile evitare le decine di guide che assalgono i turisti, peraltro non sono all’altezza del loro compito offrendo spesso spiegazioni sommarie e frettolose.
Il complesso è costituito da circa venti templi distribuiti in un’area di 3 km. La visita può richiedere anche una intera giornata. Abbiamo iniziato dal Grande tempio (Pura Penataran Agung) costruito su sei livelli terrazzati ed è dedicato a Shiva il distruttore (il suo colore è il bianco). Sul lato destro: Kiduling Kreteg è dedicato a Brahma il creatore (colore rosso) e a sinistra Batu Madeg è dedicato a Vishnu il preservatore (colore nero). Pura Penataran Agung è formato da una cinquantina fra bale, troni in pietra e santuari.
In cima all’enorme scalinata un enorme candi bentar indica l’ingresso alle zone sacre. La seconda corte ospita il trono a forma di loto con le tre sedute per Brahma, Shiva e Vishnu. Vale la pena raggiungere la zona più alta dove si ammira un bel panorama e i vari meru di diversi livelli. È interessante, quando possibile, assistere a qualche cerimonia o al dono delle offerte (canang) dei fedeli, consistenti in fiori, frutti e bastoncini di incenso che vengono fatti ardere.
PURA PASANG AGUNG
Il tempio più suggestivo con il candi bentar più strabiliante è il Pura Pasang Agung, situato al centro del monte Agung a un’altitudine di circa 1.600 metri sul livello del mare. Prima era la base per iniziare il percorso di trekking per raggiungere la vetta.
Lasciata l’auto al parcheggio inizia una salita su alti gradini. Spesso durante la salita si è avvolti nella nebbia, sembra di scalare una montagna. Ma la fatica è ampiamente ripagata. Alle spalle di uno spettacolare candi bentar si spalanca la montagna.
Sembra che sia la montagna sacra ad accoglierti. Oltre le sculture e meru da ammirare l’atmosfera è magica perchè i turisti a salire fin lassù sono rari. Al massimo troverete qualche fedele e così avrete modo di respirare la spiritualità del luogo.
Oltre le affascinanti sculture la porta dorata sembra essere il varco per il paradiso. Alle sua spalle meru neri competono con le altezze degli alberi della foresta retrostante.
Arte e natura sono di una bellezza sconvolgente da essere una cosa sola ed è facile entrare in simbiosi con loro, tanto da svegliare l’anima dal letargo. Un luogo del cuore, che invita alla sosta e dove troverete dei fedeli che vorranno fotografarvi perchè sarete degli insoliti stranieri.
Dopo aver goduto dell’atmosfera magica del tempio Pasar Agung possiamo iniziare la discesa verso colline e pianure. A Bali i vulcani sembrano alternarsi alle risaie e all’improvviso il paesaggio si tinge delle infinite sfumature di verde.
UBUD
Tappa ideale, al centro di Bali, è l’affollata Ubud. Nonostante i turisti, nonostante i tanti appassionati di disciline olistiche o new age, rimane il centro artistico per eccellenza di Bali. Qui puoi fare yoga, intarsiare, danzare, fare musica, sperimentare fantastici massaggi, praticare meditazione etc. Anche qui, come a Jatiluwih, è possibile passeggiare tra le risaie (Ubud Kaja).
Altra attrattiva locale è la Foresta delle Scimmie. Nelle SPA più famose è bene prenotare con anticipo un massaggio o trattamento di bellezza. Nonostante il traffico, gli stranieri e i costi lievemente superiori rispetto ad altre località dell’isola Ubud mantiene il suo fascino e può regalare un’esperienza di soggiorno indimenticabile.
Quando è possibile scelgo per i miei soggiorni abitazioni caratteristiche, palazzi storici, case d’epoca, tradizionali. A Bali ho cercato sempre di dormire nelle fresche e amabili residenze balinesi dalle pareti di bamboo. A Ubud esiste una location incantevole, una guesthouse immersa in un giardino tropicale, centrale ma immersa nella natura e lontano dal traffico cittadino, dotata di SPA e possibilità di praticare yoga. La Honeymoon Guesthouse è un piacevole punto d’appoggio per fare escursioni in tutta Bali. Un terzo del ibro di Elizabeth Gilbert, Mangia, prega, ama (da cui è stato tratto il film con Julia Roberts), è ambientato a Ubud, dove l’autrice ha vissuto.
TAMAN GILI
A Klungkung il Taman Gili (Giardini dell’isola) è ciò che rimane del palazzo reale di Semarapura, sede della corte nel XVII secolo che qui rimase fino al dominio olandese. Il 28 aprile 1908 il re di Semarapura, non volendosi sottomettere al potere coloniale olandese, scelse per sè, la sua famiglia e 200 membri della corte il suicidio rituale. Taman Gili è un luogo magico fatto di artistici padiglioni sull’acqua immersi in un giardino ricco di sculture e ninfee. il padiglione Kerta Gosa (nell’angolo a sinistra), che significa “il luogo in cui il re incontra i suoi ministeri per discutere questioni di giustizia”, è un esempio di architettura balinese. Tre sacerdoti bramini presieduti dal giudice somministravano giudizi e punizioni.
Venne costruito all’inizio del XVIII secolo da Dewa Agung Gusti Sideman (governò fino al 1775). I dipinti diKertha Gosa sono stati rimaneggiati e sostituiti, negli anni Venti e Sessanta. Raffigurata intorno al soffitto c’è una sezione denominata Bhima Swarga (Bhima va alla dimora degli dei), dall’opera indù Mahabharata. Bhima, il secondo dei cinque fratelli Pandava, è incaricato da Kunti (sua madre) di salvare dall’inferno le anime di Pandu (suo padre) e della sua seconda madre per portarle in paradiso. I fratelli di Bhima (Arjuna, Nakula, Sahadewa e Yudhishthira) attraversano l’inferno con lui.
Durante tutto il viaggio Bhima è accompagnato dai suoi due fedeli servitori, Twalen e Mredah, che rappresentano le persone comuni di Bali. La storia del Bhima Swarga si legge in senso orario, dall’angolo nord-orientale del soffitto.
I dipinti sono su nove livelli. Nel primo (in basso) una ragazza (Tantri) narra ogni notte un racconto. Nei due livelli successivi Bhima appare nell’Inferno dove vengono messe in atto alcune terribili punizioni, come l’estrazione degli intestini dall’ano per chi ha emesso peti in pubblico. Nel quarto livello Garuda ricerca l’acqua della vita. Nelle altre tre file è raffigurato il viaggio di Bhima verso il Cielo. Nell’ottavo livello sono descritte le ricompense per i devoti.
Al centro del soffitto si trova un loto con intorno quattro colombe, che simboleggiano la fortuna, l’illuminazione e la salvezza finale. Le pitture del Kerta Gosa, spazio probabilmente dedicato ai dibattiti, sono nel tradizionale stile balinese di arte wayang (teatro delle marionette). Uno stile legato al teatro delle ombre. L’iconografia testimonia il legame indù-giavanese di Bali. I “villani” (Kasar) hanno lineamenti grossolani: grandi occhi, nasi e bocche.
I “colti” (Halus), al contrario, sono raffinati, riconoscibili dagli occhi piccoli, bocca con labbra sottili e assenza di peli sul viso, hanno mani e dita delicati. Bhima, i fratelli e Kunti sono halus. Bhima si distingue per il pollice destro terminante con un lungo chiodo ricurvo. La posizione sociale corrisponde alla dimensione gerarchica dei personaggi. Il dio Siva è più importante e quindi più grande rispetto alle altre divinità, così come Bhima predomina sugli altri esseri umani. Bhima indossa un sarong a quadretti bianchi e neri a cui, a Bali, vengono attribuite proprietà magiche protettive. La storia rappresenta la vittoria della virtù sui vizi. Kerta Gosa ha la forma di un mandala.
Nel padiglione il raja (principe indù) incontrava i giudici Brahman per discutere di leggi.
Nel Bale Kambang, il padiglione galleggiante al centro di un lago con fiori di loto, si svolgeva la cerimonia della limatura dei denti degli adolescenti (i canini e i quattro incisivi superiori) prima del matrimonio (mapandes). Il rito aveva lo scopo di rimuovere la volgarità, l’avidità, l’avarizia ed era un auspicio per una reincarnazione migliore. I dipinti sul soffitto di Bale Kambang hanno tratti più grossolani e raffigurano l’epopea del principe Sutasoma. Il ponte che conduce al padiglione è sorvegliato da sculture di guardiani.
PURA LUHUR ULUWATU
Uno dei templi del mare di Bali è il Pura Luhur Uluwatu sorge su una scogliera a 70 m a strapiombo sul mare. È uno dei templi direzionali di Bali, il guardiano della punta sud-ovest dell’isola. La sua importanza è indicata dal termine luhur che significa “nobile”, “ancestrale”. Il momento migliore per visitarlo è al tramonto, quando il sole si tuffa nel mare. Una scala decorata da frangipani conduce a un cortile, ai lati dell’entrata al tempio stanno due sculture di Ganesh, ma solo ai fedeli è permesso di entrare. Il tempio e i sentieri sono popolati da scimmie che amano sottrarre ai turisti oggetti di ogni tipo. Quindi fate attenzione a occhiali, macchine fotografiche, borse e altro.
LA CUCINA
Un articolo a parte meriterebbe la cucina balinese. Trai piatti tipici il nasi goreng (“riso fritto”) è uno dei piatti più famosi della cucina indonesiana. Il riso viene cotto prima al vapore e poi saltato in padella. Al riso è accompagnato da verdure, carni (pollo o manzo), uova, gamberetti, cipolle, condite con una salsa di soia dolce o piccante. Il tutto viene presentato esteticamente e decorato, a volte, anche con fiori freschi. Mentre il nasi campur (“riso misto”) è riso bianco servito con verdure, carni, pesce, tofu e fritture varie. Il tutto è accompagnato da diverse salse: sambal.
Sate o satay sono gli spiedini di carni marinate (pollo, capra, montone, manzo, maiale o pesce) serviti con salsa piccante. Una variante prelibata è il sate lilit in cui la carne o il pesce è mescolato con cocco, latte di cocco, verdure e spezie, per essere poi avvolto intorno a uno spiedino di bambù o lemongrass.
Il babi guling è uno dei piatti più rinomati di Bali e non facile da gustare, se non su prenotazione. Il maialino viene farcito di spezie tradizionali e viene cotto su uno spiedo alla brace. La pelle risulta croccante e la carne particolarmente appetitosa.
L’Ayam (pollo) e il Bebek (anatra) vengono farciti con spezie e avvolti in foglie di banano e nella corteccia di banani, per poi essere cotti o sotterrato nella brace per alcune ore.
Le parole chiave di Bali sono: benessere, lentezza, piacere, natura e sorrisi.
INFORMAZIONI
DOVE DORMIRE
Honeymoon Guesthouse
Jl. Bisma, Ubud, Kabupaten Gianyar, Bali 80571
Telefono +62(0)361973282
UBUD
Consigliata la Suite Hanoman Cottage, con bagno spettacolare al piano terra e camera da letto al primo piano (Prezzo 60 euro circa)
Conrad Bali
Jalan Pratama 168, Tanjung Benoa, Bali, 80363, Indonesia
Telephone: +62-361-778788
BENOA
Stanze confortevoli, belle piscine, zone relax, ottima colazione buffet salati e dolci
The Kuta Beach Heritage Hotel
Jl Pantai Kuta Br Pande Mas Kuta Badung Bali indonesia
80361 Kuta
Telephone: +623613007080
Sulla spiaggia di Kuta, affacciato sul lungomare molto trafficato. Bella, ampia e panoramica la suite all’ultimo piano. Ottima prima colazione
LIBRO CONSIGLIATO
Elizabeth Gilbert, Mangia, prega, ama (da cui è stato tratto il film).