A Firenze in mostra Carlo Portelli e la sua scandalosa Eva
A Roma le nudità delle Veneri capitoline sono state coperte in occasione della visita del Presidente iraniano, mentre a Firenze (Galleria dell’Accademia) è esposta, insieme ad altre opere di Carlo Portelli, una provocante Eva spogliata della pelliccia con cui era stata coperta da un restauro secentesco. La mostra di Carlo Portelli è stata prorogata al 30 aprile 2016. Video della mostra.
Alla Galleria dell’Accademia di Firenze è possibile ammirare, insieme ad altre opere di Carlo Portelli, la bellezza e la sensualità della sua Eva a cui è stato tolto il manto di pelliccia con cui un pudico restauratore l’aveva ricoperta. I due ottimi motivi per andare o tornare a Firenze sono l’emozionante Museo dell’Opera del Duomo e questa mostra-gioiello su Carlo Portelli pittore eccentrico fra Rosso Fiorentino e Vasari. La mostra – che riunisce circa cinquanta opere fra dipinti, disegni e documenti del pittore – ha il pregio di riportare l’attenzione su un artista che non ha goduto di fortuna critica e che per troppo tempo è stato all’ombra dei più famosi manieristi.
Portelli (di Loro Ciuffenna, morto nel 1574) spicca per originalità, arguzia e raffinatezza. Secondo il Vasari si sarebbe formato nella bottega fiorentina di Ridolfo del Ghirlandaio. Nel 1537 risultava iscritto alla Compagnia di San Luca, o dei pittori, e nel 1539, in collaborazione con il Salviati, era impegnato all’apparato per le nozze di Cosimo I con Eleonora da Toledo (spagnola e ritratta mirabilmente da Agnolo Bronzino).
La sua sfortuna critica inizia con Borghini che così stigmatizzò il suo capolavoro, l’Immacolata Concezione (del 1566, originariamente destinata alla chiesa di Ognissanti e contraria alle prescrizioni tridentine): “… ha messo innanzi una gran feminaccia ignuda, che mostra tute le parti di dietro, & ocupa più di meza la tavola…”. I frati minori Osservanti di Ossignissanti, dopo la commissione della pala con la Disputa sull’Immacolata Concezione di undici anni prima per le Clarisse di Monticelli, gli commissionarono un’opera con soggetto analogo che Portelli interpretò come ‘Maria come nuova Eva’.
L’iconografia fu elaborata, con ogni probabilità, da un colto francescano che intese rappresentare Maria immune dal peccato originale grazie all’immacolata concezione. Le due figure femminili sono raffigurate una sopra l’altra e in posizione contrapposta e movimenti contrari, Maria ammantata che schiaccia il serpente e sotto Eva nuda e seducente con espressione ammiccante. Maria è rivolta verso l’Agnus dei mentre Eva, con le gote arrossate, guarda verso il basso un Adamo dormiente. Il movimento rotatorio è amplificato da quello delle due Sibille (Persica e Libica) ai lati di Eva. In basso i due re di Israele, Salomone e David (a destra) con il manto rosso dello stesso colore di quello della Vergine. Dopo l’accusa del 1584 del Borghini il sagrestano della chiesa Francesco Martellini, nel 1671, sostituì la tela con una di uguale soggetto di Vincenzo Dandini e spostò quella di Portelli all’interno del convento facendo ricoprire il corpo di Eva con un manto di pelliccia ridipinto e rimosso con il restauro (2003) delle pale cinquecentesche che circondano il David di Michelangiolo. Eva era stata così trasformata da peccatrice a penitente. La pala, spesso trascurata all’Accademia, ora accanto ad altre opere e disegni ascrivibili al Portelli, trova la considerazione che merita per gli aspetti innovativi, oltre che trasgressivi, che pone. Le opere del Portelli sono piene di citazioni d’autore che l’artista ricompone liberamente, come per esempio le superfici smaltate e l’astratta raffinatezza del Bronzino presenti nella Sacra Famiglia con San Giovannino.
Le sue imponenti pale d’altare, presenti in mostra, dimostrano la sua capacità di orchestrare grandi composizioni e i disegni la sua raffinatezza e sensibilità. Nel suo studio preparatorio a matita rossa per la testa della fanciulla di profilo (Gabinetto Disegni e Stampe delle Gallerie degli Uffizi) per il Martirio di San Romolo si coglie, nel tratto sottile e mobile, la tensione e abilità con cui definisce con pochi tratti una figura o un’espressione.
All’ultima decade della sua produzione appartengono le opere destinate alla committenza privata, come le Sacre Famiglie, e le Allegorie della Carità (Madrid, Arezzo e Firenze).
Concluse la sua carriera con la collaborazione allo Studiolo del Principe a Palazzo Vecchio, testimoniata da un disegno con Alessandro Magno e la famiglia di Dario.
Il catalogo di Lia Brunori e Alessandro Cecchi rappresenta il primo volume monografico sull’artista.
Sede espositiva
Galleria dell’Accademia
via Ricasoli, 58, Firenze
Orario
Martedì – domenica ore 8.15 – 18.50;
la biglietteria chiude alle 18.05 – Chiuso il lunedì
Prezzo biglietto
biglietto intero € 12,50; ridotto € 6,25
Servizio visite guidate
Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.290383
e-mail firenzemusei@operalaboratori.com
www.unannoadarte.it