Adorazione dei Magi di Leonardo, restaurata, torna in mostra agli Uffizi
‘Il cosmo magico di Leonardo: l’Adorazione dei Magi restaurata’ è il titolo della mostra agli Uffizi (Galleria delle Statue e delle Pitture), fino al 24 settembre, che celebra il ritorno del capolavoro nella sua sede dopo un restauro durato cinque anni.
L’Adorazione dei Magi di Leonardo, realizzatafra il 1481 e il 1482 per i monaci agostiniani di San Donato a Scopeto, è uscita dalle tenebre del tempo ed è rientrata alle Gallerie degli Uffizi.
A novembre del 2011 la grande tavola fu trasferita al laboratorio di restauro della Fortezza da Basso per essere sottoposta a numerose indagini diagnostiche. Dopo gli accertamenti è stata oggetto di un restauro durato cinque anni (grazie a un contributo degli Amici degli Uffizi) compiuto dall’Opificio delle Pietre Dure. Il lavoro è consistito nella pulitura sui materiali non originali (colle, vernici, chiare d’uovo ecc.) nel tempo sovrapposti alla superficie pittorica e nel risanamento del supporto ligneo.
Il museo fiorentino celebra l’importante ritorno con questa esposizione curata dal direttore Eike Schmidt insieme a Marco Ciatti e Cecilia Frosinini dell’Opificio.
In mostra anche la versione dell’Adorazione di Filippino Lippi (1946). Simile, per dimensione ed elementi iconografici, a quella di Leonardo e commissionata a Filippino dagli stessi monaci di san Donato. Dopo che questi, attesi alcuni anni e preso atto dell’impossibilità di Leonardo di portarla a termine per la sua partenza (1482) per Milano al servizio di Lucovico il Moro, si rassegnarono a lasciarla incompleta con alcune zone solo disegnate. Il padre di Leonardo, ser Piero notaio fiorentino, aveva fra la propria clientela anche i monaci di San Donato in Scopeto, committenti del dipinto forse grazie a questo rapporto professionale. Leonardo va oltre la tradizione iconografica dei cortei di nobili, tipica delle Adorazioni dei Magi, creando un vortice di personaggi che si affollano intorno all’epifania rappresentando i moti dell’anima.
Vasari, nella biografia di Leonardo della seconda edizione delle Vite (1568), dà una prima testimonianza storica dell’opera, affermando che «era in casa d’Amerigo Benci dirimpetto alla loggia dei Peruzzi». L’artista aveva già eseguito un ritratto di Ginevra Benci, figlia di Amerigo (oggi esposto alla National Gallery of Art di Washington D.C.). Il delicato restauro dell’opera è stato portato a termine da un team di cinque restauratori guidati da Roberto Bellucci e Patrizia Riitano, sotto la supervisione di Cecilia Frosinini e del responsabile dell’Opificio, Marco Ciatti.
In mostra è proposta al pubblico anche una raffigurazione a grandezza naturale del capolavoro prima del restauro, un video con tutte le fasi dell’intervento e uno studio visivo delle indagini diagnostiche effettuate sul dipinto con apparecchi all’avanguardia.
Il direttore Eike Schmidt ha annunciato che al termine della mostra, settembre, il capolavoro sarà trasferito nella nuova sala di Leonardo (secondo piano). Sarà esposto insieme alle altre opere dell’artista presenti nel museo fiorentino (il Battesimo di Cristo e l’Annunciazione).
Lo sporco e l’alterazione delle vernici hanno impedito, fino ad oggi, la visione di molti dettagli e i restauratori hanno dovuto confrontarsi con un’opera che nemmeno l’autore, per i suoi continui cambiamenti, aveva concepito in modo compiuto. Il progetto di conservazione messo a punto dall’Opificio delle Pietre Dure, in collaborazione con le gallerie degli Uffizi, comprende anche un piano di prevenzione finalizzato a controllare l’opera nel tempo.
Il restauro ha permesso una migliore conoscenza del processo creativo e della tecnica di Leonardo che ha effettuato gli studi di prospettiva, con minime incisioni, direttamente su tavola e non su carta, fatto inconsueto all’epoca. Ora sono visibili i dettagli che prefigurano le caratteristiche dei futuri capolavori dell’artista, come la perduta Battaglia di Anghiari, il San Girolamo (musei Vaticani) e la Vergine delle Rocce. L’opera è una vera e propria sperimentazione artistica i cui effetti è possibile rintracciare, in forma compiuta, in altre sue opere, i riflessi d’acqua sotto i piedi di Maria evocano l’effetto visivo della Vergine delle Rocce.
Oggi possiamo ammirare con maggior definizione quello che molti ritengono sia, seppure senza prove, l’autoritratto del giovane Leonardo, identificato nel personaggio in piedi sulla destra con lo sguardo rivolto verso l’esterno della scena. Sarebbe la figura del ‘commentatore’ secondo quanto definito da Leon Battista Alberti, “…chiami con la mano a vedere…”. Il giovane sembra rivolgersi al pubblico indicando con il braccio il centro della scena.
In mostra anche le tavole con San Donato, Sant’Agostino (prestiti del North Caroline Art Museum) e la coppia dei Santi Ubaldo e Frediano (collezione privata), che si ipotizza abbiano fatto parte di una predella dell’Adorazione del Lippi.
Le collaborazioni necessarie all’intervento sul supporto sono state finanziate dalla Getty Foundation di Los Angeles. La mostra è stata curata, come il catalogo edito da Giunti, da Eike D. Schmidt, Marco Ciatti e Daniela Parenti, e promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con le Gallerie degli Uffizi, l’Opificio delle Pietre Dure, gli Amici degli Uffizi e Firenze Musei.
Titolo della mostra: Il cosmo magico di Leonardo L’Adorazione dei Magi restaurata
Sede: Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture
Periodo: 28 marzo – 24 settembre 2017
Biglietti: intero € 13.00; ridotto € 6.50 per i cittadini dell’U.E. tra i 18 e i 25 anni;
Orario: Martedì – Domenica ore 8.15 – 18.50; la biglietteria chiude alle 18.05 Chiuso il lunedì. Visita guidate per le scolaresche solo su prenotazione (costo di € 3.00 ad alunno).
Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.294883
Visite guidate: Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.290383
e-mail firenzemusei@operalaboratori.com
Sito web: www.gallerieuffizimostre.it
Dove dormire: Antiche Dimore Fiorentine
Dove mangiare: Giannino in San Lorenzo e Pasticceria Maggini