Venezia 76. Adults in the Room di Costa-Gravas
Assegnato al regista Costa-Gavras il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2019 della Mostra del Cinema di Venezia. Adults in the Room, presentato a Venezia Fuori Concorso, è a Roma lunedì 23 settembre.
Costa-Gravas, francese di origine greca (1933), ha sempre sostenuto che tutti film sono politici. La sua cifra: l’impegno politico; il suo genere: il thriller politico. Il suo primo film è del 1965 (Vagone letto per assassini). Già nel 1952 è a Parigi per studiare alla Sorbona ma nel 1967 la dittatura dei colonnelli lo turba profondamente facendogli scegliere soggetti di carattere politico. Esce nelle sale il suo capolavoro: Z – L’orgia del potere (1969), vincitore del Premio della giuria al Festival di Cannes e dell’Oscar come miglior film straniero. Il secondo Oscar arriva per la sceneggiatura, insieme a Donald Stewart, per Missing (1982), la storia di un uomo che raggiunge Santiago alla ricerca del figlio scomparso durante il golpe.
Nei suoi ultimi film il regista ha rivolto la propria attenzione alla deriva finanziaria del capitalismo contemporaneo, come in Le capital (2012) film sulla lotta al vertice della più importante banca europea.
A Venezia ha presentato il suo nuovo film, da lui scritto e diretto, Adults in the Room (Francia, Grecia, 124’) – tratto dal libro di Yanis Varoufakis Adults in the room: my battle with Europe’s deep establishment – con Christos Loulis, Alexandros Bourdoumis, Ulrich Tukur. Il film racconta la trattativa tra Atene e l’Unione Europea del 2015 dal punto di vista dell’allora ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis.
In Adults in the Room la tragedia di una nazione si svolge a porte chiuse. Un tema universale: persone intrappolate in una rete di potere, che si traduce in interessi economici. La storia degli incontri dell’Eurogruppo finalizzati a imporre alla Grecia l’austerità. Una storia claustrofobica senza via d’uscita, pressioni fortissime esercitate sui protagonisti che finiranno per dividerli. Una tragedia classica della Grecia contemporanea. Personaggi condizionati dalle logiche di potere e interessi economici, dove le condizioni di vita di un popolo sono in secondo piano. Una storia, putroppo non originale, dei nostri tempi.
Protagonisti della crisi greca di qualche anno fa Alexis Tsipras (presidente) e Yanis Varoufakis (ministro delle Finanze), entrambi della coalizione di sinistra Syriza. Quando Tsipras fu eletto la Grecia aveva perso un quarto del suo PIL, oltre un terzo della popolazione era a rischio di povertà e la disoccupazione era arrivata a quasi il 25 per cento. Al contempo i creditori chiedevano al Paese tagli ai servizi sociali, alla sanità, alle pensioni, licenziamento di dipendenti pubblici, privatizzazioni, minori tutele sul lavoro e aumento delle tasse.
I due politici, dopo avere vinto le elezioni, trattarono subito con l’Europa, chiedendo con forza una rinegoziazione del debito del Paese per evitare il collasso economico. Una crisi annunciata nel caso di adesione al trattato (MoU) che il precedente governo aveva concordato con l’Europa.
Per Tsipras e Varoufakis quell’accordo significava la svendita delle ricchezze greche e una pesante crisi economica da imporre alla popolazione. Tsipras promise che avrebbe impedito ciò, ma le trattative con i creditori andarono diversamente. Gli stati membri dell’Unione non cedettero a quasi nessuna delle proposte della delegazione greca.
Nemmeno i governi europei con orientamento di sinistra, né i socialdemocratici (sostenitori del governo tedesco), fornirono il loro appoggio, dimostrando di non gradire il capo negoziatore greco (Yanis Varoufakis).
Tsipras convocò un referendum in cui chiese al popolo greco se il governo avrebbe dovuto o meno accettare le condizioni che gli venivano imposte. Vinsero i “No”, ma Tsipras, ignorando il verdetto popolare, tornò a negoziare con i leader europei accettando un pacchetto di misure pressochè identico a quello già proposto.
Nel 2019 Syriza e Alexis Tsipras, considerato un esecutore delle richieste dei creditori del suo Paese, hanno perso le elezioni a favore del centro-destra. Il cosiddetto “tradimento” dell’estate del 2015, poco dopo la vittoria di Syriza alle elezioni di gennaio, non è stato perdonato.
Costa-Gravas, a 86 anni, racconta il suo irriducibile impegno: “La mia “grecità” mi travolse di nuovo quando i colonnelli usurparono il potere. L’espressione della mia resistenza personale fu Z. Dieci anni fa, la crisi greca ha fatto sprofondare la nazione nella stessa situazione che mi spinse a lasciarla. Questo, naturalmente, ha fatto sì che esprimessi nuovamente la mia rivolta con Adults in the Room“.
Il regista ci apre le porte delle stanze del potere e ci mostra la cronaca, in un clima da thriller, dello scontro, al di sopra di ogni solidarietà comunitaria. Sul confronto tra interessi economici/numeri e solidarietà/umanità non è giocato solo il film ma il futuro dell’Europa o del pianeta.
A Valeria Golino (che interpreta la moglie di Varoufakis) è stato assegnato il premio Francesco Pasinetti come migliore attrice.
Il film verrà proiettato, per la rassegna Da Venezia a Roma, al cinema Intrastevere lunedì 23 settembre alle ore 19.
INFORMAZIONI
Biennale Cinema 2019
Da Venezia a Roma, i film della Biennale Cinema dall’11 al 24 settembre 2019