Sardegna 3. Sant’Antioco, l’isola dei tesori
Alla scoperta dei tesori di Sant’Antioco: la seta del mare (bisso), il museo del mare e dei maestri d’ascia, il Carignano, le catacombe affrescate e spiagge per tutti i gusti. Nel suo mare sembra caduto il cielo.
Ogni isola è per me “l’isola del tesoro”, uno scrigno di ‘gioielli’ di cui andare alla scoperta. Vi racconto quelli trovati a Sant’Antioco.
L’isola di Sant’Antioco (fondata dai Fenici nel 750 a.C.) si trova di fronte la costa sud-occidentale della Sardegna (a circa 90 km da Cagliari) nella regione del Sulcis-Iglesiente. È l’isola più vasta della Sardegna ed è collegata all’entroterra costiero da un sottile istmo di 5 chilometri creato da sedimenti marini. La sua laguna è abitata da colonie di fenicotteri rosa.
Anche sull’isola di Sant’Antioco, vicina all’Isola di San Pietro, si parla il tabarkino (vedi Sardegna 2), infatti è comune onorario di Genova. Accanto al ponte moderno di accesso si trovano i resti di un ponte romano a più arcate. Da Carloforte si arriva in traghetto al porto di Calasetta (da ‘Cala di Seta’ con riferimento alla ‘seta di mare’, il bisso).
Sapevate che esiste anche la seta di mare? Il primo tesoro è questa fibra tessile ottenuta dai filamenti secreti da una specie di grandi molluschi bivalvi marini (Pinna nobilis) endemica del Mediterraneo. A Sant’Antioco vive il maestro del bisso (al maschile secondo l’uso rinascimentale) Chiara Vigo.
La capacità di tessere il bisso è un patrimonio di conoscenze ereditate per trasmissione diretta e familiare. Per imparare Chiara Vigo ha accettato, sotto giuramento, di servire e proteggere mare e terra, ai quali la sua arte è profondamente legata, e di vivere di offerte. “Zia Chiara”, come si fa chiamare dai numerosi bambini che le fanno visita, regala un filo di bisso che sembra oro e insegna la sua arte a chi è disposto a sacrificarsi per impararla, come lei ha fatto con nonna Leonilde.
I disegni che realizza sono esposti in molti musei e hanno un significato simbolico. Le tele sono realizzate su un antichissimo telaio manuale con ordito di lino e trama di bisso tessuta con le unghie. Per avere idea dei tempi di lavorazione per “un coprimano da 7 centimetri per 28, ci sono voluti sette anni”.
Il bisso passa solo per discendenza matrilineare, è collegato al giuramento dell’acqua. Ha un rituale antico che non può essere insegnato a chiunque. Il bisso non si vende e non si compra. Le opere in seta del mare possono solo essere donate o ricevute. Un Maestro di bisso vive di offerte. Il maestro deve insegnare la tessitura, lo deve fare gratuitamente, un maestro deve essere mantenuto dalla comunità, perché tutto quello che costruisce è di tutti, non è suo. Nella mia stanza si impara a tessere l’anima.
Da vedere (controllando giorni e orari che cambiano senza comunicazioni tempestive e in base alle cerimonie) la basilica paleocristiana di Sant’Antioco con catacombe affrescate.
Un altro tesoro piccolo e affascinante è il Museo del mare e dei maestri d’ascia della “Rete dei musei del mare e della navigazione delle quattro isole minori della Sardegna” (Carloforte, Asinara, La Maddalena e Sant’Antioco). La sua mission è quella di rivalutare il patrimonio culturale legato alla figura dei maestri d’ascia, conservandone la memoria attraverso le testimonianze degli stessi protagonisti, le opere esposte e i racconti contenuti nei testi e nelle immagini.
I Maestri d’Ascia erano storicamente considerati dei professionisti all’interno dei vecchi cantieri navali, esperti nello scegliere il legname più adatto con cui realizzare le imbarcazioni. La loro maestria consisteva nel saper adattare il ceppo di legno alla sua destinazione, sagomandolo con un attrezzo, chiamato “ascia”.
L’allestimento espositivo del MuMA, vuole essere un percorso esperienziale che racconta – attraverso immagini fotografiche, video e testi – la laguna, i maestri d’ascia e le segnalazioni in mare (fari, semafori e torri di vedetta).
I terreni sabbiosi dell’isola rendono possibile la coltivazione di un altro tesoro, il Carignano, vite a piede franco (ovvero con le radici originali, senza il ricorso al porta innesto di vite americana). La coltivazione su terreni in prossimità del mare ha permesso a molte piante di resistere alla fillossera e alle viti di diventare centenarie. Questo garantisce un patrimonio organolettico unico alle uve e una condizione ideale per una produzione eccellente dai vigneti antichi. Il Carignano, (nome che deriverebbe dall’assiro Kar Anu, vino degli dei, arrivato forse in Sardegna dalla Tunisia con i Fenici) è un vitigno resistente ai venti salsi. In questa zona spirano forti venti di maestrale, provenienti da nord ovest, il clima è mediterraneo (con estati calde e secche) e la coltivazione è ad alberello nelle vigne centenarie e nei nuovi impianti a cordone speronato e spalliere.
Abbiamo visitato l’azienda di quattro soci, Bentesali (da “bente sali”, vento salato), fondata dai fratelli Basciu, vignaioli da generazioni. Antonello Basciu, che ci ha accompagnato nelle vigne, ci ha raccontato che: “A Sant’Antioco la superficie vitata si è ridotta dell’80%. Le nostre vigne (a piede franco) sparse in piccoli appezzamenti coprono un’estensione totale di 4 ettari. Quando muore un ceppo si adagia in una buca di 50 cm, lunga circa 1 metro, dove poi rinasce, un procedimento chiamato croccai su fundu (coricare sul fondo). Nel 2014 abbiamo deciso di imbottigliare con il nostro nome anziché continuare a conferire le uve”.
La vendemmia (fine settembre/ottobre) è fatta manualmente e il mosto viene lasciato fermentare per due settimane, macerando sulle bucce. Nel Carignano firmato Bentesali si trova tutta la tipicità del Sulcis e di Sant’Antioco. Abbiamo degustato il Carignano del Sulcis Bentesali 2015 (4000 bottiglie) un vino di colore rubino tendente al granato, profumi caldi e avvolgenti. Al naso si avverte iodio, macchia mediterranea, spezie dolci, cioccolato, liquirizia, pepe nero e frutto maturo (prugne e marasche). Il gusto è esplosivo, all’assaggio è sapido e raffinato, con tannini morbidi ed eleganti.
È superfluo affermare che il tesoro più bello dell’isola è il mare, in cui sembra caduto il cielo. A Sant’Antioco si trovano spiagge per tutti i gusti: scogli, ciottoli o arenili lunghi a sabbiosi con un acqua la cui limpidezza supera quella di una piscina. Per dormire, quasi sulla spiaggia, c’è l’Hotel Stella del Sud, a Calasetta, di fronte all’isola di San Pietro. È situato nella baia (al cui termine sta un’antica tonnara) di Spiaggia Grande, dal bianco arenile che si estende per circa un chilometro e con un mare che incanta con i suoi colori cangianti. La struttura si trova all’interno di un parco di ginepri, circondata dalla macchia mediterranea.
La spiaggia antistante l’hotel è attrezzata e riservata agli ospiti dell’albergo, che hanno a disposizione anche una bella piscina scoperta con acqua di mare, ma la spiaggia tranquilla e il mare stupendo catturano. Le cinquanta camere hanno arredi classici e sono dotate di balcone o terrazza. La colazione è a buffet. Piacevoli gli spazi comuni esterni con l’ampio portico. L’hotel è ideale per un vacanza di mare a tutto relax e per le famiglie. Unica pecca alcuni spazi comuni, come i corridoi, bisognosi di un restauro.
A Sant’Antioco una cooperativa di pescatori gestisce anche il ristorante I Due Fratelli. Dalle loro barche il pesce finisce in tavola, a chilometro zero. La Fregola con molluschi e sugo di pesce è stata la migliore gustata sull’isola. La fregula è un tipo di pasta di semola tipica della Sardegna, il risultato del rotolamento della semola in un recipiente di coccio che poi viene tostata in forno. Il suo aspetto è di palline molto piccole e irregolari. Si presta a un condimento con frutti di mare: vongole, telline etc. Ha origine antiche e il primo documento in cui è citata è lo Statuto dei Mugnai di Tempio Pausania risalente al XIV secolo. Anche la frittura era gustosa (porzione scarsa, forse perché inclusa nel menù a prezzo fisso). Locale, con tavoli esterni vista mare, e cucina semplice a prezzi competitivi.
Mario e Pinella sono una piacevole sosta all’ombra dove ritemprarsi di fronte alla spiaggia di Cala Sapone. Sono aperti tutti i giorni e si può mangiare a qualsiasi ora. Piatti semplici, gustosi e prezzi più che onesti.
Oltre le spiagge citate si consigliano: Cala Lunga, un fiordo dall’acqua turchese, Maladroxia, Coaquaddus, Cala Sapone e Cala Grotta.
Foto di Marco De Felicis
Informazioni
Maestro di Bisso CHIARA VIGO
Via Regina Margherita n° 168
09017 Sant’Antioco, Sardegna, Italia
Sito: https://www.chiaravigo.it/
Email: chiaravigo@hotmail.it
cell. 3484336521
Prenotazioni gruppi massimo di 12 persone
Bentesali
Sant’Antioco (CA)
tel. 330 739519
Sito: www.vignebentesali.it
MuMA Museo
Lungomare Colombo, 25 Sant’Antioco
tel. 0781 840070
sito: https://www.mumahostel.it/index.php/pages/hotel-room-2
Ostello:
sito: www.mumahostel.it
Stanze minimaliste ma efficienti di fronte al mare
Dove dormire
Hotel Stella del Sud ***s
Loc. Spiaggia Grande 09011 Calasetta – Isola Sant’Antioco (CI)
Tel. 0781/810188-89-53
Sito: https://www.hotelstelladelsud.com/
E-mail info@hotelstelladelsud.com
Camera doppia con colazione a partire da 87 €
Le Sabbie ***
Vico Secondo delle Sabbie, 4 Calasetta (CA)
tel. 0781 899043
Sito: www.lesabbie.com
E-mail: info@lesabbie.com
Camera doppia con colazione a partire da 64 €
Situato in una zona interna, a 700 metri dal centro storico di Calasetta. Personale gentile, camere confortevoli. Bonus per la colazione con torte artigianali
Dove mangiare
Ristorante I Due Fratelli
Lungomare C. Colombo 71-72, Sant’Antioco
tel. 0781 801093 cell. 366 8397107
Sito: https://www.ittiturismoiduefratelli.com/
Menù 22 €, con due antipasti 27 euro.
Trattoria Mario e Pinella
aperto dalle 8 am alle 2 pm
Loc. Cala Sapone fronte spiaggia
tel. – 3284772259 – 3473017361
sito: www.marioepinella.it
Menu di pesce 25 €