Wild Beauty, vivere con la natura

La mia esperienza di isolamento in montagna (1100 m s.l.m.) in “zona bianca”. Pro e contro della vita in una baita autarchica nel bosco.

INDICE: La scelta – La baita in montagna – Divisione compiti e rapporto di coppia – Animali – Attività e benessere – Criticità

La scelta

Quando non viaggio vivo nella capitale, adoro la natura in tutte le sue manifestazioni e mi scorre il mare nelle vene. Fatta questa premessa volendo sperimentare un periodo di distanziamento fisico e immersione nella natura avrei scelto di vivere su un’isola in un faro ma non sempre, soprattutto in periodo di pandemia, tutti i desideri sono praticabili. Così abbiamo scelto (siamo in coppia) una baita in montagna.

panorama dalla baita

La voglia di sperimentare se è possibile rinunciare alle comodità cittadine. La sete di natura sarà un desiderio che dopo qualche giorno si infrange di fronte alle difficoltà pratiche? Un rapporto a due (messo già alla prova dal lockdown) può superare una sfida di questo tipo? Alla ricerca di risposte la scelta non poteva cadere su un albergo o simili. La molla non è stata la voglia di turismo o viaggi ma quella di sperimentare uno stile di vita che la pandemia sembrava suggerirci. Tanto più che una “nomade culturale” come me in questo periodo è a riposo forzato.

Abbiamo optato per una baita in legno, autarchica e autocostruita, in montagna. Un rifugio che è stata la meta di qualche weekend, una boccata di ossigeno salutare “mordi e fuggi” soprattutto in estate. Passeggiate, aria fresca assicurata e barbecue con gli amici. Ma tante volte ci siamo chiesti: “sarebbe possibile viverci? Sarebbe possibile vivere solo grazie alla natura? Sarebbe possibile resistervi d’inverno?”. La nostra scommessa era quella di ricevere dalla natura senza togliere, modificando il meno possibile un sistema, il bosco, che ci sembrava funzionasse perfettamente. Qualcosa di ecososteniblle.

La baita in montagna

vista dalla baita

La baita è in legno. Per il suo montaggio (indispensabile l’autorizzazione, tranne che non sia mobile, dotata di ruote) sono sufficienti un paio di persone che lavorano per alcuni giorni. Prima del montaggio è necessario predisporre una piattaforma e un serbatoio di acqua piovana. Il sistema di montaggio è il blockhouse. Le casette in legno prefabbricate sono antistismiche e garantiscono l’isolamento termico. Per riscaldare una casa in muratura con i termosifoni, quando la temperatura è vicino allo zero, occorrono anche un paio di giorni. Per riscaldarne una in legno è sufficiente mezz’ora, con una stufa a legna, per raggiungere 25 gradi. RIguardo l’isolamento termico migliori di quelle in legno sono quelle in balle di paglia pressata e quelle realizzate con la canapa.

Sala da pranzo con stufa a legna e illuminazione con candele

Si trova sul pendio di una montagna (a 1100 m s.l.m.) in un bosco. Per viverci abbiamo deciso di usare tutto quello che la natura offre. L’energia del sole è incamerata da pannelli solari off grid (non collegati a gestori di energia), l’alimentazione idrica è assicurata dalla raccolta di acqua piovana (accumulata in un serbatoio sotterraneo), il calore è fornito da due stufe a legna.

sentiero di accesso alla baita

L’acqua potabile deve essere trasportata (per fortuna non mancano fonti naturali nella zona). Le verdure, nella buona stagione, sono prodotte dall’orto. Per la frutta ci sono alberi (meli, ciliegi, mandorli e noccioli). Secondo il periodo crescono sono fragole, more e frutti di bosco che hanno stimolato in me lo spirito della raccoglitrice, secondo gli insegnamenti di Fukuoka. Sono contraria alle coltivazioni intensive, la natura fa da sola, ed è inutile coltivare ortaggi (come per es. i pomodori) a un’altitudine che non offre l’ambiente ideale.

Baita

La baita è a 400 m dalla prima casa abitata, a quasi un chilometro da un panetteria-salumeria, a quattro chilometri da un fruttivendolo e a quindici chilometri da un paese con supermercato. Sembrerebbe tutto apparentemente facile se non fosse inverno, se il periodo non fosse di un paio di mesi, e soprattutto con abbondanti nevicate per una decina di giorni. L’auto, lasciata in discesa a 300 m dalla baita, è inutilizzabile con la neve, perchè ne è sepolta e soprattutto il sentiero per scendere è coperto di un manto di neve alto 20-30 cm che in caso di emergenza va rimosso per poter partire (è stato necessario spalare la neve).

Passeggiata nel bosco

Poter vivere tra i boschi prevede un approvvigionamento di legna cospicuo, fatto nella buona stagione. Avere energia elettrica grazie ai pannelli solari prevede quanto meno che non ci sia nebbia per diversi giorni. L’alternativa per l’illuminazione sono le lampade a batteria solare e le classiche candele. L’acqua in inverno, tra pioggia e neve, non manca… tranne che la temperatura non scenda 5-6 gradi sotto zero e quindi ghiaccia nelle tubazioni (fatto piuttosto raro per fortuna). Valutando meteo e temperature in caso di necessità si può fare un po’ di scorta all’interno della baita che è riscaldata (anche facendo sciogliere la stessa neve) in attesa che la temperatura, nelle ore calde risalga sopra lo zero.

panorama della vallata, Terminillo innevato sullo sfondo

Mancano elettrodomestici come lavatrice e lavastoviglie, che prevedono un grande assorbimento di energia elettrica. Dotazione consentita: aspirapolvere a basso consumo, frigo per il periodo estivo e asciugacapelli. Ogni baita, prevede dei piccoli lavori di manutenzione quindi è bene essere dotati di un minimo di attrezzi indispensabili per tagliare legna, per spalare la neve e pezzi di ricambio. Chi vuole viverci per un po’ deve possedere, oltre che spirito di adattamento, anche manualità.
Sicurezza: trattandosi di una semplice baita in legno raggiungibile solo a piedi, e in salita, non risulta appetibile ma è faticosa persino arrivarci. In tutti i casi qualche telecamera disposta agli angoli può svolgere una funzione dissuasiva.

Divisione compiti e rapporto di coppia

Una vita in un contesto naturale e selvaggio (soprattutto in inverno) implica la possibilità di lavorare con un pc e da remoto. Soprattutto le priorità sono diverse. Se in città puoi dare priorità al lavoro nella natura la priorità è la sussistenza. Provvedere al caldo, al cibo, a quanto necessario per vivere in buone condizioni. I ritmi sono dettati da natura e meteo. Un tipo di vita che riporta un po’ indietro nella divisione dei compiti tra uomo e donna.

Vista dalla camera da letto

In un ambiente wild le mansioni più faticose (trasporto, legna, manutenzione) sono svolti con più facilità da un uomo e quelle più leggere (cucinare, pulire, bucato a mano etc.) da una donna. Non sempre può piacere ma in un ambiente dove la natura comanda anche le differenze fisiche/muscolari finiscono per avere il loro peso.

Animali

Passeggiata nel bosco con il gatto

Trattandosi di un ambiente wild i residenti sono soprattutto animali. In vallata ci sono vacche, pecore e cavalli. In alto il bosco è attraversato da cinghiali, sopra volteggiano poiane, allocchi, ghiandaie e piccoli uccelli di varie specie. Tra i nostri vicini annoveriamo ricci e scoiattoli che rubano nocciole come Cip & Ciop di Disney. Spesso si sentono gli ululati dei lupi nei dintorni, si aggirano volpi e non mancano dani e cervi (filmati in zona da Valter Chiappini nel video seguente).

Courtesy of Valter Chiappini

Presso la nostra baita, forse perchè è un’oasi, ha deciso di vivere un gatto che puntualmente arriva ore-pasti, si presenta ogni volta che apriamo il cancello e ci accompagna (come un cane) nelle passeggiate sui sentieri nel bosco, anche con la neve alta.

Attività e benessere

pranzo in veranda mentre fuori nevica

In montagna, in un bosco, camminare, fare forest bathing e respirare sono le attività migliori. La pace, la tranquillità sono ideali per praticare meditazione, yoga, ginnastica, leggere, scrivere in assoluto silenzio, ascoltare soltanto buona musica. Sia il fisico che la mente si ritemprano dopo poche ore. Ci si rivitalizza. Ogni volta che apri una finestra sei inebriato dal buon profumo di pulito e fresco della neve.

Svegliarsi a marzo con la neve

Svegliarsi la mattina davanti a un panorama incantato, con i fiocchi di neve che scendono è un’esperienza unica, fare colazione in veranda godendo del viavai di cinciallegre, pettirossi, picchi muratori che si abbeverano o mangiano qualcosa è fantastico. Pranzare in veranda mentre la neve fiocca ricoprendo ogni cosa di ovatta (pantone “bianco assoluto”) e il silenzio avvolge ogni cosa è un privilegio esclusivo che nemmeno un ristorante stellato può regalarti.

scale sul sentiero per raggiungere il cancello

L’atmosfera che la natura crea intorno a te è semplicemente magica, come una cena a lume di candela, senza andare in un ristorante.
RItrovare i propri ritmi, che sono quelli della natura che spesso in città dimentichiamo, dona presto una sensazione di profonda calma e benessere. Credo che respirare aria pura, mangiare sano, fare movimento all’aria aperta aiuti e aumenti i nostri anticorpi. In questo periodo di pandemia in cui ci è richiesto il distanziamento fisico e un ritmo di vita sano che aumenti le nostre difese ci ha indotto a questa temporanea scelta di vita e a metterci in gioco. Altro aspetto positivo è la sensazione che “ce la puoi fare” anche in situazioni complicate, anche se devi rinunciare alle tue comodità e che con poco è possibile vivere e sopravvivere. Tutto ciò può accrescere la fiducia in se stessi e lenire il timore dei cambiamenti e delle novità.

Questa quotidianità in cui ogni giorno sei chiamato a risolvere piccoli problemi e inconvenienti ti mette alla prova e ti riporta a quali sono le vere necessità per vivere. Quanto si può fare a meno di cose superflue, cosa su cui anche il lockdown ci ha costretto a riflettere, quali sono le vere e poche cose importanti: salute, relazioni, affetti e il necessario per vivere. Non potrei, personalmente, fare a meno di cultura e viaggi e così sono riuscita a farmi recapitare un sacco di libri, altra cosa di cui consiglio di fare scorta. La solidarietà che riscopri nei momenti e situazioni difficili. Il vicino (a 400 m) si offre di portarti la spesa in auto, visto che hai fatto quattro chilometri per recarti a un paio di negozi e fare provviste pesa.

Criticità

Arrivo alla baita

Vivere in una baita in due significa allontanarsi per un po’ da altri rapporti e persone importanti. Una lontananza fisica che anche la pandemia ha imposto ma che innegabilmente ha il suo peso. Puoi rimanere in contatto in tanti modi, puoi comunicare attraverso molte modalità ma si ha bisogno di qualcosa di più di una videochiamata. Rimpiangi gli abbracci, il poterti vedere quando puoi e vuoi etc. Anche il rapporto a due, di qualsiasi tipo esso sia, è messo alla prova da una esperienza particolare di questo tipo.

Addobbi di rosa canina

La natura ti impone priorità diverse e una divisione di ruoli e compiti che non puoi rimandare a domani. Questo può stancare e può creare anche momenti di divergenza su come gestire alcune incombenze o criticità ma anche in questo caso scopri che “l’unione fa la forza” ed essere solidali è vincente.

Quando torna il sole e puoi scendere a valle