Bordeaux, qualità di vita e joie de vivre
Sono tanti i motivi per visitare la seconda città di Francia, dopo la capitale, per turismo e punta di diamante dell’enoturismo. Bordeaux vuol dire vino, chiese gotiche ma anche sostenibilità, qualità di vita, joie de vivre. Tanti giovani, persone sorridenti e gentili riempiono le piazze e i locali per il piacere di stare insieme dimenticando il cellulare.
Viaggiare fuori stagione, primavera o autunno, ha l’indiscutibile vantaggio di vivere un luogo con i suoi residenti e non in mezzo a una folla di turisti. Altro vantaggio sono i prezzi, fuori stagione sono molto più bassi. Già all’arrivo, all’aeroporto di Mérignac, si respira un’aria diversa. Distributrici automatiche di biglietti autobus con diverse modalità di pagamento e a diposizione, per arrivare in centro città, uno shuttle (7 euro) o un autobus al costo di un biglietto (1,50 euro). Un sistema di servizi di trasporto efficiente rilassa e contribuisce a una qualità di vita migliore, tanto più se sostenibile. Tra le 10 città più ‘ciclabili’ del mondo (dati 2015) con 163 km di piste ciclabili. È stata la prima città francese (2014) ad avere un emporio (www.la-recharge.fr) senza imballaggi. Qui i clienti vengono per acquistare prodotti sfusi portando i loro contenitori (detersivo, olio, etc.).
A Bordeaux si respira aria di fermenti e novità. Con la linea veloce, a breve, si raggiungerà Parigi con due ore di treno, si stanno riqualificando i quartieri sulla riva destra e la Cité du Vin (il Guggenheim bordolese) è stata inaugurato pochi mesi fa. Ma c’è spazio anche per serenità e gentilezza. Nei momenti più intensi di attività lavorativa sarete accolti comunque con un sorriso e cortesia. Numerosi i locali dove le persone amano incontrarsi, all’aperto, soprattutto giovani (70.000 studenti) e un programma culturale vivace. Questa città sembra ‘smartphone-free’, meno nevrosi e più relazioni personali. Quasi ogni angolo di strada è animato da giovani che si esibiscono, soprattutto nel weekend.
La visita di Bordeaux può essere divisa in tre zone, due-tre giorni. Da sud a nord è possibile fare un percorso lungo le diverse epoche della città. Il quartiere di Saint-Michel è il centro storico con stradine, chiese medievali, piazze pittoresche e localini.
La duecentesca porta di Saint-Éloi (Eligio) ha al suo interno la Grosse Cloche. Una grossa campana (alta 2 m e 2 di diametro) che di notte si illumina di blu. Suonava per annunciare la vendemmia o segnalare incendi. Verso il fiume un’altra porta, la mastodontica porta Cailhau con il suo tetto conico.
Verso ovest, la maestosa Cattedrale di Saint-André (XII sec. Patrimonio UNESCO), a navata unica (124 m) e un’altezza che toglie il respiro, è stata consacrata da papa Urbano II nel 1096. Vicino i musei più importanti (Musée des Beaux-Arts e Musèe des Arts décoratifs et du Design).
Per una pausa, un caffè, un dolce all’interno di una libreria, dove leggere un libro o giornale, navigare con wi-fi o scegliere un tè, una tisana esposti lungo una parete, c’è il Books and Coffee (poco dopo la Porte Saint Éloi).
Verso nord, Rue Sainte-Catherine, lunga 1200 m collega la zona sud a Place de la Comédie, è la strada pedonale e dello shopping più lunga d’Europa e dove si esibiscono giovani musicisti e band.
Poco distante Place Gambetta con i classici edifici della seconda metà del Settecento, in pietra di Aquitania, terrazzati e mansardati. Le entrate e le finestre sono sormontate da statue o da una sequela suggestiva di mascheroni dalle varie espressioni (divinità, ninfe, satiri e mostri).
Tornando verso il fiume si raggiunge la chiesa di Saint-Pierre e la monumentale Place de la Bourse (XVIII sec.) fronteggiata dallo ‘specchio d’acqua’ (Miroir d’eau) più grande del mondo. Getti di vapore acqueo alti fino 2 m riempiono una superficie di 3450 mq d’acqua. Seguono un ciclo prestabilito: 3 minuti di riempimento, 15 di effetto specchio e 5 di scarico. Autentico ristoro nella stagione calda e buona occasione per scattare foto d’effetto
Poco distante la salottiera Place de la Comédie dove si trova il Grand Théâtre (XVIII sec.). Perfetto esempio di teatro all’italiana neoclassico (visitabile) fu finanziato da una loggia massonica. All’interno lo scalone d’onore è opera di Charles Garnier. La sala delle rappresentazioni è decorata in blu, oro e marmo.
La piazza, con i suoi artistici lampioni déco con orologi luminosi, accoglie gruppi di giovani che suonano musica live. Nei bar intorno i bordolesi amano intrattenersi all’esterno anche la sera, grazie a provvidenziali e suggestivi camini a vetri (in realtà alimentati a gas) più eleganti dei funghi-stufa da esterno a cui siamo abituati.
A nord il quartiere dei Chartrons (i monaci certosini che qui si erano stabiliti nel XV sec.) aveva, nel 1800, una intensa attività portuale e ricche abitazioni di commercianti. Oggi, cambiando la sua funzione, è ricco di negozi antiquari e localini. Ospita il CAPC Musée d’Art Contemporain con una collezione di 900 opere (Kounellis, Merz, Serra, Buren, Boltanski etc.) e un programma di esposizioni temporanee, convegni ed eventi. Sul tetto la terrazza con le opere di Richard Long e bar ristorante.
Un luogo suggestivo, dove capire la storia della città e della sua economia basata sul vino, è il Museo del vino e del commercio. Consiglio di vederlo prima della Cité du Vin che sembra una sua naturale evoluzione. Nel biglietto è compresa anche la degustazione di due vini. Se andate presto troverete una giovane ma esperta guida italiana (Alice Andreazza, stagista) che vi racconterà la storia del vino di Bordeaux conservato in botti di quercia.
Le navi sostavano al centro della Garonne e le barche trasportavano la merce dalla riva. La città era chiusa da una cinta muraria e per un periodo godette del ‘privilegio’ per cui in città non potevano entrare vini che non erano prodotti a Bordeaux. I vini di fuori erano conservati nel quartiere dei Chartrons. Tra i primi estimatori del vino bordolese furono i Romani. Poi Enrico Plantageneto (re di Inghilterra), sposato (1152) a Eleonora d’Aquitania, esonerò i negozianti di Bordeaux dal pagamento delle tasse, grazie al privilegio reale che garantiva agli anglosassoni una cospicua fornitura di Claret (vino rosso chiaro).
Con la fine della Guerra dei Cento Anni (1453) l’Aquitania tornò alla Francia e i commercianti olandesi presero il posto degli inglesi. Con la classificazione del 1855 la Gironda si riempie di centinaia di châteaux di stile eclettico. Per un periodo furono in voga i ‘vini che tornavano dall’India’. Il vino in botte che maturava lungo in viaggio in nave sviluppava aromi diversi, per tale motivo molti châteaux facevano invecchiare i vini in nave sulla Garonna.
Su circa 113.000 ettari di vigna lavorano quasi 8000 châteaux e i vini sono tutti di assemblaggio. Il clima oceanico mitiga la temperatura garantendo una buona maturazione dell’uva. Il vitigno più diffuso è il Merlot (65%) poi il Cabernet Sauvignon (23%) e Cabernet Franc (10%). Tra i vitigni bianchi il Sémillon (49%), il Sauvignon Blanc (43%), il Muscadelle (6%) e altri.
Château Petrus (100% Merlot) di Pomerol è il secondo vino più caro al mondo (da 1.200 euro a bottiglia).
Foto e animazioni di Marco De Felicis
INFORMAZIONI
Come arrivare
Per arrivare a Bordeaux è possibile acquistare un biglietto a poco prezzo con compagnie aeree low-cost (Ryanair, EasyJet etc.). Dopo due ore circa di volo potete raggiungere la città comodamente con un autobus (costo biglietto 1,50 euro).
Come spostarsi
È semplice e veloce spostarsi con i mezzi pubblici. Consigliato l’acquisto di un carnet di 10 biglietti al costo di 12 euro presso i distributori.
Dove dormire e mangiare in città
Musée du Vin et du Négoce
41, Rue Borie
Tel. +33 (0) 556901913
Caffè
Books and Coffee
26 rue St. James
Tel. 05 56814741
Da visitare nei dintorni: Saint-Émilion
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