‘Money Monster’ a Cannes (fronte Capri)
Money Monster – L’altra faccia del denaro, il thriller di Jodie Foster sui mostri del capitalismo e l’infotainment (fusione e confusione tra informazione e intrattenimento), con George Clooney e Julia Roberts (trailer all’interno). Il film è stato presentato al Festival di Cannes 2016 nel cui manifesto fa la sua apparizione la villa di Curzio Malaparte a Capri.
Jodie Foster (ormai ‘stellata’ sulla Walk of Fame di Hollywood) è alla sua quarta regia con questo thriller sul gioco sporco di tv e borsa. Gli interpreti sono bravi e il ritmo tiene, nonostante la storia e l’esito, in suolo americano, sia scontato: l’ostaggio sarà liberato?
George Clooney (anche produttore del film) interpreta Lee Gates, un venditore cialtrone televisivo, che però non vende pentole o trapunte ma suggerisce investimenti e speculazioni finanziarie. La trasmissione Money Monster, da cui prende il titolo il film, è probabilmente ispirata a Mad Money, condotta da Jim Cramer, format di intrattenimento benché offra consigli sui titoli finanziari, in onda su CNBC (canale di notizie, economia, affari e finanza).
La producer nel film, Julia Roberts, tiene la regia del programma e delle operazioni di salvataggio del suo staff e del conduttore che, in diretta, vengono presi in ostaggio da un ragazzo disperato che ha perso tutti i suoi risparmi, armato e con giubbotto esplosivo.
Il film dell’intelligente regista, stigmatizzato un po’ superficialmente, non è soltanto l’ennesimo film sulla crisi finanziaria e le sue vittime (vedi in proposito il bel film: 99 Homes, di Ramin Bahrani con Andrew Garfield e Laura Dern, presentato al Lido di Venezia nel 2014) quanto piuttosto un lungometraggio sui pericoli, come specificato da Clooney, del genere televisivo che negli ultimi anni si è affermato: “mescolamento tra informazione e intrattenimento”, l’infotainment, ovvero la spettacolarizzazione dell’informazione. Attraverso l’intrattenimento passano messaggi e si filtrano informazioni che in realtà sono manipolazioni del pubblico.
Altra figura chiave della pellicola è la ‘PR’, responsabile della comunicazione della società messa sotto accusa. Fino a che punto un responsabile delle pubbliche relazioni o di un ufficio stampa può spingersi nell’offrire la ‘versione migliore’?
Non ne escono bene gli immaturi protagonisti maschili (il conduttore-piacione, l’attentatore disperato, il proprietario dell’azienda), che a loro modo difendono il denaro e il loro status-quo e le cui vite si confrontano e scontrano con quelle delle donne che, con determinazione e senso di responsabilità, scendono in campo nel film mettendo in gioco dei valori. Anche per questo abbiamo apprezzato questo film, e la sua regista, che sicuramente non godono la simpatia di un sistema economico di potere vincitore.
Quest’anno il manifesto della 69ma edizione del Festival Internazionale del Film di Cannes riproduce un fotogramma del film ‘Il disprezzo’ (tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia) di Jean-Luc Godard, esponente della Nouvelle Vaugue francese. Le scene di mare del film sono state girate a Capri e quella ritratta nel manifesto di Cannes è la stupenda villa caprese dello scrittore Curzio Malaparte, dell’architetto Adalberto Libera, da cui si gode un panorama spettacolare sulla costiera Amalfitana, il golfo di Napoli e di Salerno. Lo scrittore lasciò la villa alla Repubblica Popolare di Mao Tse-Tung, scrivendo nel suo testamento: “Mosso da sentimenti di riconoscenza verso il popolo cinese ed allo scopo di rafforzare i rapporti tra Oriente ed Occidente istituisco una fondazione denominata ‘Curzio Malaparte’ al fine di creare una casa di ospitalità, di studio e di lavoro per gli artisti cinesi in Capri”. Gli eredi impugnarono il testamento, vincendo la causa contro le volontà dello scrittore, e assegnarono la villa (chiusa al pubblico) alla Fondazione Giorgio Ronchi (veste giuridica degli eredi).