Venezia 77. A Dorogie tovarišči (Cari Compagni!) di Andrej Končalovskij il premio speciale della giuria
La tragedia del crollo della fiducia di un popolo tradito dal potere in un film dall’estetica impeccabile. Basato sui fatti accaduti durante lo sciopero degli operai del 1962. Una repressione violenta secretata per trenta anni
In Cari Compagni! Andrej Končalovskij racconta i fatti realmente accaduti (1-2 giugno del 1962) – nel corso di una dimostrazione pacifica di operai contro l’aumento dei prezzi di alcuni generi alimentari – attraverso i conflitti interiori della protagonista Lyudmila. Lyuda è interpretata da Julia Vysotskaya (moglie di Končalovskij) originaria di Novocherkassk (regione di Rostov), teatro della sanguinosa repressione.
Lyudmila, membro del partito comunista di Novočerkassk, nutre un’incrollabile fiducia negli ideali comunisti e rifiuta ogni forma di dissidenza. Una passione politica evidente anche nella relazione con un dirigente (sposato) del partito. Già dall’inizio emerge la contraddizione tra l’intransigenza esibita da Lyuda (che vive con il padre e la giovane figlia) e la sua disponibilità al compromesso nella sfera privata.
Durante una manifestazione operaia Lyuda assiste a una sparatoria dell’esercito (probabilmente i cecchini del KGB) sui dimostranti, ordinata dal governo per reprimere lo sciopero. I dimostranti, che godevano dell’appogio della popolazione, distribuivano volantini contro Khruščëv, invocando nostalgicamente Lenin e Stalin. Quest’ultimo non aveva aumentato i prezzi dei prodotti di base ma li aveva ridotti. All’epoca decine di manifestanti furono uccisi, numerosi feriti e altri dispersi. La città fu sconvolta da arresti, processi sommari, esecuzioni e coprifuoco. Ai cittadini, e a Lyuda, viene chiesto di tacere e dimenticare ciò che hanno visto. Ma in quei giorni la figlia di Lyuda, Svetka (Yulia Burova), non rientra a casa e scompare.
Per la fedele militante comunista inizia così una disperata e rischiosa ricerca senza sosta. Lyuda affronta la paura dei blocchi della città, degli arresti e i tentativi di oscurare la verità da parte delle autorità. La sua fede nel partito e nei superiori vacilla, così come la sua coerenza. Pur di ritrovare la figlia è disposta ad arrivare a compromessi a fronte di una delusione crescente nei confronti delle autorità a cui aveva delegato la regia della sua vita e del Paese.
Così il regista ha espresso le sue motivazioni: “Con Cari Compagni! volevo fare un film sulla generazione dei miei genitori, quella che ha combattuto ed è sopravvissuta alla Seconda Guerra Mondiale con la certezza che si potesse
morire “per la Patria, per Stalin” e con una fiducia incondizionata negli ideali del comunismo: milioni di persone che cercavano di fondare una nuova società. Ho voluto ricostruire con la massima accuratezza un fatto realmente accaduto e un’epoca in cui la storia rivela l’incolmabile divario fra gli ideali del comunismo e la drammatica realtà dei fatti. Questo film è un tributo alla purezza di questa generazione, ai suoi sacrifici e alla tragedia che ha vissuto nel veder crollare i propri miti e traditi i propri ideali”.
L’opera è giocata su contrappunti e conflitti molto spinti, che da una lato tengono in tensione lo spettatore ma dall’altro sfociano nel melodramma: madre-figlia, partito del popolo e potere occulto del KGB, sociale-individuale, pubblico-privato. Il film è esteticamente impeccabile. In particolare per il bianco e nero della fotografia di Andrey Naidenov e per la scelta del formato dell’inquadratura 4/3 che riproduce quello dei film dell’epoca (1:33). Al film ha collaborato Juri Bagraev che, nel 1991, riportò alla luce i fatti di Novocherkassk.
L’uscita nelle sale in Russia di Dorogie tovarišči (Cari Compagni!) è prevista per novembre 2020.