73. Mostra del Cinema di Venezia. Il docu-film di Enrico Caria
Nuovo titolo in programma alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: L’uomo che non cambiò la storia di Enrico Caria. Film documentario liberamente ispirato al diario dell’archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli “Il viaggio del Führer in Italia”.
Il docu-film, presentato in collaborazione con le Giornate degli Autori – Venice days, è stato realizzato grazie alle immagini d’archivio dell’Istituto Luce di Cinecittà. Nel 1938 Ranuccio Bianchi Bandinelli, noto agli archeologi e storici dell’arte, ricevette l’incarico dal Ministero, per la sua cultura e conoscenza del tedesco, di fare da guida, accompagnato da Mussolini, ad Adolf Hitler durante il suo primo viaggio in Italia a Roma e Firenze. Il professore universitario fu tentato, in quei giorni, di organizzare un attentato per eliminare i dittatori ma non era un uomo d’armi. L’accostamento tra cultura e autoritarismo evidenzia la barbara assurdità e ignoranza, amplificata dalle immagini d’archivio che ci restituiscono il goffo ritratto dei due dittatori. Dopo nemmeno due anni arrivò al cinema la magistrale parodia della dittatura di Charlie Chaplin, Il grande dittatore. In seguito Bandinelli accettò di accompagnare anche Hermann Göring durante la sua visita a Roma.
L’intellettuale sviluppò negli anni una tenace opposizione alla dittatura fascista partecipando al movimento clandestino liberal-socialista (da cui si sviluppò il Partito di Azione).
Il film non solo riporta alla luce una pagina di storia e cultura italiana ma pone sotto il riflettore contenuti che ancora oggi, purtroppo, sono attuali. Enrico Carnia realizza un documentario di finzione usando in modo rigoroso le fonti. Pone l’attenzione sulla necessità della tutela del patrimonio storico-artistico italiano accostando la bellezza dell’arte e la brutalità della dittatura che, nella storia, si sono trovate affiancate.
Ranuccio Bianchi Bandinelli, di famiglia nobile rimasto orfano di madre a cinque anni, si laureò 1923 in antichità italiche presso l’Università di Roma. Ben presto divenne professore di archeologia e storia dell’arte greca e romana a Cagliari (1929-30); professore straordinario a Groninga, Olanda (1930-31) e ordinario all’università di Pisa (1934-38). Nel 1938, lo stesso anno della visita del dittatore nazista, rifiutò la direzione della Scuola archeologica italiana di Atene, in quanto il posto era divenuto disponibile a seguito della rimozione dall’incarico, per le leggi razziali, del direttore ebreo Alessandro Della Seta. Insegnò all’università di Firenze (1939-43) per poi dimettersi durante la Repubblica di Salò. Nel 1944 fu arrestato, insieme ad altri professori antifascisti, e trattenuto quasi un mese per sospetti. Nello stesso anno si iscrisse al Partito comunista italiano. Nel 1945 accettò l’incarico di direttore generale delle Antichità e Belle Arti per dedicarsi alla ricostruzione dei monumenti danneggiati dalla guerra e il recupero delle opere d’arte trafugate.
Nell’arte romana rintracciò la presenza di una corrente colta, con influssi ellenistici, e di una corrente popolare, desunte dall’osservazione dei rilievi della Colonna Traiana, confluite grazie a un artista eccezionale, a cui diede il nome di “Maestro delle imprese di Traiano”.
Non fu solo un teorico, negli anni Cinquanta mise in pratica i suoi ideali creando una cooperativa autogestita tra i mezzadri che coltivavano i terreni familiari, e a cui cedette la proprietà delle sue terre.
Collaborò a Rinascita, Il Contemporaneo e l’Unità, interessandosi dei problemi della tutela del patrimonio artistico e dei rapporti tra intellettuali e politica. Fu presidente per molti anni dell’Istituto Gramsci (1957-1970) e poi redattore dello statuto sui beni culturali della Regione Toscana (1971).
L’uomo che non cambiò la storia
regia, soggetto e sceneggiatura Enrico Caria
montaggio Fabrizio Campioni
direttore della fotografia Giuseppe Schifani
supervisione musicale Pivio
disegni Spartaco Ripa
voce Ranuccio Bianchi Bandinelli, Claudio Bigagli
musiche di Daniele Sepe, Stefania Graziani, Tony Carnevale, Pivio (Pivio e Aldo De Scalzi)
ricerche d’archivio Nathalie Giacobino, Cecilia Spano
filmati e foto di archivio Istituto Luce Cinecittà, Fondazione Monte dei Paschi di Siena
Liberamente tratto da Il viaggio del Fuhrer in Italia di Ranuccio Bianchi Bandinelli, edizioni E/O.
Bianchi Bandinelli e la Colonna Traiana, regia di Luciano Emmer