Giovanni dal Ponte, protagonista dell’Umanesimo tardogotico fiorentino
Alla Galleria dell’Accademia di Firenze la mostra su Giovanni dal Ponte, interprete raffinato dell’Umanesimo tardogotico fiorentino. Prorogata fino al 17 aprile.
Molti sono i meriti di questa prima mostra monografica di circa cinquanta opere sul pittore fiorentino: aver riportato l’attenzione su un’artista di rilievo oggi meno famoso tra il vasto pubblico, la documentazione in ogni fase del percorso artistico di Giovanni dal Ponte grazie ai prestiti dall’Italia e alle opere giunte da varie istituzioni museali estere (National Gallery di Londra, il Museo Nacional del Prado di Madrid, il Musee Jacquemart-André dell’Institut de France di Parigi, Hartford, Baltimora, Bruxelles, Cambridge e altri), l’allestimento scenografico che sottolinea ed enfatizza tale percorso e il prezioso catalogo della mostra.
La mostra su Giovanni dal Ponte nasce dall’esigenza, come per altre esposizioni, di valorizzare le opere della Galleria, in questo caso l’Incoronazione della Vergine del pittore che è stata restaurata per l’occasione. Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia, ha voluto apportare significative innovazioni nella concezione dell’allestimento di grande impatto scenografico, caratterizzato dall’evocazione delle architetture tardogotiche riprodotte su stoffa e dalla cura delle luci sui fondi oro, che creano effetti suggestivi (meno facilmente leggibili, a causa dei riflessi, le targhe con le didascalie delle opere).
Pittore del primo Quattrocento, Giovanni di Marco (1385-1437/8) – ricordato come Giovanni dal Ponte nelle Vite del Vasari poiché abitava e aveva bottega a Firenze nella parrocchia di Santo Stefano al Ponte – occupò un ruolo rilevante nella storia della pittura fiorentina del primo Rinascimento. Il suo stile e linguaggio sono personali e al tempo stesso ricchi di inventiva. Conosceva le opere dei maggiori artisti operanti a Firenze all’inizio del XV secolo: Gherardo Starnina, Lorenzo Monaco, Lorenzo Ghiberti, Masaccio, Masolino e Beato Angelico.
La sua formazione artistica si fonda sulla tradizione trecentesca su cui si innesta l’influenza esercitata da Gherardo Starnina che, dopo il soggiorno in Spagna, introdusse a Firenze un’interpretazione profana della pittura tardogotica, influenzando lo stile di Giovanni.
L’opera più importante della sua prima fase è il trittico del Museo di San Donnino a Campi Bisenzio (1410 c.), in origine nella chiesa di Sant’Andrea a Brozzi.
Nel terzo decennio del Quattrocento Giovanni di Marco dimostra un’attenzione sempre maggiore per la nascente cultura rinascimentale, soprattutto Masaccio, come nel polittico che aveva al centro la Madonna col Bambino in trono (Fitzwilliam Museum, Cambridge), ai lati alcuni santi collocati nel Museo Bandini (Fiesole) e la predella degli Uffizi (con la Liberazione di San Pietro dal carcere; San Pietro in cattedra e i santi Ludovico e Prospero; Martirio di San Pietro; San Tommaso e San Giacomo maggiore, Luca e Giacomo minore, Andrea e Giovanni evangelista, Matteo e Filippo).
Dal 1427 circa Giovanni dal Ponte lavora in società con il pittore Smeraldo di Giovanni e insieme si specializzano nella fornitura di cassoni dipinti, genere molto in voga nella Firenze di quegli anni. Tra gli esemplari più belli di questa produzione è esposto in mostra l’elegante fronte di cassone del Museo Civico “Amedeo Lia” di La Spezia in cui sono raffigurati gli episodi finali del Teseida di Giovanni Boccaccio (Arcita morente e il suo rogo, Matrimonio tra Emilia e Palemone, Festeggiamenti per le nozze).
Il grande trittico con l’Incoronazione della Vergine e quattro santi della Galleria dell’Accademia è stato, insieme ad alcuni dipinti, oggetto di restauro eseguito in occasione di questa mostra. Il bellissimo tappeto, su cui poggiano i personaggi, ha recuperato la vivacità del suo colore verde, su cui spiccano i ricchi racemi dorati. La ripulitura ha fatto riemergere il gradino di base che l’artista aveva dipinto accuratamente con brani di ricercato naturalismo pittorico. Naturalismo sempre più evidente nelle sue opere come nel gesto tenero del Bambino che accarezza il volto della Madonna (Madonna dell’umiltà, 1415 circa) o che infila la sua manina nella scollatura della veste della Madonna (Madonna con Bambino in trono tra santa Margherita d’Antiochia e Santa Dorotea, nel Tabernacolo in via dei Tavolini).
In occasione dell’esposizione entrerà a far parte delle collezioni del museo un’altra opera di Giovanni dal Ponte, la dolce Madonna col Bambino in trono (proveniente dalla chiesa di Badia nel cuore di Firenze e conservata per molti anni presso la Certosa del Galluzzo) recuperata dal recente intervento di restauro. L’ultima fase dell’attività del pittore è documentata da una serie di opere datate che testimoniano il raggiungimento di un linguaggio personale che coniuga la tradizione trecentesca fiorentina con gli elementi rinascimentali che si andavano sempre più affermando. Si ricorda il ‘neo-trecentesco’ trittico della Badia di Rosano (Firenze) con l’Annunciazione e quattro santi (1434) e la pala della chiesa di San Salvatore al Monte di Firenze (post 1434) con la Madonna col Bambino, sei santi e una donatrice.
Tra i suoi affreschi molti sono andati perduti come in buona parte quelli dipinti (intorno al 1430) per la Cappella di San Pietro nella chiesa di Santa Trinita a Firenze e quelli nella Cappella del Giudizio nel Duomo di Pistoia di cui sono stati recuperati alcuni frammenti. Tra il settembre 1434 e l’ottobre 1435 affrescò le Storie di san Bartolomeo nella Cappella Scali di Santa Trinita. In ultimo risulta impossibile non soffermarsi sulla varietà e bellezza degli strumenti musicali dipinti da Giovanni. Il 19 novembre 1437 l’artista dettò il suo testamento, da cui emerge un notevole benessere economico e poco tempo dopo morì.
Interessante l’elegante il catalogo (Giunti) con copertina in tessuto nero, innovato da Cecilie Hollberg con una linea editoriale che garantisce interdisciplinarità tra storia dell’arte, organologia e restauro.
La mostra monografica dedicata al pittore è stata curata da Angelo Tartuferi e Lorenzo Sbaraglio, l’allestimento è stato progettato dall’architetto Piero Guicciardini.
SEDE: Galleria dell’Accademia di Firenze
via Ricasoli, 58, Firenze
(Fino 12 marzo 2017) Prorogata fino al 17 aprile
PREZZO BIGLIETTO: € 12.50 intero; ridotto: € 6.25
ORARIO: Martedì – domenica ore 8.15 – 18.50; la biglietteria chiude alle 18.05
Chiuso il lunedì , 25 dicembre, 1° gennaio
SERVIZIO VISITE GUIDATE: Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.290383
e-mail: firenzemusei@operalaboratori.com
Mercoledì 28 e giovedì 29 dicembre alle ore 17, la Galleria dell’Accademia di Firenze offre l’opportunità di visite guidate gratuite alla mostra. Per partecipare ai percorsi guidati gratuiti è necessario presentarsi alle 17 al meeting point, nei pressi della biglietteria muniti di biglietto di ingresso al museo. Si accettano partecipanti fino a 20 persone. Consigliata, ma non obbligatoria, la prenotazione che si può effettuare telefonando a Firenze Musei allo 055 294883.
SITO WEB: www.giovannidalponte.it