Valle d’Aosta. Donnas, salire ai vigneti
Salire e scendere lungo i vigneti di Donnas per conoscere il territorio che trovi nel bicchiere. Vini eroici di montagna, ruvidi, di carattere, dalla personalità inconfondibile.
Per Luigi Veronelli era necessario “camminare la terra” per conoscere i vigneti da cui un vino nasceva, per capire il lavoro degli uomini che vivono in armonia con il territorio e il loro amore per i prodotti della terra. In Valle d’Aosta se vuoi conoscere i vigneti e il lavoro eroico di chi li cura devi salire e scendere interminabili scale di pietra e saltare da un muretto di pietra all’altro. L’abbiamo fatto in compagnia del presidente delle Caves de Donnas, Mario Dalbard, ed è stata una esperienza unica.
Donnas è un piccolo paese della Bassa Valle d’Aosta (300 m s.l.m.) dove i Romani, nel primo secolo a.C., scalpellando nella viva roccia per più di 200 m., costruirono una strada e un arco di pietra sotto il quale transitavano i carri che percorrevano la via delle Gallie. I resti dell’antica strada romana (25 a.C.) sono visibili ancora oggi e fu usata fino al 1800. Donnas gode di un clima mite che permette di coltivare piante mediterranee (ulivo, limoni, palme , mimose) e che favorisce ancora oggi, come nel passato, la coltivazione della vite, come è dimostrato da numerosi documenti storici.
Mario Dalbard ci racconta come: “Tanti piccolissimi viticoltori, qualcuno con soli 300-400 metri di terreno, hanno deciso nel 1971, dopo aver ottenuto la DOC (Denominazione di Origine Controllata) per il vino di Donnas, di costituire una cooperativa col preciso scopo di tutelare e garantire la qualità del vino. Oggi, dei 40-50 ettari di vigneti, 25 sono coltivati dalla Cooperativa d Donnas, che conta una sessantina di soci conferitori. Cooperativa significa la partecipazione di tutti al lavoro, per la potatura come per l’imbottigliamento. Nel 1994 è iniziata anche l’acquisizione di vigne che sarebbero state, diversamente, abbandonate e che invece sono state poi gestite dalla cooperativa”.
Mentre saliamo, non certo senza affanno e immaginando quanto deve essere faticoso lavorare qui e trasportare una cassetta di uva, Mario Dalbard ci mostra i vigneti a pergola di antica tradizione e di difficile gestione considerate le forti pendenze (dai 350 ai 500 m). Le pergole di proprietari benestanti, vicine a nobili dimore, hanno come sostegni delle colonne in pietra. Tale coltivazione è possibile grazie ai terrazzamenti secolari, strappati alla montagna, trattenuti da muri in pietra alti anche quattro metri. La lavorazione è interamente manuale. Si lavora anche in inverno, mentre il vino matura, si costruiscono e si riparano le pergole, si pota e poi si legano i tralci. Le vendemmie iniziano nella seconda metà di ottobre col Nebbiolo-Picotendro – quest’anno il 4 ottobre – e terminano a metà novembre con la vendemmia tardiva dei grappoli già un poco appassiti di Nebbiolo per il Vieilles Vignes.
A Donnas, da sempre, si coltiva il Nebbiolo, vitigno per grandi rossi da invecchiamento (di cui si hanno notizie a partire dal 1200), coltivato nell’Albese, nelle Langhe, nel Novarese, nella Valtellina e nella Bassa Valle d’Aosta e Canavese (con la denominazione Picotendro o Picotener). Richiede una potatura lunga che ben si adatta alle pergole (alte circa due metri, costruite con pali di castagno selvatico). Oltre al Nebbiolo, si coltivano i vitigni da uve rosse di Freisa e Neyret e gli autoctoni Vien de Nus e Fumin. Il terreno è ghiaioso, sabbioso, drenante e l’escursione termica è molto forte.
Tra salite e discese continue Mario Dalbart ci fa scoprire i caratteristici Barmets (tr. dal dialetto: cantine scavate sotto la roccia). Freschi e accoglienti rifugi durante l’estate per bere in compagnia un buon bicchiere di vino.
Abbiamo visitato anche la sede della Cooperativa (nella zona di origine del vino), dotata di moderni impianti di vinificazione e di una lunga linea di botti in rovere per l’invecchiamento. Ha una capacità di incantinamento di circa 1600 hl. Provvede alla raccolta delle uve, alla vinificazione e alle commercializzazione del vino per una produzione annua media di 150.000 bottiglie.
Il vino è raccolto in tini di acciaio dove la temperatura è tenuta sotto controllo (non deve superare i 23-24 gradi). La fermentazione dura circa 10 giorni. L’invecchiamento è fatto in botti grandi di rovere francese. La fabbrica di botti è la ‘Gamba’ (piemontese, vicino Asti), proprietaria di foreste in Francia, essicca direttamente i legni. Le botti piccole sono riservate al Napoleon.
Non è mancata la degustazione dei rossi.
Valle d’Aosta D.O.C. – Donnas 2014 (95% Nebbiolo Picotendro e 5% Freisa). Sta in botti grandi da 25 hl di rovere francese 15 mesi. Colore tra il rosa corallo e granata chiaro, buona acidità, lievemente sapido, note un po’ asprigne e ruvide, fresco, ancora giovane.
Valle d’Aosta D.O.C. Nebbiolo Picotendro (vale a dire dall’acino piccolo e tenero). Picotendro è il nome con cui viene designato il Nebbiolo a Donnas, così come è documentato sin dal 1500. Il vino deriva da 100% di uve di Nebbiolo, dopo la fermentazione in acciaio viene affinato per alcuni mesi in piccole botti di rovere. Grado alcolico: 13. Il colore è rosso rubino con riflessi porpora, profumi fruttati di lampone e marasca con sentori speziati di vaniglia e chiodi di garofano. Note di frutti di bosco, spezie, lievemente acido e tannico con leggero finale mandorlato.
Valle d’Aosta D.O.C. Donnas Napoléon 2014. Uve di Nebbiolo (Picotendro) 100%, affinamento 14-18 mesi in piccole botti di rovere. Prodotto con questo nome per ricordare il bicentenario del passaggio in Valle d’Aosta di Napoleone, che, fermatosi a Donnas nel maggio del 1800, riuscì a degustare e apprezzare il vino di Donnas. Mario ci riferisce l’aneddoto secondo cui: “Napoleone, che passò il San Bernardo ‘per liberare l’Italia’, arrivò fino a Bard. I suoi soldati trovarono una cantina dove si diedero a bere lasciando però il rubinetto aperto. Il padrone della cantina, per tale spreco, chiese a Napoleone di essere indennizzato. Questo acconsentì solo a condizione che il vino fosse buono. Il risultato fu che il proprietario ampliò di parecchio la sua proprietà, segno che intascò i soldi da Napoleone.”.
Colore: rosso rubino con riflessi granata, odore lieve di frutti rossi (lampone e marasca) sentori di spezie, gusto secco, speziato, lascia la bocca pulita, asciutta, un Nebbiolo alpino. Grado alcolico: 13,50. Indicato in abbinamento con carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati.
Infine il nostro preferito. Vallée d’Aoste DOC Donnas Supérieur Vieilles Vignes 2014 (uve selezionate di Nebbiolo e affinamento per almeno 20 mesi in botti di rovere).
Vino di classe delle vigne più vecchie della Cooperativa, alcune sono centenarie. Vigneti coltivati a pergola, che ha bisogno di oltre 10 anni per una buona produzione. Vendemmia tardiva a novembre, si attendono se possibile anche 2-3 settimane più.
Si tratta di un vino che fa parte della tradizione enologica locale quando i viticoltori, nelle annate migliori, si riservavano una piccola parte delle loro uve, le ultime vendemmiate, sottoponendole a una vinificazione tardiva e particolare. Colore rosso rubino, profumi di frutti di bosco (marasca e rosa canina), sapore secco, fruttato, polposo, acidità e persistenza. Abbinamento consigliato: carni rosse, selvaggina, formaggi e salumi stagionati. Grado alcolico: 14.
Foto e video di Marco De Felicis
Informazioni
Caves Cooperatives De Donnas
Via Roma, 97 – 11020 DONNAS
Telefono : 0125/807096
Fax : 0125/808957
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