Venezia 75. “El Pepe, una vida suprema” di un uomo immenso, di Emir Kusturica
“El Pepe, un vida suprema”, film ‘fuori concorso’ di Emir Kusturica su Pepe Mujica, ha conquistato il cuore degli spettatori. Un protagonista della storia, e del film, che è una persona immensa, coerente con i suoi ideali.
Emir Kusturica (Il tempo dei gitani, Arizona Dream, Gatto nero, gatto bianco) ha filmato un’utopia raccontando la vita e l’impegno politico di Pepe Mujica. Una vita trasparente, coerente con i suoi ideali, una persona umile che ha lottato e combattuto per la libertà e il suo popolo. Un presidente che è stato amato, più che votato, dalla sua gente e quando è diventato presidente dell’Uruguay è rimasto fedele ai suoi principi. Al centro della sua ideologia sta l’amore per la vita e per la natura.
Il film ricostruisce, abilmente con filmati e foto d’epoca, i primi anni di impegno politico di Mujica, attivista e guerrigliero della sinistra latinoamericana durante la dittatura.
Vedere concentrata la sequenza dei golpe militari nell’America Latina, nell’arco dei primi anni Settante (Bolivia, Uruguay, Cile, Argentina) fa venire i brividi. Per Mujca furono anche gli anni, dodici, di carcere. Una detenzione dura, un periodo difficile di solitudine ma anche formativo, come racconta lui stesso quando afferma che non sarebbe la persona che è oggi se non avesse vissuto queste difficoltà. Sia l’impegno politico che l’amore l’uniscono da allora alla moglie. Il regista ripercorre, attraverso le interviste, la sua ‘vida suprema’. Il viaggio di una ‘vida’ di un leader mondiale amato dal suo popolo e che continua a impegnarsi e a credere in un futuro migliore. Il film è un confronto, tra il regista serbo e l’ex presidente, politico, filosofico, estetico e lirico.
Presenti alla conferenza stampa al Lido: Hugo Sigman (produttore), Pepe Mujica ed Emir Kusturica. La presenza di Pepe Mujica ha catalizzato l’attenzione dei presenti. Alla domanda su cosa ne pensa del movimento #metoo e della condizione della donna, Mujica ha esteso il discorso sulle donne focalizzando l’attenzione su quelle più povere e svantaggiate:
Sento una preoccupazione doppia: sono cosciente della situazione patriarcale, delle classi sociali e sono cosciente delle donne più umili che devono affrontare la maternità e povertà. Molte donne abbandonate vivono in uno stato di povertà. Vorrei che il femminismo non si dimenticasse delle classi sociali più umili”.
La libertà è l’unico obiettivo per Emir Kusturica: “Nella mia vita ho sempre avuto grande libertà e per questo mi sento un privilegiato. Anche fare questo film è stato un gesto di libertà. Io mi sento libero e realizzo quello che voglio fare. Quando ho avuto abbastanza tempo per leggere i documenti mi sono trovato in mezzo a una cosa che mi interessava. Abbiamo una società patriarcale, fake news, false destre e false sinistre, e un’evoluzione passa attraverso la maternità consapevole. Nella seconda metà del ventesimo secolo abbiamo avuto uomini che si sono interessati al denaro, al capitalismo. Mujica è un uomo che dedica il 70% del proprio salario ai poveri dell’Uruguay”. Ha ridotto notevolmente la povertà nel suo Paese”.
Il produttore Hugo Sigman ha raccontato come: “Per realizzare il documentario ci sono voluti quattro anni. C’è una perfetta coincidenza in Pepe Mujica tra essere e apparire. Un presidente che è la stessa persona nel quotidiano. Sono produttore e amo il cinema. Ho seguito il percorso di Kusturica: la combinazione tra la sua estetica con Mujica. Ci siamo commossi perché Kusturica sembrava volesse fare un regalo a Mujica. L’ha concepito come la testimonianza di un sogno che lui voleva realizzare. La politica dovrebbe essere questo”.
Mujica, vittima di una dittatura, alla domanda su come crede che il Venezuela possa uscirne, ha risposto:
Dicono che Dio sia potente, io che sono un comune mortale non ho un’idea in proposito ma ho fiducia nei popoli malgrado i dolori e le disgrazie che sopportano. A volte i popoli hanno bisogno di aiuto anche se a volte gli aiuti che arrivano sarebbe meglio non averli. In America Latina non abbiamo bisogno del sostegno esterno. L’America Latina ha ricevuto tanti popoli. Non si può organizzare un rifugio per tutti ma i ricchi debbono capire che la globalizzazione esiste, i poveri del mondo sono dell’umanità. Siamo nella stessa barca e le responsabilità dei ricchi sono il doppio. Stiamo rischiando l’olocausto ecologico. Ho fiducia che il Venezuela possa uscirne da solo.
Kusturica è alla ricerca di: “una società giusta e da lui ho imparato che un presidente può essere una ispirazione per il popolo. ‘Se ti ha votato una maggioranza non puoi vivere come una minoranza’. La crisi dei migranti c’è sempre stata e non ci chiediamo il perché vengono in Italia. Queste crisi vengono prodotte dal sistema in cui viviamo. Perché non vanno negli Emirati Arabi, perché vengono nel mondo civilizzato? Gli inglesi e i francesi hanno determinato la crisi in Libia. Tutti parlano della crisi e nessuno parla o si chiede cosa ha prodotto questa crisi. Bisogna trovare un mercato onesto per produrre un socialismo autentico”.
A proposito dell’immigrazione El Pepe ha sottolineato che interessa l’intero pianeta:
In realtà io credo sia necessario rispettare le ferite profonde. in Africa sono stati commessi errori madornali. Ci sono state tradizioni non rispettate e altre imposte. Tutto quello che abbiamo viene dalle grandi tradizioni africane. Gli africani hanno lavorato la terra in luoghi diversi. Dovrei parlare della schiavitù e dello sfruttamento, ma non c’è tempo. Bisogna portare l’acqua in Africa, noi siamo in debito con loro. O l’Europa fa un ‘piano Marshall’ oppure non so dove finiremo. Il Mediterraneo è un cimitero molto vasto ma le donne africane sono più forti, fanno sei-otto figli. La Nigeria in un secolo supererà la popolazione cinese. La mia filosofia è stoica, pochi impegni e legami materiali con la vita, per avere tempo per vivere. Se ho molti impegni materiali la vita se ne va. Le cose vive ci danno affetto. La libertà c’è l’hai dentro la tua testa.
Alla fine della proiezione in Sala Grande una standing ovation del pubblico, visibilmente commosso, ha salutato El Pepe e Kusturica, che ci hanno regalato un sogno, una speranza.
Sito: https://www.labiennale.org/it/cinema/2018