73. Mostra del Cinema di Venezia. Frantz, occasione mancata
FRANTZ di François Ozon è un raffinato mélo sul primo dopoguerra. Paula Beer, nei panni di Anna, si è aggiudicata il premio Marcello Mastroianni per la miglior giovane attrice.
François Ozon si presenta per la terza volta al Lido di Venezia ma non riesce ad aggiudicarsi il premio come miglior film. Il tocco elegante del cinema francese si limita in Frantz a un’operazione estetizzante che non regala emozioni. Ottima l’idea di raccontare una storia del primo dopoguerra dal punto di vista dei tedeschi, dalla parte dei perdenti, che però si risolve in una trama scontata che appesantisce il melodramma nonostante la sua confezione raffinata.
L’uso del bianco e nero evoca le immagini d’archivio mentre le scene a colori sono un’esplicito richiamo alla vita. Il filo conduttore del film è il senso di colpa provato dai protagonisti nei confronti di Frantz, deceduto in guerra. Uno dei temi affrontati dal film è la menzogna, fino a che punto, e se, è lecita per proteggere gli altri. La verità incofessata di Adrien, la menzogne di Anna per proteggere i genitori di Frantz che hanno perso il figlio, ma sono anche i segreti del fidanzato (morto) Frantz che non le aveva detto nulla della sua vita parigina. Alla fine la verità, come sempre, si dimostrerà rivoluzionaria emancipando la vita dei protagonisti. Altra tematica interessante, e molto attuale, del film è il nazionalismo, le sue chiusure e le sue conseguenze. Il regista, pur trattando di argomenti universali o attuali, non riesce ad approfondire, a coinvolgere lo spettatore nonostante i raffinati inserti artistici come il violino, la sua musica o i quadri del Louvre. Buona l’interpretazione dei due protagonisti Paula Beer (Anna) premio Marcello Mastroianni per la miglior giovane attrice) e Pierre Niney (Adrien).
Frantz sarà distribuito nelle sale italiane dal 22 settembre.
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