Gioielli d’arte in Tuscia: S. Maria in Falleri
Nella Tuscia, in mezzo a una natura prorompente sbucano basolati dell’antica via Amerina, una chiesa cistercense e una città che attende di riemergere.
Tanti secoli fa il vulcano Vicano smise di eruttare lava e la materia incandescente si trasformò in tufo rossiccio che il fiume Treja, insieme ai suoi affluenti, ha scavato creando profondi dirupi e valli chiamate ‘forre’, efficaci difese naturali. Questo territorio impervio e affascinante, protetto a nord dai boschi dei monti Cimini, arriva fino a Calcata e Nepi, entrambe delimitate da gole. In questa terra fatta di vuoti (le forre), pianori tufacei e pieni (i rilievi), vivevano i Falisci, antica popolazione alleata e contemporanea degli Etruschi.
La loro capitale era Falerii Veteres, corrispondente all’attuale Civita Castellana. Nel 241 a.C. Falerii Veteres fu distrutta dai Romani, che ne trasferirono gli abitanti in una zona pianeggiante più facile da controllare: Falerii Novi (nel comune di Fabrica di Roma), una città attualmente sepolta che attende di ritornare alla luce. Al centro della città – difesa da 50 torri rettangolari e una imponente cinta muraria di blocchi di tufo, visibile ancora oggi nonostante la vegetazione – si incrociavano perpendicolarmente il decumano e la via Amerina che collegava Roma con l’Umbria (Amelia, l’antica Ameria). La via Amerina, rimasta in uso fino al Medioevo, arrivava fino a Ravenna ed era chiamata ‘corridoio bizantino’.
A Falerii Novi, nel 1140, giunsero dalla Francia i monaci cistercensi e fondarono proprio su un tratto della via Amerina (visibile all’interno della chiesa) l’abbazia di Santa Maria in Falleri, a tre navate corrispondenti ai tre oculi sulla facciata, coro e cinque absidi semicircolari (caso unico in Italia). Già alla fine del XIII secolo l’Ordine cistercense, colpito da una crisi economica e religiosa, abbandonò (1355) la chiesa che si trasformò in tenuta agricola e finì per essere saccheggiata dalle truppe napoleoniche (1798).
Santa Maria in Falleri, uno degli esempio meglio conservati di architettura cistercense, è stata eretta con blocchi di tufo e presenta rifiniture in peperino e marmo.
Il nome del committente è inciso sugli stipiti ai lati dell’entrata, dove si leggono i nomi di Quintavalle, Lorenzo e il figlio Jacopo, marmorari romani della famiglia dei Cosmati (a queste maestranze è da attribuibire anche il portale centrale del Duomo della vicina Civita Castellana). I capitelli, diversi, provengono uno dall’antica città romana di Falerii Novi e altri sono duecenteschi. All’interno del transetto sono visibili i resti dell’antica via Amerina, completi dei canali di scolo delle acque.
Nel 1910 la chiesa (che era diventata proprietà privata) entrò a far parte del demanio statale, eccetto il monastero che rimase proprietà privata. Negli anni Settanta la chiesa era completamente in stato di abbandono e la volta era crollata, soltanto la volta a botte centrale resisteva, vi pascolavano le mucche ed era usata come ricovero per animali. Il sindaco di allora chiamò Massimo Pallottino, etruscologo, che prese a cuore le sorti della chiesa e si attivò per recuperarla.
Nella chiesa è stato girato il film con Vittorio Gassman ‘Brancaleone alle crociate’ (di Mario Monicelli, 1970). Soltanto negli anni ’90 la chiesa fu oggetto di importanti restauri ed ebbe finalmente la sua copertura. Doriano Pedica, che da qualche decennio non solo studia la chiesa ma se ne occupa facendo anche da guida esperta, racconta: “Dopo che la chiesa fu restaurata rimase comunque chiusa. Quindici anni fa un concittadino espresse il desiderio di sposarsi in questa abbazia. Fu così che la chiesa, dopo pressioni e richieste, fu data in convenzione al Comune. Attualmente è aperta ogni sabato e domenica e ‘a richiesta’ (conta 5.000 visite annuali). Io in questa chiesa ci vivo, sto bene qui dentro, ciò che ho scoperto qui fa parte della mia vita.” In effetti nella chiesa si prova una sensazione di pace dovuta all’atmosfera sospesa, lontano dal frastuono contemporaneo ci si lascia andare alla sua pura e semplice bellezza. Mettendo sempre più a fuoco le sue pareti emergono, a poco a poco, incisioni e simboli probabilmente riferibili ai cistercensi. All’interno sono stati collocati anche un antico cippo, ex voto dedicato ai Lari, e la base di una statua dedicata a Cornelia Salonina, moglie dell’imperatore Gallieno, nato e cresciuto nella zona.
Fabrica di Roma – Santa Maria in Falleri
Orario di apertura: sabato-domenica 10:00-13:00 (è consigliabile la prenotazione telefonica).
Sono possibili aperture durante i giorni feriali per appuntamento telefonando a:
Ufficio Cultura del Comune di Fabrica di Roma 0761 569001
Dormire
Fattoria Lucciano
Borghetto di Civita Castellana – Viterbo
Tel. +39 0761 540464
https://www.fattorialucciano.com
Doppia con colazione da 70 EURO. Agriturismo, con produzione biologica.
Hotel Aldero****
Loc. Quartaccio 00133 00133 Civita Castellana 00134 Fabrica di Roma – Viterbo
Tel. +39 0761 514757
www.aldero.it
Doppia da 70 EURO inclusa colazione
Mangiare
Ristorante Beccofino
Via delle Palme, 18 – Civita Castellana – Viterbo
Tel. 0761 540776
www.ristorantebeccofino.it
(Gambero Rosso 2016 Roma) – 50 EURO
Ambiente elegante in un edificio cinquecentesco, servizio professionale e menù raffinato. Attenzione alle materie prime, locali e ricercate. Lo chef è abile nel procurarsi squisitezze come erbe selvatiche e cacciagione con cui variare e arricchire il menù. Proposte sia di mare che di terra. Il semifreddo alle nocciole superlativo.
Le Ghiottonerie
Via Cristoforo Colombo, 2 – Civita Castellana (VT)
Tel. 0761 513314 – cell. 335 8058461 – 328 1526286 – 320 4770792
Gastronomia d’asporto, pizzeria, friggitoria, catering e banqueting. Solo pochi posti a sedere ma molti clienti che portano a casa piatti su ordinazione o già pronti. La cucina di Leonardo, Catia e Vincenzo è legata a materie prime fresche e genuine. Piatti della tradizione eseguiti in modo impeccabile e fritti ghiotti, leggeri e digeribilissimi.
I Santi – Pasticceria, Cioccolateria, Caffetteria e Panetteria
Via Borgo Umberto – Corchiano (VT)
Tel. 0761 572518
Le denominazioni non sono sufficienti a identificare il poliedrico locale di Emanuele e le iniziative culturali proposte. Non c’è un prodotto, ad iniziare dal pane, che non venga eseguito in modo impeccabile. La pasticceria è freschissima e a prova di golosi. La cioccolateria raffinata. L’ambiente piacevole e accogliente. Tra le iniziative culturali: ‘Libri e caffè’ e ‘Golosi accordi’ pianoforte live a colazione la domenica. Bonus per la parete libreria, che ti fa sentire come a casa.