Venezia 71. “Anime Nere”, “Il giovane favoloso” e “Hungry Hearts”
A Venezia tre film italiani in concorso. La competizione quest’anno si fa piuttosto dura, molti film hanno già riscosso gli applausi del pubblico e sembrano destinati al successo.
Tra questi Pasolini di Abel Ferrara che racconta le ultime 24 ore (2 novembre 1975) del regista-poeta-scrittore interpretato da Willem Dafoe. Il quale ha «cercato di abitare la sua vita e di incarnare le sue azioni e le sue riflessioni in quelle ultime ore». Dopo aver trascorso un po’ di tempo con la madre e gli amici esce in cerca di avventure, verrà trovato morto la mattina dopo su una spiaggia di Ostia. Anche 99 Homes potrebbe avere delle ambizioni per la sua tematica attuale e l’esplorazione del baratro tra etica e immoralità, disponibilità a vendersi per soldi e integrità. La sfida è accesa anche tra i film italiani.
La sceneggiatura de Il giovane favoloso di Mario Martone e della moglie, Ippolita Di Majo, è ispirata, al fine di ricostruire la personalità di Giacomo Leopardi, agli scritti e all’epistolario del poeta. Martone fa emergere un uomo «ironico, socialmente spregiudicato, un ribelle, per questa ragione spesso emarginato dalla società ottocentesca», non soltanto ‘matto e disperatissimo’ per lo studio. È la storia di un genio con i suoi amori e le sue avventure. A Venezia sia Martone che Elio Germano, che interpreta Leopardi, hanno conquistato il pubblico e la critica.
Le scuole dovrebbero proiettare questo film quale segno di espiazione per averci da sempre propinato un’immagine di Leopardi malato e triste, che non conquista, e per non averci fatto condividere la sua ‘spinta verso la libertà’. La stampa ha accolto commossa e plaudente il film di Saverio Costanzo Hungry Hearts ponendo i suoi ‘Cuori Affamati’ d’amore tra i favoriti per il Leone d’Oro. Un film drammatico, ambientato a New York, in cui una giovane coppia innamorata (Mina e Jude, Alba Rohrwacher e Adam Driver) farebbe qualsiasi cosa per amore del figlio.
Il bambino per Mina è qualcosa di così speciale che lo protegge da tutto, dall’inquinamento, dal cibo pericoloso, coltiva un piccolo orto-serra di cui si nutre. Il bambino però deperisce a causa del suo integralismo alimentare e questo scatena un conflitto sotterraneo tra i due genitori. Tra i premiandi anche Anime Nere di Francesco Munzi, benché doppiato (perchè in dialetto calabrese) è un film italianissimo. Ambientato in un impervio e selvaggio Aspromonte è stato girato ad Africo con la partecipazione degli abitanti il cui dialetto è stato rispettato, quale elemento distintivo del luogo e della famiglia protagonista del film.
La vita di tre fratelli segnati dalla morte del padre e dal legame con la ‘ndrangheta che non è più una struttura arcaica ma si è integrata alla criminalità internazionale con il business della droga, pur mantenendo tutto il suo apparato tradizionale. Rocco sembra condurre una vita borghese a Milano ma i suoi soldi derivano dai traffici di droga di Luigi mentre il più grande, Luciano, ricerca una dimensione arcaica. Un film noir, dai toni e i vestiti scuri della malavita calabrese ma con un finale catartico.