“Lunana, il villaggio alla fine del mondo” è arrivato a Hollywood
Lunana, candidato al premio Oscar 2022 come Miglior Film Internazionale, dal 31 marzo al cinema
“Un maestro può toccare il futuro”, questa frase, pronunciata più volte, è il cuore del film Lunana: a Yak in the Classroom, che arriva in sala in Italia con il titolo: Lunana, il villaggio alla fine del mondo. Il film è stato girato con un budget irrisorio, con attori per la maggior parte non professionisti e in un remoto villaggio himalayano senza elettricità. Girato in un Paese, il Bhutan, tra i più difficili da visitare (ultimo Paese al mondo, nel 1999, ad aprire alla televisione e a Internet) eppure è arrivato alla notte degli Oscar con la nomination quale miglior film internazionale.
Il Bhutan celebra con questo film l’importanza della cultura e dell’insegnamento. In questo Paese si misura non il PIL ma il FIL, l’indice di Felicità Interna Lorda, ovvero il benessere della popolazione. I criteri che contribuiscono a questa valutazione sono: la qualità dell’aria, la salute dei cittadini, l’istruzione e la ricchezza dei rapporti sociali. Questo Paese è tra i più poveri dell’Asia ma risulta, da un sondaggio, la nazione più felice del continente.
Il Dalai Lama, sostenitore del FIL, ha dichiarato: «Come buddhista, sono convinto che il fine della nostra vita è quello di superare la sofferenza e di raggiungere la felicità. Per felicità però non intendo solamente il piacere effimero che deriva esclusivamente dai piaceri materiali. Penso ad una felicità duratura che si raggiunge da una completa trasformazione della mente e che può essere ottenuta coltivando la compassione, la pazienza e la saggezza…».
Il programma politico del Bhutan ha tra i suoi obiettivi: migliorare l’istruzione, la protezione dell’ecosistema e lo sviluppo delle comunità locali. Il governo bhutanese assicura l’istruzione gratuita. Questa è praticata in l’inglese mentre la lingua nazionale è lo dzongkha.
Questo è un film speciale, che emoziona e conquista il cuore. Il film è la storia di un giovane bhutanese, Ugyen (Sherab Dorji), che cerca di sottrarsi ai suoi doveri di insegnante perché sogna di andare in Australia per diventare un cantante.
Nel tentativo di farlo ravvedere, e per completare così il suo periodo di insegnamento, i suoi superiori lo inviano nella scuola più remota del mondo, nel villaggio di Lunana a 4.800 metri di quota. Inutile dire che Ugyen non prende bene la decisione di essere esiliato dalle sue comodità e aspirazioni occidentali. Dopo un cammino di otto giorni raggiunge Lunana, dove mancano l’elettricità, i libri di testo e persino una lavagna. Sebbene poveri i 56 abitanti del villaggio accolgono amorosamente il nuovo insegnante.
Questo si trova ad affrontare il difficile compito di insegnare senza strumenti didattici. Avvilito comunica subito al capo-villaggio la sua intenzione di tornare a casa. Ma poco a poco viene contagiato dalla serenità incondizionata degli abitanti del villaggio, dotati di una forza spirituale in grado di affrontare le avversità del luogo. I bambini lo adorano dimostrandogli il loro affetto e gratitudine per essere un riferimento nella costruzione del loro futuro.
Viene spontanea la domanda: i bhutanesi sono davvero così felici? Molti di loro lasciano il Paese, la terra della felicità, per cercare di seguire le proprie aspirazioni nelle moderne e sfavillanti città dell’Occidente. Durante questo il viaggio spesso si acquisisce la consapevolezza che quello che cerchiamo è dentro di noi e che la felicità non è una destinazione ma il viaggio.
Lunana significa“valle oscura”. Il villaggio è così isolato che ancora oggi manca l’elettricità e il collegamento alla rete cellulare. Proprio per l’assenza di strutture la produzione del film si è avvalsa di batterie a carica solare.
Pawo Choyning Dorji, regista e sceneggiatore di Lunana, è uno scrittore, fotografo e regista del Regno del Bhutan. Pawo ha iniziato a dedicarsi al cinema nel 2012, quando ha lavorato come assistente di Khyentse Norbu per il film Vara: A Blessing. Per portare l’attrezzatura del film a Lunana, distante otto giorni di viaggio, sono stati necessari 65 muli.
A Lunana la gente è molto diversa dal resto del mondo e dal Bhutan stesso. Pawo, pur girando ai confini del mondo, ha affrontato due temi universali, la ricerca della felicità e il senso di appartenenza: “Volevo mostrare che anche se in un mondo così lontano, le speranze e i sogni che collegano l’umanità sono gli stessi”.