Siena, la “Madonna del solletico” di Masaccio, tenerezza in mostra fino al 2 novembre 2021
Nella Cripta del Duomo di Siena la mostra dedicata alla committenza del cardinal Antonio Casini, principe senese della Chiesa
A Siena, nel Complesso monumentale del Duomo, è in corso la mostra dedicata alla committenza del cardinal Antonio Casini, vescovo di Siena tra il 1408 e il 1426. Colto umanista e teologo è stato un principe della Chiesa al centro della politica religiosa del suo tempo. Tanto da essere definito da un diplomatico senese “lo altro papa”. Nella sua collezione di opere d’arte spicca una piccola tavola di Masaccio: la Madonna col Bambino detta ‘del solletico’ (cm 24,5 x 18). Un’opera estramamente raffinata in cui il pittore ha usato oro su foglia punzonato e inciso, azzurro oltremarino, malachite e vermiglione.
Sul verso della tavola il cardinale volle far dipingere il suo stemma a scudo con sei stelle rosse su campo giallo, con una banda nera al centro croce dorata sormontata da un cappello cardinalizio. Una prova tangibile del legame intenso del Casini con la Vergine Maria e il giovane pittore. L’opera è un prestito concesso dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike D. Schmidt, alla Fabbriceria senese.
Antonio Casini nacque (per via paterna) da una eminente famiglia di archiatri pontifici. Mentre la madre era imparentata con la famiglia Colonna. La stessa di papa Martino V, dal quale Casini fu creato prete cardinale. Come osserva Antonio Paolucci, che ha contribuito alla realizzazione della mostra: “è ragionevole pensare che la Madonna del solletico sia stata dipinta in quella occasione o poco dopo”.
In questo dipinto si incontrano il destino del cardinale, già vescovo di Siena che con la nomina cardinalizia tocca il culmine della sua carriera politica, e di Masaccio, giovane artista che si sta affermando sulle piazze di Firenze e della Toscana. Due uomini, Masaccio e il Casini, diversi per rango sociale e censo ma giunti fino a noi attraverso una piccola tavola in cui una Madonna-mamma gioca teneramente con il suo Bambino. La Madonna, rimasta ignota per cinque secoli, è riemersa nel 1947 a Firenze, in occasione del recupero delle opere razziate nella Seconda Guerra Mondiale. Fu così denominata e attribuita a Masaccio da Roberto Longhi.
Conosciamo le fattezze del cardinal Casini dal rilievo di Jacopo della Quercia (esposto in mostra). Il prelato è inginocchiato e orante davanti alla Vergine. Il cardinale ha lasciato, all’interno del Complesso del Duomo di Siena, un’eredità artistica significativa. Il rilievo di Jacopo della Quercia nella Galleria delle Statue del Museo dell’Opera, la copia del suo testamento nell’Archivio dell’Opera della Metropolitana e l’elegante pastorale in avorio con il Battesimo della Sala del Tesoro.
Il pastorale, in cui probabilmente è effigiato Casini, fu donato alla Cattedrale quale insegna significativa del suo mandato: “quando fu vescovo qui”. Il baculo, imitando quello utilizzato dai pastori, simboleggia l’autorità episcopale. Rinvia al Vangelo di San Giovanni in cui Cristo è il buon pastore che guida il suo gregge.
A confronto le curatrici hanno esposto anche la Madonna delle ciliegie del Sassetta (Museo d’Arte Sacra della Diocesi di Grosseto). Proprio per evidenziare lo stile reazionario di quest’ultimo, che ha come riferimento la cultura figurativa del Trecento senese, e quello più innovatore del Masaccio.
Nella città eterna il cardinale si occupò della chiesa titolare di San Marcello al Corso. Per la Basilica di Santa Maria Maggiore commissionò la grande pala dipinta su due lati, dove Masaccio e Masolino si confrontarono. In questa il Casini predispose di essere sepolto, legando così se stesso alla basilica esquilina sia in vita che da morto (1439).
Corredano l’itinerario espositivo alcuni manoscritti. Tra i questi il Cerimoniale dei vescovi miniato da Martino di Bartolomeo (concesso in prestito dalla Biblioteca Laurenziana di Firenze). Qui il cardinale Casini è raffigurato intento a leggere. Mentre nel Messale romano della Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena, con carte decorate da un miniatore senese intorno al 1428-30, il cardinale è rappresentato genuflesso ai piedi del Cristo crocifisso. Le nappe del suo galero, deposto sotto il teschio di Adamo, sembrano continuare i rivoli rossi di sangue che sgorgano dai piedi del Crocifisso.
L’esposizione promossa dall’Opera della Metropolitana è ideata e organizzata da Opera Laboratori, con la collaborazione dell’Arcidiocesi di Siena – Colle di val d’Elsa – Montalcino, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto, Arezzo e della Biblioteca comunale degli Intronati.
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