Venezia 76. Madre, un film su un’assenza
“Madre” di Rodrigo Sorogoyen, un film sulla maternità in assenza di un figlio. Premio Orizzonti Migliore Attrice a Marta Nieto
Un film in assenza del protagonista: il figlio scomparso. Un film per sottrazione, cosa rimane quando un figlio scompare? In realtà non c’è nemmeno il padre, il figlio era con lui al momento della scomparsa. Madre è basato sull’omonimo corto candidato all’Oscar e l’attrice Marta Nieto ha ottenuto il Premio Orizzonti come Migliore Attrice.
L’inizio del film è forte, d’attacco, si entra subito drammaticamente nella storia di una madre che parla al telefono con il figlio di sei anni, per l’ultima volta, si è perso su una spiaggia delle Landes e non riesce a trovare il padre. Stacco: il film continua dopo dieci anni dalla scomparsa. Elena (Marta Nieto) lavora in un ristorante su quella spiaggia dove, presumibilmente, il figlio si è perso e non rinuncia alla speranza di rivederlo.
Il desiderio di ritrovarlo è così forte da farle scorgere in ogni adolescente le sembianze del figlio. Così si convince di rivederlo in Jean (Jules Porier), che gli somiglia, l’aspetta sulla spiaggia, crea occasioni per incontrarlo. Nasce tra i due così un rapporto ambiguo. Ma Elena non è pazza – come ha dichiarato il regista – è “devastata”. Il film inizia con la paura e termina con l’amore. Una madre che potrà, dopo dieci anni, dire “addio” al proprio figlio.
Secondo Rodrigo Sorogoyen, il regista: “Madre è una storia d’amore. Un amore speciale, quello di una madre per il figlio nel corso del tempo. Una madre che non ha potuto salutare il figlio e che ora è pronta a farlo. …un viaggio dalla paura all’amore”. Una storia basata sul mistero, su un rapporto inquietante e una suspense quasi magica.
INFORMAZIONI
aaa