“Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile” alla Galleria Corsini
La prorompente arte di Mapplethorpe in una quadreria settecentesca: un audace e illuminante confronto. Alla Galleria Corsini fino al 30 giugno 2019.
In occasione del trentesimo anniversario della morte di Robert Mapplethorpe (1946-1989), la Galleria Corsini ha organizzato una mostra in collaborazione con la Robert Mapplethorpe Foundation di New York, istituita dall’artista stesso nel 1988. La mostra rientra in una serie di esposizioni dedicate al fotografo del Queens, tra cui le mostre al Guggenheim Museum di New York e al Museo Madre di Napoli. Mapplethorpe studia al Pratt Institute di Brooklyn: disegno, pittura e scultura. Inizia a realizzare collage con diversi materiali ispirandosi ad artisti come Joseph Cornell e Marcel Duchamp.
Solo nel 1970, quando acquisisce una Polaroid dal regista e artista Sandy Daley, inizia a scattare fotografie che inserisce nelle sue opere. Nel 1975 riceve in regalo dal compagno Sam Wagstaff una fotocamera Hasselblad e realizza ritratti di amici, musicisti e stelle del cinema iniziando a fare della fotografia il suo unico mezzo di espressione. I quarantacinque scatti in bianco e nero, esposti nei nove ambienti della galleria, raffigurano i soggetti principali della sua opera: la statuaria classica, per la quale l’artista aveva una vera e propria passione, le nature morte, i nudi e i ritratti di membri appartenenti alla scena sadomaso newyorkese degli anni Settanta.
Le fotografie dell’esposizione, tutte datate tra il 1975 e il 1988, sono disposte accanto alle opere della mostra permanente secondo intriganti associazioni. Tra le ultime opere Self Portrait (1988), situata sulla parete di fondo della Prima Galleria. Scattata dall’artista pochi mesi prima di morire è sicuramente una delle più penetranti: Mapplethorpe fissa l’osservatore e stringe vigorosamente un bastone sormontato da un teschio. Nella Galleria del Cardinale è posta Dominick and Elliot (1979), una delle fotografie dal contenuto più scioccante e uno dei più famosi ritratti della comunità sadomaso, tematica per cui il fotografo è diventato celebre. Mapplethorpe in un intervista a ARTnews nel 1988 commentava: “Non mi piace la parola ‘scioccante’. Sono alla ricerca dell’inaspettato, di cose che non ho mai visto… ero in grado di fare quelle foto, sentivo l’obbligo di farle”.
L’insolita scelta di portare l’opera di un artista contemporaneo così controverso in una quadreria del Settecento è spiegata dalla Direttrice delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini e curatrice della mostra, Flaminia Gennari Santori, che racconta: “Mapplethorpe è stato un grande fotografo che usava la fotografia come mezzo, ma non si era formato come fotografo. Ha sempre detto che se fosse vissuto prima, sarebbe stato uno scultore…sappiamo che non è mai stato qui alla Galleria Corsini, però era un avido collezionista. Abbiamo delle foto del suo appartamento, che lui realizzò nel 1988, allestito in qualche modo come una quadreria; essendo così ossessionato dalla simmetria e dall’ euritmia io credo che avrebbe apprezzato questo posto”.
L’amore di Mapplethorpe per il collezionismo è richiamato dall’accostamento di alcuni suoi scatti con opere della collezione permanente che potrebbero non attirare immediatamente l’attenzione del visitatore, ma che certamente avrebbero incuriosito l’artista. È così per l’opera Marcus Leatherdale (1978), in cui il fotografo canadese è immortalato come un giovane che torna dalla caccia. È collocata nella Camera del Camino tra due bronzetti di Antonio Montauti posti sulla consolle, raffiguranti Adone e Diana Cacciatrice; un accostamento in cui l’impressionante corrispondenza tematica lascia colpiti e divertiti.
“Da questa selezione – racconta la curatrice – si vede come Mapplethorpe sia un artista classico. Abbiamo cercato di selezionare le immagini dove la sua attenzione alla forma si vede in maniera più profonda e per accostarlo a una quadreria settecentesca che è tutta basata sulla forma e la simmetria”.
La passione dell’artista per la statuaria classica è evidente in diversi scatti, come in Ken and Lydia and Tyler (1985) collocato sulla parete di fondo della Prima Galleria in cui è rievocata in chiave contemporanea l’immagine classica delle Tre Grazie e allo stesso tempo rinvia a una delle tematiche predilette da Mapplethorpe, quella della confusione dei generi. Il tema trova la sua più grande espressione nella figura di Lisa Lyon una delle muse dell’artista, prima campionessa mondiale di bodybuilding femminile, immortalata dal fotografo in moltissimi scatti. Il ritratto della culturista Lisa Lyon (1981) è collocato nella Camera dell’Alcova vicino alla lapide che commemora Cristina di Svezia (1626-1689), la forte e audace regina che abitò a Palazzo Corsini prima del cardinale Neri Corsini (1685-1770), e posto sotto a tre ovali di Guido Reni, la Vergine Addolorata, il San Giovanni Evangelista e il Cristo coronato di spine.
Una scelta che, come spiegato dalla curatrice, è un omaggio alle radici cattoliche dell’artista. Altri scatti della donna-musa si trovano nella Galleria del Cardinale, dove Lisa Lyon (1980) giace nuda su delle rocce. Nella Sala Rossa in cui i due scatti Lisa Lyon (1980 e 1982) sono dedicati al tema della scultura classica e posti in relazione con Female Torso (1978). Nella stessa sala, e nella adiacente Saletta, sono esposti gli scatti di maggiore impatto come Peeing In Glass (1977) e Cock and knee (1978) abbinati a immagini di fiori.
“Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile” è una mostra affascinante in cui l’osservatore è chiamato in prima persona a cogliere le assonanze tra le fotografie del maestro e le opere della Galleria. Come scrive Flaminia Gennari Santori: “Ai visitatori suggeriamo chiavi di lettura e spunti di riflessione, ma saranno loro a trovare le fila di questo confronto intenzionalmente spericolato”.
VISITE GUIDATE
Giovedì 21 marzo 2019 ore 17.00: Visita guidata alla mostra “Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile”. La mostra raccoglie quarantacinque opere e si concentra su alcuni temi che contraddistinguono l’opera di Mapplethorpe (1946-1989) rivoluzionario e controverso maestro del secondo Novecento. Un evento unico poiché questa è la prima volta che le fotografie di Mapplethorpe vengono esposte nel contesto di una quadreria settecentesca.
Visita guidata gratuita. Durata circa 90 minuti, Gruppi fino a un massimo di 25 persone.
VISITE GUIDATE e LABORATORIO DIDATTICO
Sabato 23 marzo 2019 ore 17.00: Visita guidata animata “Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile” (per adulti e bambini).
Un doppio percorso di visite guidate (per adulti e bambini) e visite animate con brevi attività laboratoriali da realizzare di fronte alle opere approfondirà le tematiche della mostra. Un’esperienza di visita al museo attiva e partecipata che consente ai bambini di scoprire in maniera coinvolgente le opere della Collezione e le fotografie di Robert Mapplethorpe; la visita guidata per gli adulti diventa occasione per creare collegamenti interdisciplinari tra i contenuti proposti e per approfondire i legami tra antico e contemporaneo.
Attività alla Galleria Corsini su prenotazione all’indirizzo: didattica@barberinicorsini.org Appuntamento davanti alla biglietteria. Tutte le attività sono gratuite. Per due accompagnatori è prevista una riduzione sul costo del biglietto a 6 euro. Durata di circa 90 minuti. Gruppi fino a massimo 25 persone.
INFORMAZIONI:
APERTURA AL PUBBLICO: 15 marzo – 30 giugno 2019
SEDE: Roma, Galleria Corsini, via della Lungara 10 – Roma
ORARI: dal mercoledì al lunedì dalle 8.30 alle 19.00. La biglietteria chiude alle 18.00.
BIGLIETTO BARBERINI CORSINI: Intero 12 € – Ridotto 2 € (per i giovani dai 18 ai 25 anni). Il biglietto è valido dal momento della timbratura per 10 giorni in entrambe le sedi del Museo: Palazzo Barberini e Galleria Corsini. SITO: www.barberinicorsini.org
FACEBOOK: https://www.facebook.com/BarberiniCorsini/
MOSTRA: a cura di Flaminia Gennari Santori