Sicilia 8. Il Satiro danzante di Mazara del Vallo

Mazara del Vallo ospita una creatura dalla bellezza divina emersa dal fondo del mare: il Satiro danzante.

Mazara del Vallo, Il Satiro danzante (particolare)

L’artista Damien Hirst ha lavorato dieci anni per realizzare la sua mostra a Venezia “I tesori del relitto incredibile”, che attraverso duecento opere (sculture, gioielli e monete) racconta la storia del naufragio di una nave Unbelievable (Incredibile), Apistos, il nome originale in greco antico. L’artista usa la narrazione, storytelling mitologico, per collocare le proprie sculture nella storia, nella leggenda (la storia del naufragio è una invenzione). Il Satiro danzante – creatura semiferina del corteo di Dioniso riconoscibile per le orecchie equine e un foro sul dorso per la coda – è un’autentica scultura in bronzo realmente emersa dalle profondità marine e forse non abbastanza nota. È di una bellezza irresistibile, vale il viaggio per ammirarla, e sarebbe interessante, attraverso altre ricerche e reperti, ricostruire la storia del suo viaggio e della nave in cui si trovava.

Mazara del Vallo, pescherecci

Con ogni probabilità i fondali marini siciliani conservano ancora imbarcazioni naufragate e chissà quanti reperti archeologici. Nella primavera del 1997 venne alla luce la gamba sinistra della statua e il 4 marzo del 1998 fu ripescato il corpo, privo dell’altra gamba e delle braccia, dal motopesca mazarese ‘Capitan Ciccio’ (al comando di Francesco Adragna) nel tratto di mare tra Pantelleria e l’Africa. Probabilmente la statua faceva parte di un carico di una nave naufragata tra la Sicilia e Capo Bon in un periodo di grande commercio antiquario. Il Satiro danzante è ospitato a Mazara del Vallo ed è esposto all’interno di un Museo. Questo è situato nella chiesa di S. Egidio (XVI secolo) architettonicamente interessante e appartenente alla omonima Confraternita fondata nel 1384, costituita in massima parte da professionisti ed intellettuali.

Mazara del Vallo, Piazza della Repubblica

Il Museo del Satiro è un simbolo della cultura mediterranea. Espone, oltre la preziosa statua, il patrimonio sommerso recuperato nel canale di Sicilia che testimonia come le migrazioni, lungo le rotte del Mediterraneo, siano sempre esistite. Solo dalla conoscenza si può comprendere l’importanza della tutela e avviare una collaborazione tra i popoli che si affacciano sulle coste del Mediterraneo. Il suo bacino conserva la nostra storia, memoria e identità. La statua ha trovato la sua collezione nel Museo nel 2005, dopo la fine del suo restauro, effettuato dall’Istituto Centrale per il Restauro di Roma. 

Mazara del Vallo, resti della chiesa di S. Ignazio, sec. XVIII

Il Satiro è colto nel momento dell’estasi della danza orgiastica. L’abbandono del capo, la chioma fluente, le labbra socchiuse, la torsione del busto, rappresentano la danza dionisiaca a cui contribuisce l’eccitazione del bere.

Mazara del Vallo, Collegio dei Gesuiti, piazza del Plebiscito

La torsione del corpo induce a girargli intorno, è quasi impossibile osservarlo da fermi. Danza e fa muovere intorno a lui chi lo guarda. È innegabile che si è al cospetto di un capolavoro di un grande artista. L’analisi stilistica depone a favore di un’attribuzione dell’opera ad un ambiente greco databile alla fine del IV secolo a.C. ed è attribuibile alla scuola di un grande artista, forse Prassitele.

È auspicabile che il settore della ricerca archeologica subacquea sia incrementato per restituire arte e bellezza che giace nei fondali. Fatto che pone, al centro del Mediterraneo, problemi di diritto internazionale. Con ogni probabilità il Satiro aveva ‘compagni di viaggio’. Infatti è ipotizzabile che fosse inserito in un gruppo con altri Satiri e Menadi uniti da un rito in una vorticosa danza orgiastica tipica del ciclo dionisiaco e riscontrabile in numerosi confronti iconografici.

Nonostante ciò l’opera costituisce un unicum per le sue dimensioni (inferiori a quelle di altri cicli dionisiaci), per la sfida sul piano statico e la morbidezza del modellato.
Altri oggetti rinvenuti nelle acque del canale di Sicilia sono esposti al Museo. Un frammento bronzeo di zampa di elefante di epoca punico-ellenistica, un calderone bronzeo di epoca medievale, una selezione di anfore da trasporto di epoca arcaica, classica, ellenistica, punica, romana e medievale.

Satiro danzante

Mazara è un porto destinato alla pesca, affollato di pescherecci. Una cittadina a sud-est di Marsala dove si respira un’aria magrebina che ti fa sentire quanto l’Africa sia così vicina. In occasione del Ramadan si vedono centinaia di persone inginocchiate rivolte verso La Mecca. Nella casba di Mazara vivono circa 5.000 musulmani. Alcuni lavorano in quella che è la più grande flotta di pescherecci in Italia, altri nei vigneti o nell’edilizia. Ma se Mazara, fino a qualche anno fa, era famosa per qualche sequestro di pescherecci lungo le vicine coste africane con cui saliva agli onori della cronaca, da qualche anno la sua notorietà la deve all’apparizione di una creatura dalla bellezza divina, emersa dalle profondità marine.

Foto di Marco De Felicis

Museo del Satiro
Sito web: https://www.regione.sicilia.it/bbccaa/museopepoli/MuseodelSatiro.html
Indirizzo : Chiesa di Sant’Egidio, Piazza Plebiscito (Comune : Mazara del Vallo – Trapani)
Telefono. : 0923933917
Orari ingresso : Tutti i giorni, compresi i festivi, dalle 9,00 alle 19,45. Servizio di biglietteria sino alle 19.15
Biglietti: singolo intero : 6,00 € – singolo ridotto: 3,00 €