Venezia 77. “Miss Marx” e “The World to come”
Miss Marx (dal 17 settembre al cinema), Tallie ed Abigail, tre donne in cerca di amore e poesia.
Entrambi i film, Miss Marx di Susanna Nicchiarelli e The world to come di Mona Fastvold, narrano la vita di donne nella seconda metà dell’Ottocento. Il primo racconta la storia controversa di Eleonor Marx, la figlia più piccola di Karl Marx.
Eleanor (n. 1855 – m. 1898), rappresentante del movimento femminista e socialista dell’epoca, lotta per l’abolizione del lavoro minorile, per i diritti delle donne ed è in prima fila quando si tratta di appoggiare le lotte degli operai. Tenero e affettuoso è il suo rapporto con Friedrich Engels (fondatore insieme a Marx del socialismo scientifico), che gli confida alcuni particolari riservati della vita di suo padre.
La sua vita sembra destinata all’emancipazione fino quando non incontra, nel 1883, Edward Aveling (Patrick Kennedy), uno spiantato, egoista e dissoluto di cui si innamora a tal punto da giustificarne i difetti, che vengono interpretati da lei come innocente immaturità. Il film alterna il ritratto di una donna impegnata e forte quanto fragile a causa dai suoi sentimenti. È facile ritrovare nel destino di Eleanor quello di molte donne succubi di un amore sbagliato.
Le contraddizioni di Eleonor sono quelle di molte donne che, secoli di cultura maschilista, rendono ancora irrisolte, dove la componente irrazionale e affettiva ha la meglio su quella razionale. Dietro a tutto questo cova lo “spirito materno o da crocerossina” che si annida in ogni donna, pronta a prendersi cura di un uomo in difficoltà e a giustificarlo sempre per amore. Il romanticismo delle donne rende difficile accettare di essere state innamorate dell’amore e non dell’uomo che hanno davanti. La regista alterna il personaggio pubblico di Eleonor con quello privato per evidenziare la tossicità di un amore malato.
La Nicchiarelli (che già si è aggiudicata il premio della Federazione Italiana dei Cineclub per il miglior film) ha abilmente inserito, per rendere ancora più verosimile la narrazione, immagini d’archivio. L’ambientazione è influenzata dai dipinti degli Impressionisti e dei Preraffaelliti. La musica punk e distopica dei Downtown Boys acuisce la frattura psicologica astraendo la vicenda dal suo contesto storico, che la regista riprende con l’uso della musica classica.
Le contraddizioni fortemente acuite, la mancanza di approfondimenti in alcuni passaggi della vita di Eleonor, un montaggio a volte poco serrato fanno sentire, nonostante il personaggio e l’attualità del tema (contraddizioni tra il mondo femminile e quello maschile), la mancanza di una narrazione continua nella storia. Nonostante la bravura degli attori sembra mancare un legante e una continuità a questa biografia che la regista squaderna in frammenti e che, per la sua modernità, è tra i favoriti per il Leone d’oro.
La Fastvold invece non perde mai il “filo rosa” nel suo film: The World to Come (premio Queer Lion), sapientemente dosa inquietudine e tensione che raggiungono il loro acme alla fine. Mentre in una società che marcia verso l’emancipazione Eleonor nel suo ambiente domestico è soggiogata dall’infido marito, Tallie (Vanessa Kirby) e Abigail (Katherine Waterston), le due protagoniste del film della Fastvold, in parte succubi di condizioni naturali e di vita disagiate, sviluppano tra le pareti domestiche una intesa, un’affettività e una relazione che le riscatta da mariti brutali e poco sensibili.
Riescono a vivere una componente poetica che, diversamente, a loro sarebbe preclusa. Tallie con la sua sensualità, che risiede soprattutto nella sua chioma rossa e nella sua voce calda e dolce come miele, risveglia Abigail dal suo dolore per la perdita prematura di una figlia. Un dolore che marito e moglie non riescono né a consolare, né a raccontarsi, nè tanto meno a elaborare. Il film introduce lo spettatore nella natura dura e ostile delle due fattorie in montagna dove le due donne vivevano con I mariti.
Quando la natura (le meravigliose valli della Romania) domina la divisione dei compiti diventa una conseguenza necessaria, ma le donne non riescono ad abbrutirsi, semmai a chiudersi nel loro mondo, fatto comunque di poesia e tenerezza. Per le due protagoniste la natura e i consorti brutali passano in secondo piano mentre emerge la loro solidarietà, sorellanza e bisogno d’amore. In qualche modo riescono a sollevarsi dal giogo maschile, anche se punite, mentre Eleonor Marx no. Benvenute a due registe donne che affrontano in profondità le problematiche del rapporto uomo-donna e la fragilità femminile.