‘Naturale’, il vino artigianale e il suo trend
Navelli (AQ). A ‘Naturale’, Salone del vino artigianale, alla sua V edizione, hanno partecipato vignaioli artigiani delle varie regioni d’Italia. L’obiettivo comune è una filosofia produttiva orientata al rispetto della natura, al minimo intervento sulla materia prima e al controllo diretto e completo dell’intera filiera, ovvero il sentiero virtuoso del vino.
Ogni anno Salone del vino artigianale vede una presenza di pubblico sempre crescente, soprattutto di giovani, segnale indicativo di un futuro enogastronomico all’insegna della salubrità. Il programma è stato arricchito da seminari e degustazioni sulla riscoperta del Montonico, sui Rosati e sulla cristallizzazione sensibile. Protagoniste della manifestazione le aziende di vino artigianale (bio, naturali e biodinamiche) e le aziende produttrici di cibo di qualità, prevalentemente della regione Abruzzo, con l’obiettivo di presentare prodotti che siano espressione del territorio e della tradizione locale.
Il consumo dei vini biologici degli italiani è in aumento, come testimonia ‘Vinitaly bio’, salone dei vini certificati biologici, tenutosi a Vinitaly 2016.
In Italia, negli ultimi due anni, i consumatori dei vini bio sono raddoppiati (nell’ultimo anno 10,6 milioni hanno bevuto almeno in una occasione vino biologico certificato, stima Wine Monitor). La percentuale della superficie vitata bio nel mondo è il 4,5%, al primo posto il Messico (15,6%) e al terzo l’Italia (10,3%), che è al secondo posto in Europa per superficie vitata bio (72.361 ettari). La Sicilia è la regione in Italia con la maggiore coltivazione di vino biologico (38% del territorio nazionale nel 2014), poi seguono Puglia e Toscana.
Il ‘vino biologico’ è quello certificato sulla base del Regolamento Europeo 203/2012 in cui la presenza di solforosa non deve superare 100 mg/l per rossi e 150 mg/l per i bianchi (vietate in vigna le sostanze chimiche di sintesi e ogm). Per ‘vino naturale’ si intende quello prodotto da aziende che adottano tecniche di agricoltura biologica (senza sostanze addizionate al mosto) e pratiche non invasive in cantina, un vino che non risponde a normative e che spesso utilizza solfiti contro le ossidazioni e alterazioni batteriche. Il ‘vino biodinamico’ è quello prodotto seguendo i dettami di Rudolf Steiner (fasi lunari e altro) o biodinamico certificato Demeter.
Il mondo del vino naturale presentato a Navelli è estremamente variegato: dalla produttrice che porta avanti, eroicamente, un’azienda da sola (vino e olio ‘fai da te’), con il solo aiuto meccanico di una pigiatrice, all’azienda biodinamica, al produttore di vino rinomato che ha ben intuito il trend e certifica ‘biologico’ il proprio vino.
Un terzo dei vini degustati hanno ancora il difettoso ‘puzzo sgradevole dei naturali’, continuo a credere che il vino deve essere un piacere, e questo inizia dall’olfatto, e c’è ancora qualcuno che appartiene alla scuola di pensiero che il vino deve ‘respirare’, scambiare con l’aria e quindi ti propone un vino ossidato… Ma tranne queste poche eccezioni siamo rimasti stupiti dalla qualità in aumento dei vini biologici e naturali. Alcuni sono dei veri e propri capolavori di profumi e gusto che dimostrano quanto ‘biologico e naturale’ possano raggiungere l’eccellenza nella produzione vitivinicola. Riportiamo alcuni assaggi che abbiamo apprezzato.
Emidio Pepe
L’obiettivo dell’azienda è quello di conservare il proprio patrimonio naturale, tra cui 15 ettari coltivati secondo le tecniche dell’agricoltura biologica e biodinamica, limitando al minimo l’intervento in vigna e cantina. Dopo la selezione le uve vengono diraspate a mano, pigiate con i piedi e i lieviti indigeni avviano la fermentazione in vasche di cemento vetrificate. Il vino invecchia in bottiglia, non viene filtrato e ogni bottiglia, prima di essere messa in commercio, viene decantata a mano, controllata e selezionata. Il passaggio da una bottiglia all’altra elimina il deposito naturale lasciando intatte le proprietà del vino. Il loro Rosso di Montepulciano 2010 è corposo, tannino non aggressivo, asciutto e presenta un bel potenziale per l’invecchiamento.
De Angelis Corvi
Azienda abruzzese con una produzione di 50.000 bottiglie per 8 ettari. Il loro Cerasuolo superiore 2015 (Montepulciano 100%) ha profumi intensi, sentori balsamici, freschezza, frutta gialla, morbido e gusto in evoluzione.
Piero Riccardi Lorella Reale
Azienda laziale di circa 5 ettari, tra Olevano Romano (300 m s.l.m) e Bellegra, a sud-est di Roma. Lavorazione in biodinamica con certificazione biologica. I terreni: arenaria bianca e terre rosse vulcaniche. Nonostante il 2013 sia stata un’estate piovosa (con attacco di peronospora) la gestione biodinamica del suolo (sovesci e preparati biodinamici), che fa crescere piante con una propria capacità di resistenza, le ha preservate. La raccolta per zone è stata manuale con più passaggi in vigna. Il loro Càlitro 2013 (Cesanese 100% delle terre bianche), affinamento in legno e lieviti indigeni, presenta un bel colore rubino, buona acidità, frutti rossi, cuoio, asciutto, elegante ed equilibrato. Il Tucuca 2015 (Cesanese in purezza), rosato, fermentato in tonneau usati, color rosa cipolla, non filtrato, è fresco e leggero.
Valle del Sole
Azienda familiare, coltivazione biologica e vitigni autoctoni del territorio Piceno: Passerina, Pecorino e Montepulciano. La loro Passerina (nei tempi andati veniva chiamata ‘paga-debito’ per la sua alta resa in termini quantitativi e non qualitativi) su terreni argillosi è raccolta manualmente, ha una bassa resa, fermentazione lenta, matura in cemento ed è affinata in bottiglia. Quella del 2015 ha bei profumi e colore. Il Pecorino 2015 (raccolta manuale di uva dalla buccia consistente e forte acidità, stesso trattamento della Passerina) presenta note balsamiche con un retrogusto amarognolo e un finale con sentore di mandorla.
Dos Tierras (Badalucco)
Vigneto di famiglia vocato precedentemente alla produzione di Marsala e vini fermi. Fedeli alla produzione di uve e vini naturali Pierpaolo e Beatriz (spagnola) hanno iniziato a produrre blend di uve siciliane e uve spagnole. Il loro obiettivo è preservare la biodiversità attraverso la gestione delle piante selvatiche, ogni vigneto è diviso in micro aree gestite diversamente. La raccolta delle uve è manuale, la fermentazione è naturale, le masse sono pressate con i piedi e il vino in bottiglia non è filtrato. Le barrique e tonneau sono per la maggior parte di rovere francese. Il loro Grillo Verde 2015 – dai vigneti sul mare di Petrosino, lieviti naturali, pressatura con i piedi, 6 mesi in legno (rovere francese) – ha sentori di agrumi, fresco, vino complesso con buona mineralità, al gusto sapido e con un residuo zuccherino delicato.
Il Guarini Plus 2012 (100% Syrah con una produzione limitata di 3.000 bottiglie), dell’azienda agricola Biologica Aldo Viola (16 ettari vitati nei pressi di Alcamo), è una selezione pregiata di uve che maturano in Tonneau di rovere francese almeno per 8 mesi; un vino complesso: frutti neri, cioccolato, tabacco, corposo, sapido e dal gusto persistente. I vini di Aldo Viola hanno una forte personalità, in loro si assapora il territorio. I bianchi hanno una macerazione lunga, quella del suo Krimiso (cataratto 100%) dura cinque mesi e il risultato è un vino unico dal gusto sapido, come il mare poco distante.
Molto buono il Kaos 2014 di Davide Bentivegna (Etnella), lieviti indigeni, senti subito il terreno sulfureo, vino minerale e sapido in finale.
Dell’azienda Carussin – radicali nella loro scelta di coltivazione biodinamica dei vigneti – il Lia Vì 2014 (Barbera d’Asti, decantato non filtrato) ha un bel colore rubino, risulta fresco con note balsamiche, asciutto e secco nel finale.
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Foto e video di Marco De Felicis
ABRUZZO
Controguerra (TE)
De Angelis Corvi
Torano Nuovo (TE)
Emidio Pepe
LAZIO
Olevano Romano (RM)
Tel. 347 9245226 – 335 8063632
Riccardi Reale
LOMBARDIA
Borgo Priolo (PV)
Castello di Stefanago
MARCHE
Offida (AP)
Valle del Sole
PIEMONTE
San Marzano Oliveto (AT)
Carussin
Tel. 0141 831358