“Parigi a piedi nudi”, viaggio di iniziazione naïf
In sala dal 17 maggio, per Academy Two, Parigi a piedi nudi. Una commedia burlesque con una coppia di artisti, Dominique Abel e Fiona Gordon, un po’ clown un po’ Jacques Tati, protagonisti e registi del film. Due giorni e due notti a Parigi alla ricerca di una zia, Emmanuelle Riva alla sua ultima interpretazione.
È la storia semplice di Fiona (Fiona Gordon), una sprovveduta bibliotecaria canadese che arriva nella capitale francese per prendersi cura della sua anziana zia Martha, dopo aver ricevuto una lettera di richiesta di aiuto di quest’ultima perchè vogliono ricoverarla in una casa di riposo contro la sua volontà. Ma Fiona non riesce a rintracciare la zia, che sembra scomparsa, e nel mettersi alla sua ricerca finisce per imbattersi in una serie di sventure e in un fascinoso clochard parigino, Dom (Dominique Abel).
Dom si innamora di Fiona ed è intenzionato a non mollarla nonostante le resistenze di lei che tenta in tutti i modi di allontanarlo. Fiona finisce per scoprire, a poco a poco, di aver bisogno della invadente presenza di Dom per trovare Martha,così come della sua poesia.
Parigi a piedi nudi, è la flânerie di una ingenua bibliotecaria pronta a farsi incantare dalla seduzione della capitale francese e di un corteggiatore assiduo e premuroso. Non la Parigi dei riflettori o dei grandi musei ma quella dei diseredati che vivono sotto i suoi monumenti o sotto un ponte. Proprio dal ponte pedonale, da cui Fiona precipita nel fiume, si vede l’icona francese, la Tour Eiffel.
L’itinerario insolito parte dal Quartiere Latino con le scene nell’appartamento di Martha che sono state girate nell’abitazione di Emmanuelle Riva. Martha ha iniziato a girovagare e a perdersi a causa dell’Alzheimer da cui è affetta ed è sulle rive della Senna che incontra Dom. Sono due “senza fissa dimora”, anche se per motivi diversi. Dom abita sull’isola dei Cigni sotto la Statua della libertà, quella in formato ridotto che gli Stati Uniti regalarono alla Francia poco dopo aver ricevuto l’originale. Dom è nullatenente ma vive all’ombra della libertà. L’isola dei Cigni è un punto di incontro per molte persone ed è poco frequentata e conosciuta dai turisti.
Nel film è citato anche il cimitero Père Lachaise, che è una tappa del tour parigino. Un cimitero dove la gente legge, mangia o cerca le tombe dove sono sepolti artisti come Oscar Wilde o Chopin. Per motivi tecnici non è stato possibile girare le scene nel famoso cimitero ma è stato ugualmente menzionato.
Come in una catarsi la storia, a lieto fine, si conclude facendo salire Fiona sul simbolo della Francia e di Parigi: la Tour Eiffel, da dove vede il mondo e la vita. Comprende che Dom può aiutarla, amarla e farle ritrovare la zia.
Dietro la leggerezza e la poesia c’è il problema della terza età. Martha, come Dom, preferisce stare all’ombra della libertà e proprio non ne vuole sapere di essere chiusa in una casa di riposo, ama la vita e non si tira indietro davanti all’avventura. In fondo quello di Fiona è il viaggio di iniziazione di una ragazza che non aveva mai osato mentre la zia di 88 anni oscilla tra l’intraprendenza e l’incoscienza, piena di gioia di vivere, quella che appartiene ai puri e agli spiriti liberi.
Questa coppia di artisti scrive da 25 anni testi per il teatro e vive in una ex fattoria. Ha il merito di scegliere protagonisti anticonformisti: emarginati, diversi e vecchi di cui racconta le storie con leggerezza e humour. Un film naïf per famiglie.
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