‘The Party’ di Sally Potter, la cena delle verità #RomaFF12
Dialoghi affilati come spade, ironia a fiumi, attori navigati e un sofisticato bianco e nero: The Party scritto e diretto da Sally Potter. In sala da gennaio 2018.
Dopo due giorni di Festa del Cinema di Roma, all’Auditorium, i film migliori sono di due registe donne: Detroit di Kathryn Bigelow e The Party di Sally Potter (due nomination agli Oscar con Orlando).
The Party è una commedia cesellata in cui ogni battuta e ogni fotogramma sono perfettamente studiati. La fotografia in bianco e nero, di Alexey Rodionov, è sofisticata. I dialoghi e la recitazione sono impeccabili. L’ambientazione del film è un appartamento. Un cinema fatto per sottrazione: senza colori che distraggono, dialoghi accurati ma pungenti, location di pochi metri quadri per concentrare tutta l’attenzione dello spettatore sull’azione, sui protagonisti, sui loro volti, sentimenti e relazioni.
Un plot denso che incalza senza tregua lo spettatore con colpi di scena. Il risultato è un distillato di 71 minuti di cinema che offre divertimento, ironia, umorismo e molti spunti di riflessione. La trama si sviluppa nell’arco di una serata. Il finale ripropone la scena di apertura e il cerchio si chiude. Tutti i rapporti si svelano per quello che realmente sono e i personaggi, liberal e alternativi, nascondono tutti un segreto. Un party di festeggiamento, e ipocrisie, si trasforma nella ‘cena delle verità.
Janet (Kristin Scott Thomas) è stata nominata Ministro della Salute del Governo Ombra del partito di opposizione e per festeggiare la sua carriera politica, giunta all’apice, invita pochi amici intimi a un party in casa sua.
Gli ospiti arrivano nell’appartamento borghese di Janet e ben presto, dopo i convenevoli, emergono le insoddisfazioni, rivalità, frustrazioni e tradimenti. La festa, come la commedia, vira in tragedia a causa delle rivelazioni dei presenti. In particolare quelle esplosive del marito di Janet, Bill (l’imperturbabile Timothy Spall), un funereo accademico che ha accantonato le sue ambizioni per sostenere la moglie.
La verità sconvolge l’esistenza dei presenti, soprattutto quella di Janet. Le belle apparenze e le malcelate iporisie vengono strappate, come vestiti, da una tempesta, la verità (forse non c’è niente di più rivoluzionario), che denuda tradimenti, veleni, gelosie e invidie. L’appartamento accogliente si trasforma in prigione, dove i protagonisti sono costretti a vivere con il peggio di loro stessi.
Non solo devono fare i conti con la realtà, con i rapporti messi a nudo ma anche con la loro disillusione politica, con i loro ideali tramontati. Il fatto di essere messi a tappeto dalla verità rivela la loro impossibilità di relazionarsi con il presente, incapaci di comprendere relazioni, cambiamenti ed eventi. Dall’avvertimento del contrario si passa al sentimento del contrario (Pirandello), la risata dolceamara diventa presa di coscienza della realtà.
Sally Potter arriva a parlare di politica attraverso le dinamche della vita privata – amore, desiderio, tradimento, ambizione, risentimento e delusioni – che si sviluppano in una vita intera e che nel film, sono condensate in 71 minuti (unità di luogo, tempo e azione). Per fare questo la regista ha girato il film, con il cast al completo, in soli due giorni, dopo una settimana dedicata alle prove.
Auditorium Parco della Musica
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