Plautilla Bricci, né moglie, né monaca, né zitella in casa di parenti, ma pittrice e architettrice

 

Roma. Alla Galleria Corsini la prima mostra personale dedicata all’artista Plautilla Bricci, la storia di una rivoluzione silenziosa. Fino al 19 aprile 2022

Ingresso mostra
Ingresso mostra

Questa speciale mostra alla Galleria Corsini riunisce per la prima volta l’intera produzione grafica e pittorica di Plautilla (Briccia per i contemporanei che declinavano i cognomi in base al genere). Esposti un Ritratto di architettrice della metà del Seicento, quasi certo ritratto della Bricci (una professionista con in mano un compasso e un foglio), accanto a capolavori inediti o poco noti dei maestri a lei più vicini. Plautilla è la protagonista, divenuta famosa due anni fa presso il grande pubblico, del romanzo L’architettrice di Melania Mazzucco.

Pittore attivo a Roma alla metà del XVII secolo Ritratto di architettrice (Plautilla Bricci?), 1655-1663 circa olio su tela, 66.1 x 52.7 cm Los Angeles, collezione privata
Pittore attivo a Roma alla metà del XVII secolo Ritratto di architettrice (Plautilla Bricci?), 1655-1663 circa olio su tela, 66.1 x 52.7 cm Los Angeles, collezione privata

Pittrice di talento e disegnatrice abilissima, Plautilla (Roma, 1616 – post 1690) era, come quasi tutte le sue colleghe, figlia d’arte. Nella bottega romana di suo padre Giovanni acquisì i primi rudimenti del disegno. Il padre era uno dei pittori della cerchia del Cavalier d’Arpino ma era anche un musicista dilettante, attore e commediante, poligrafo e poeta. Di fianco al Ritratto di architettrice è esposto un Autoritratto di Artemisia Gentileschi.

Artemisia Gentileschi (Roma 1593 – Napoli post 1654) Autoritratto come allegoria della Pittura, 1637 circa olio su tela, 98 x 74,5 cm Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini
Artemisia Gentileschi (Roma 1593 – Napoli post 1654) Autoritratto come allegoria della Pittura, 1637 circa olio su tela, 98 x 74,5 cm Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini

Grazie al padre Plautilla riuscì a procacciarsi una prima rete di contatti e committenze. Come per la Madonna col Bambino di Santa Maria in Montesanto (1640 circa). La tela, dipinta quando aveva 24 anni, conserva sul retro la firma della giovane pittrice oltre a una relazione che racconta un prodigio. L’opera sarebbe stata ultimata, nel corso della notte, dalla Madonna stessa! Con questa operazione teatrale Plautilla diventa santa in vita, fa voto di castità, riesce a non maritarsi senza finire in convento, e coltiva la sua passione di artista, lavorando per affermarsi come architetta.

Plautilla Bricci (Roma 1616 - post 1690) Madonna col Bambino (Icona miracolosa della Vergine del Carmelo) particolare, 1640 circa olio su tela, 224 x 150 cm Roma, Santa Maria in Montesanto
Plautilla Bricci (Roma 1616 – post 1690) Madonna col Bambino (Icona miracolosa della Vergine del Carmelo) particolare, 1640 circa olio su tela, 224 x 150 cm Roma, Santa Maria in Montesanto

Come scrive la Mazzucco nel catalogo: “… [Plautilla] si protesse conducendo la vita riservata che nel suo tempo si richiedeva alle donne onorate, per le quali l’invisibilità costituiva la massima virtù, ma che le permetteva anche di sfuggire ai ruoli e alle funzioni per nascita destinate alle donne”.

Nel 1650 sul capo della Madonna e di suo Figlio furono apposte due corone in oro per volontà del cardinale Sforza poiché al tempo si pensava che l’immagine facesse miracoli. Verso il 1670 le costruiscono intorno la chiesa degli Artisti, Santa Maria in Montesanto.

Pietro da Cortona (Cortona 1596 - Roma 1669) Ritratto del cardinale Giulio Mazzarino, 1644 circa olio su tela, 126 x 102 cm Roma, collezione privata
Pietro da Cortona (Cortona 1596 – Roma 1669) Ritratto del cardinale Giulio Mazzarino, 1644 circa olio su tela, 126 x 102 cm Roma, collezione privata

Questo fece di Plautilla un’artista destinata a vivere in odore di santità. La sua arte, legata a un evento miracoloso, le garantì un ruolo di primo piano nella produzione in serie di immagini devozionali di sante vergini e martiri. A differenza di altre artiste lei riesce a ottenere commissioni pubbliche, per pale d’altare che vanno al di là delle tele da cavalletto delle pittrici dell’epoca (vedi Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600, la bella mostra a Milano). Un esempio per tutte le nature morte e gli animali di Giovanna Garzoni.

Pietro da Cortona (Cortona 1596 - Roma 1669) Ritratto del cardinale Giulio Mazzarino, particolare, 1644 circa olio su tela, 126 x 102 cm Roma, collezione privata
Pietro da Cortona (Cortona 1596 – Roma 1669) Ritratto del cardinale Giulio Mazzarino, particolare, 1644 circa olio su tela, 126 x 102 cm Roma, collezione privata

Entrò in contatto con l’artista Elpidio Benedetti, abate, mercante, agente, alter ego a Roma del cardinale Giulio Mazzarino, principale ministro di Luigi XIV. Benedetti, pigmalione di Plautilla, era un personaggio di spicco nell’asse politico-artistico tra Roma e Parigi. Il padre di Elpidio, Andrea Benedetti, era un rivenditore di quadri di artisti celebri e uno dei più famosi ricamatori di Roma, oltre che committente di una pala d’altare per una chiesa di Poggio Mirteto, suo borgo natio.

Anonimo disegnatore di Casa Giraud Piante, sezioni e prospetti della villa del Vascello, 1792-1810 penna, inchiostro nero e acquerello su carta, misure massime 727 x 509 mm Roma, Museo di Roma, Gabinetto delle Stampe
Anonimo disegnatore di Casa Giraud Piante, sezioni e prospetti della villa del Vascello, 1792-1810 penna, inchiostro nero e acquerello su carta, misure massime 727 x 509 mm Roma, Museo di Roma, Gabinetto delle Stampe

Inoltre Elpidio era in stretto rapporto con alcuni dei più famosi maestri dell’epoca. Tra questi Gian Lorenzo Bernini (in mostra lo splendido busto in terracotta di papa Alessandro VII), Pietro da Cortona, evocato dal potente Ritratto del cardinale Giulio Mazzarino (di una collezione privata ed esposto per la prima volta) e Giovan Francesco Romanelli, autore della splendida Madonna del Rosario proveniente dalla chiesa dei Santi Domenico e Sisto a Roma (restaurata per l’occasione nel laboratorio delle Gallerie Nazionali).

Elpidio Benedetti (Roma 1611 ca. - 1690) (ideazione), Plautilla Bricci (Roma 1616 - post 1690) (esecuzione) Due progetti per un monumento funebre del cardinale Giulio Mazzarino, 1657 penna e inchiostro bruno, acquerello grigio su carta, 500 x 390 mm Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria, Album Valperga (opere riprodotte in facsimile)
Elpidio Benedetti (Roma 1611 ca. – 1690) (ideazione), Plautilla Bricci (Roma 1616 – post 1690) (esecuzione) Due progetti per un monumento funebre del cardinale Giulio Mazzarino, 1657 penna e inchiostro bruno, acquerello grigio su carta, 500 x 390 mm Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria, Album Valperga (opere riprodotte in facsimile)

Elpidio affidò a Plautilla, quasi autodidatta, due importanti committenze: la progettazione e realizzazione della Villa Benedetta (il Vascello, a forma di nave) e la cappella Benedetti in San Luigi dei Francesi. L’affermazione di Plautilla come architetta era un evento così eccezionale da richiedere addirittura l’invenzione di un nuovo termine – “architettrice” – in un settore tradizionalmente ad appannaggio esclusivo degli uomini. Questo appellativo è presente in un atto notarile relativo ai lavori del Vascello. Finalmente sancisce il riconoscimento ufficiale di Plautilla dopo anni di attività nell’ombra.

Plautilla Bricci (Roma 1616 - post 1690) Stendardo della Compagnia della Misericordia raffigurante la nascita di san Giovanni Battista, 1675 olio su tela, 247 x 175 cm Poggio Mirteto, chiesa di San Giovanni Battista
Plautilla Bricci (Roma 1616 – post 1690) Stendardo della Compagnia della Misericordia raffigurante la nascita di san Giovanni Battista, 1675 olio su tela, 247 x 175 cm Poggio Mirteto, chiesa di San Giovanni Battista

Risale al 1662-1663 l’inizio dei lavori di quella che fu la sua opera più famosa: la Villa Benedetta fuori Porta San Pancrazio, detta “il Vascello” (tragicamente distrutta nel 1849 dai bombardamenti francesi contro la Repubblica Romana). A quel cantiere avevano preso parte artisti come il Bernini, Cortona e Grimaldi, ma era stata Plautilla a dirigerne le maestranze. Grazie al sodalizio, professionale ed esistenziale, con Elpidio l’architetta ebbe l’opportunità di cimentarsi anche nell’esecuzione di importanti pale d’altare, nell’ideazione di apparati decorativi ed effimeri e nella progettazione di opere importanti.

Plautilla Bricci (Roma 1616 – post 1690) Stendardo della Compagnia della Misericordia raffigurante il martirio di san Giovanni Battista, 1675 olio su tela, 247 x 175 cm Poggio Mirteto, chiesa di San Giovanni Battista

L’amicizia tra i due durò tutta la vita (a partire dal 1655 in poi). Un legame fondato su affinità elettive, così come lo ha raccontato Melania Mazzucco nel suo romanzo.
Questa mostra ha il particolare pregio di accendere i riflettori su questa straordinaria artista universale, unico architetto donna dell’Europa preindustriale. È stato possibile realizzare questa mostra grazie anche alla scoperta di documenti inediti sulla sua vita, l’identificazione di nuove opere e il restauro dei suoi progetti architettonici conservati presso l’Archivio di Stato di Roma (esposti per la prima volta con una nuova tavola proveniente da una collezione privata).

Plautilla Bricci (Roma 1616 - post 1690) Un angelo offre il Sacro Cuore di Gesù all’Eterno Padre, 1669-1674 circa tempera su tela, 166 x 364 cm Musei Vaticani
Plautilla Bricci (Roma 1616 – post 1690) Un angelo offre il Sacro Cuore di Gesù all’Eterno Padre, 1669-1674 circa tempera su tela, 166 x 364 cm Musei Vaticani

Nel 1657 il cardinale Mazzarino (arguto quanto maligno), sentendosi forse vicino alla morte, decise di raccogliere dei progetti per il suo monumento funebre e convocò i migliori artisti della Roma barocca.

Elpidio inviò a Parigi due proposte: la prima con la tomba addossata alla parete e la seconda con la tomba isolata. Entrambe con il ritratto del defunto e figure femminili che celebravano il cardinale come grande pacificatore. Arrivarono come eseguite da Elpidio ma in realtà erano state disegnate dalla sua invisibile collega.

Plautilla Bricci (Roma 1616 - post 1690) Un angelo offre il Sacro Cuore di Gesù all’Eterno Padre (particolare), 1669-1674 circa tempera su tela, 166 x 364 cm Musei Vaticani
Plautilla Bricci (Roma 1616 – post 1690) Un angelo offre il Sacro Cuore di Gesù all’Eterno Padre (particolare), 1669-1674 circa tempera su tela, 166 x 364 cm Musei Vaticani

Esposti anche un ambizioso progetto della Bricci per la scalinata di Trinità dei Monti (1660). Intendeva risolvere un problema urbanistico con una carrozzabile che collegava il Pincio con la piazza sottostante. Il progetto rimase sulla carta a causa del monumento equestre di Luigi XIV posto al centro della scalinata. Questo era voluto dal Mazzarino, poiché le spese sarebbero state a carico dei francesi, ma era inviso al papa filo-spagnolo. Tra le opere di Plautilla: la vasta lunetta da lei dipinta per i Canonici lateranensi (1669-1673) e altre due sue tele conservate a Poggio Mirteto (restaurate per l’occasione).

Plautilla Bricci San Luigi IX di Francia tra la Storia e la Fede, 1676-1680 olio su tela, 321 x 164 cm Roma, San Luigi dei Francesi
Plautilla Bricci San Luigi IX di Francia tra la Storia e la Fede, 1676-1680 olio su tela, 321 x 164 cm Roma, San Luigi dei Francesi

In mostra colpisce il grande Stendardo della Compagnia della Misericordia, dipinto per la Compagnia di Poggio Mirteto. Raffigura la nascita e il martirio del Battista (1675) e la Madonna del Rosario (1683-1687), per il duomo del borgo che aveva dato i natali al padre di Elpidio, Andrea Benedetti, ricamatore papale. Di quest’ultimo sono in mostra le prime opere e la pala d’altare della sua cappella privata (sottoposta a un delicato intervento conservativo). Per lo stendardo Plautilla ricevette 100 scudi che, all’epoca, era un compenso considerevole, paragonabile a quello di colleghi di primo livello.

Plautilla, ormai artista matura, firma le sue opere. Come nella lunetta a tempera (proveniente da San Giovanni in Laterano, attualmente in deposito nei Musei Vaticani e qui esposta per la prima volta) dove si firma: “invenit et pinxit”. Ovvero inventrice – e non soltanto esecutrice (fecit) di opere d’arte – e pittrice.

Plautilla Bricci (Roma 1616 - post 1690) San Luigi IX di Francia tra la Storia e la Fede (particolare), 1676-1680 olio su tela, 321 x 164 cm Roma, chiesa di San Luigi dei Francesi
Plautilla Bricci (Roma 1616 – post 1690) San Luigi IX di Francia tra la Storia e la Fede (particolare), 1676-1680 olio su tela, 321 x 164 cm Roma, chiesa di San Luigi dei Francesi

Chiude l’esposizione un prestito eccezionale. La grande pala raffigurante San Luigi IX di Francia, tra la Storia e la Fede, dipinto da Plautilla per la cappella di San Luigi (1676-1680) nella chiesa dei Francesi, interamente progettata dall’architettrice per l’abate Benedetti, accanto alla cappella Contarelli.

Il testamento di Elpidio del 1690, con cui lascia in usufrutto a Plautilla una casa in Trastevere, è l’ultimo documento riferito all’architetta.
Il catalogo che accompagna l’esposizione contiene i saggi di Yuri Primarosa, curatore della mostra, e di Melania Mazzucco (autrice de L’architettrice), oltre i contributi di alcuni dei maggiori specialisti dell’artista e del suo contesto culturale, offrendo una nuova e aggiornata monografia sull’artista.

Yuri Primarosa, curatore della mostra
Yuri Primarosa, curatore della mostra

INFORMAZIONI

www.barberinicorsini.org
Email gan-aar.comunicazione@beniculturali.it
MOSTRA: “Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice”
CURATORE: Yuri Primarosa
SEDE: Galleria Corsini, via della Lungara 10, Roma
APERTURA AL PUBBLICO: 5 novembre 2021 – 19 aprile 2022
ORARI: da martedì a domenica, dalle ore 10.00 – 18.00. Ultimo ingresso alle ore 17.00. Chiuso il lunedì
BIGLIETTO BARBERINI CORSINI: Intero 12 € – Ridotto 2 €

Prenotazione individuale consigliata, obbligatoria per i gruppi (massimo 15 persone, guida inclusa) al link:
https://www.ticketone.it/artist/galleria-corsini/

NORME DI ACCESSO
L’accesso è regolamentato nel rispetto delle norme di prevenzione del contagio disposte dalla legge. Per accedere è necessario esibire la Certificazione verde Covid-19 (Green Pass) in formato analogico o digitale. È prevista la misurazione della temperatura con termoscanner e non sarà ammesso l’accesso nel caso venisse rilevata una temperatura uguale o superiore a 37.5.

CATALOGO: Una rivoluzione silenziosa Plautilla Bricci, Officina Libraria
LIBRO CONSIGLIATO: Melania G. Mazzucco, L’Architettrice, Einaudi