Sigmar Polke. A Palazzo Grassi
A Venezia, nella sede prestigiosa di Palazzo Grassi, le opere in mostra di Sigmar Polke, l’alchimista contemporaneo vincitore del Leone d’Oro alla Biennale nel 1986 (Padiglione tedesco). Fino al 6 novembre 2016.
Dopo aver vinto nel 1986 il Leone d’Oro, con il suggestivo padiglione chiamato Athanor (la fornace dell’alchimista) per la Repubblica Federale Tedesca, Sigmar Polke (Olesnica 1941 – Colonia 2010) torna a Venezia per una mostra antologica che ripercorre la sua carriera, dagli anni Sessanta al nuovo millennio, attraverso quasi novanta opere provenienti dalla collezione Pinault e da altre pubbliche e private. Da queste emergono le due tematiche di fondo dell’artista: l’alchimia (trasmutazione della materia e metamorfosi della forma) e la politica (problemi d’attualità). L’identificazione dell’operazione artistica con quella alchemica è dichiarata nell’opera Conjunctio (1983), dove dal caos indistinto (nigredo) si passa all’albedo e poi alla citrinitas (sfondo giallo) in cui Sole e Luna si uniscono, come per la trasmutazione dei metalli in oro (pietra filosofale).
Il suo percorso artistico è stato all’insegna della sperimentazione: attraverso media differenti (disegno, pittura, foto, film, installazioni), mescolanza di figurazione e astrazione, rivitalizzazioni di opere d’arte precedenti e decontestualizzazioni. La mostra si apre e conclude nell’atrio centrale con il suo testamento artistico Axial Age (2005-2007), sette dipinti giocati sull’ambiguità tra visibile e invisibile, la dimensione quasi mistica di una realtà, come la sua vita, che stava sfumando.
L’esposizione si sviluppa su due piani secondo un percorso cronologico a ritroso (dal 2000 agli anni Sessanta). Sin dai primi anni emergono il suo approccio critico nei confronti della società e la sua cifra politica, come in Polizeischwein (1986), posto sulla scalinata, dove sulla testa di un maiale pone il berretto del rappresentante delle forze dell’ordine che gli sta accanto.
Il suo ‘furor’ sperimentale arriva all’uso di sostanza psicotrope (v. i funghi in Alice im Wunderland, 1972) e investe il supporto dei dipinti, come quelli metallizzati con la vernice spray o i tessuti stampati che non sono un mero sfondo. Moltiplica i linguaggi espressivi, elaborando un universo di immagini, come quelle che prende da giornali e riviste partendo da un retino grafico, che acquistano, ridipinte a mano a grandezza monumentale, un nuovo significato.
A Polke non mancava arguzia e ironia, pur vivendo in una situazione economica precaria e in un appartamento piuttosto angusto. Il suo aver patito il clima tedesco orientale lo porterà a rifuggire da qualsiasi etichetta in nome della libertà dell’arte.
Il ciclo Hermes Trismegistos (1995), in quattro pannelli, è la rievocazione del mitico autore della letteratura ermetica, ritenuta nel Rinascimento la conoscenza occulta degli alchimisti, di cui Ermete sarebbe stato il padre. Polke, che aveva visitato molte città italiane, rimase colpito a Siena dal mosaico pavimentale del Duomo, in cui è appunto raffigurato Ermete.
La sua ‘pietra filosofale’ non è tanto la ricerca della verità ma la scoperta e la rappresentazione dell’identità tra arte e vita, che sono pura metamorfosi in divenire. Il suo è un percorso cromatico per sottrazione, la tavolozza restringe il suo ventaglio di possibilità per ridursi quasi al monocromatico, il violetto, con riferimento alla preziosità dei lapislazzuli.
Il Teatrino di Palazzo Grassi ospita la proiezione dei film girati da Poke in 16 mm, a colori e in bianco e nero. Formano un diario della sua vita d’artista, testimoniano i suoi viaggi in Italia, un percorso a ritroso nel tempo con lo studio dei maestri e delle loro tecniche ormai estinte, uno sguardo al passato per osservare il presente.
In mostra i suoi Venice film, prodotti tra il 1983 e il 1986. Polke portava con sé, ovunque andasse, una cinepresa Bolex 16 mm.
La mostra – ideata da Elena Geuna e Guy Tosatto, direttore del musée de Grenoble, in stretta collaborazione con The Estate of Sigmar Polke – costituisce un’opportunità per ammirare, ancora una volta, la splendida location in cui è allestita: Palazzo Grassi. Quest’anno si celebra il decennale della sua riapertura a opera di François Pinault.
PALAZZO GRASSI
Campo San Samuele 3231
www.palazzograssi.it
Telefono: +39 041 2001 057
dal lunedì al venerdi dalle ore 9 alle ore 18
e il sabato dalle ore 9 alle ore 14
APERTO TUTTI I GIORNI (tranne il martedì) ORE 10 – 19
ULTIMO INGRESSO ORE 18
- BIGLIETTI: 15€ INTERO 20€ INTERO DUE MUSEI (Palazzo Grassi + Punta della Dogana)
- 10€ RIDOTTO 15€ RIDOTTO DUE MUSEI (Palazzo Grassi + Punta della Dogana)