L’Adorazione dei Magi di Rembrandt scoperta per caso
Il simposio “Rembrandt: individuare il prototipo, vedere l’invisibile” ha acceso i riflettori sul capolavoro
Roma. Si è tenuto questa mattina presso l’Accademia di Francia di Villa Medici l’interessante simposio “Rembrandt: individuare il prototipo, vedere l’invisibile”, promosso dalla Fondazione Patrimonio Italia (FPI), ente non-profit presieduto da Guido Talarico volto alla valorizzazione e del patrimonio culturale italiano. Studiosi ed esperti a livello internazionale hanno esposto i risultati di una prima fase di studi e ricerche che hanno interessato un ritrovamento eccezionale, avvenuto in Italia, di un dipinto considerato perduto e mai mostrato finora: un’Adorazione dei Magi attribuita a Rembrandt, il grande pittore fiammingo.
La scoperta è avvenuta casualmente. Nel 2016 il dipinto è caduto accidentalmente. Trauma che ne ha reso indispensabile il reintelaggio. Il recupero e la pulizia dell’opera, annerita dalla vernice, sono stati affidati alla restauratrice Antonella Di Francesco. Tra le mani della restauratrice è emerso quello che, la sua sensibilità ed esperienza, ha riconosciuto come un capolavoro, fatto che ha dato l’avvio agli studi sull’opera. I proprietari non sapevano chi fosse l’autore dell’opera.
“Nel corso del mio lavoro – afferma la restauratrice – può capitare una delle cose più belle della vita: la coscienza improvvisa di essere davanti ad un’opera di un autore molto grande che ti si rivela, che esce dalla sua zona opaca e ti sceglie per essere riscattato dall’oscurità”. Oltre all’intuizione della restauratrice e alla qualità del disegno, ad avvalorare l’attribuzione a Rembrandt dell’opera ha contribuito la rarissima tecnica con cui è stata realizzata e le sue dimensioni (cm 54 x 44,5). Si tratta di un straordinario disegno a matita e china, velato a olio su carta poi applicata su tela, tecnica tipica del maestro olandese negli anni Trenta del Seicento, e di un formato identico a quello di una serie di incisioni di Rembrandt relative alla Vita e alla Passione di Cristo.
Finora gli studiosi conoscevano il quadro solo attraverso una serie di copie, le più note delle quali sono custodite all’Ermitage di San Pietroburgo e al Konstmuseum di Göteborg. L’Adorazione dei Magi eseguita nel 1632-33, un soggetto classico ma che lo spirito creativo e il gusto per la sperimentazione del maestro olandese hanno reso raffinato e ricco di invenzioni, era da tempo ritenuta perduta (lost original). Il pittore si era, in quegli anni, appena trasferito da Leida ad Amsterdam, il più grande mercato di artisti di tutta Europa.
L’incontro di oggi è il primo appuntamento del progetto “Discovering Masterpiece”. Una iniziativa della Fondazione Patrimonio Italia che ha l’obiettivo di promuovere momenti di intesa culturale e scientifica, in Italia e all’Estero, per lo studio e la divulgazione dei capolavori dell’arte italiana e internazionale appartenenti a collezioni italiane.
“Dare il via al progetto Discovering Masterpiece con il ritrovamento di un capolavoro assoluto di uno degli artisti più amati di tutti i tempi – ha dichiarato il Presidente Guido Talarico – è motivo di grande orgoglio per la nostra Fondazione, nata con l’obiettivo di valorizzare le collezioni private italiane proponendo un nuovo approccio nei confronti del collezionismo. L’intento è quello di condividere con il grande pubblico opere talvolta inedite, come in questo caso, lasciandole in Italia con l’obiettivo di sensibilizzare il nostro Paese sull’immenso potenziale di uno dei suoi asset di punta, quale il proprio patrimonio artistico-culturale, come volano di crescita economica. È importante guardare meglio quello che abbiamo intorno”.
Al convegno – aperto dai saluti di Sam Stourdzéir, Direttore dell’Accademia di Francia a Roma–Villa Medici, e di Guido Talarico, Presidente della Fondazione Patrimonio Italia – ha partecipato un panel di esperti e studiosi: Marco Mascolo, Storico dell’Arte, autore di “Rembrandt un Artista nell’Europa del Seicento”, Peter Matthaes, Direttore Museo Arte e Scienza di Milano, Francesca Bottacin, Storica dell’Arte, Docente di Storia dell’Arte Fiamminga e Olandese presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, Stefano Ridolfi, Fisico per i Beni Culturali e Docente presso La Sapienza, Università di Roma ed Alessandro Caucci Molara, Presidente della Fondazione Abraham Teerlink, Roma e Presidente dell’Advisory board di Fondazione Patrimonio Italia.
Le indagini condotte consentono di mettere in luce la tecnica esecutiva di Rembrandt. Tecnica rara quanto raffinata, fondata su uno sketch (schizzo) su carta eseguito con pennello, inchiostro, matita o altro medium, velato a olio e poi applicato su tela. I disegni sottesi al dipinto, pressochè invisibili a occhio nudo, sono stati realizzati da Rembrandt a mano libera, prima con una punta umida molto sottile e poi ricalcati con una penna. Figure, anche di ridotte dimensioni, ma tutte fortemente vitali ed espressive. I raggi infrarossi rivelano disegni invisibili permettendo di ripercorrere il processo creativo con cui l’opera ha preso forma.
In tal modo sembra di seguire la mano dell’artista, i suoi ripensamenti, i suoi adeguamenti, come per il cammello oppure elementi che troviamo nel disegno ma che non ritroviamo nel dipinto, come il bastone del re mago. Nel guardare questo personaggio difficile non pensare all’imponenza e alla teatralità di quello con turbante, in secondo piano, nella Erezione della croce (1623-1633) della Alte Pinakothek di Monaco.
Il prof. Stefano Ridolfi, Fisico per i Beni Culturali e docente presso l’Università di Roma La Sapienza, è intervenuto sulle indagini effettuate sul dipinto e sulla contraffazione delle opere d’arte.
La fluorescenza ultravioletta ad alta definizione ha consentito di individuare tre diverse stesure di vernice protettiva sul dipinto. Esito di tre diversi interventi di restauro. Inoltre è possibile evidenziare i pentimenti dell’artista. Il paggio elegante nel disegno si perde, nei suoi dettagli, nel dipinto. L’Adorazione dei Magi di Roma è il primo dipinto al mondo a cui è applicata una procedura anticontraffazione. Si tratta di una nuova tecnica che consente di legare biunivocamente la documentazione e la biblografia all’opera d’arte.
Ho chiesto alla prof.ssa Francesca Bottacin, dopo il suo interessante intervento sugli studi che hanno riguardato l’artista olandese, quali sono state le sue emozioni di fronte al dipinto e quando, presumibilmente, terminerà la fase di indagine per l’attribuzione.
R. “Ho avuto modo di vederlo ed è un dipinto estremamente emozionante e interessante. L’idea di studiarlo è stata per me una grande opportunità. Si tratta di un dipinto che merita una grandissima attenzione. Ho avuto modo studiarlo brevemente per questa presentazione e per me lo studio deve essere approfondito, deve sedimentarsi. Quando sarà possibile arrivare a delle conclusioni è qualcosa che ha dell’imponderabile perchè interessa varie competenze. Sarà uno studio fatto in sinergia, ci vogliono varie competenze, abbiamo gli strumenti e vanno usati”.
D. Sarà possibile per il pubblico, dopo la fase di studio, vedere il dipinto, magari in occasione di una mostra?
R. “Certamente è auspicabile che il dipinto venga esposto, è un’opera che merita”.
Ho chiesto anche al dott. Marco Mascolo, storico dell’arte e autore del recente libro: Rembrandt un Artista nell’Europa del Seicento, se aveva avuto modo di ammirare l’Adorazione dei Magi di Roma e quali erano state le sue emozioni di fronte al dipinto.
R. “Si, è un’opera di grande qualità, è stato oggettivamente emozionante. Questo è il primo passo per presentare una serie di studi che sono stati fatti, ma stiamo a metà del guado. È necessario approfondire. La qualità del dipinto è molto alta”.
Il dipinto, attualmente custodito in un caveau è stato messo a disposizione della comunità scientifica internazionale per ulteriori accertamenti. L’opera fa parte di un fondo storico artistico parzialmente risalente a fine Cinquecento, nel quale è presente anche un filone olandese. Qualora l’attribuzione a Rembrandt venisse confermata il valore del quadro potrebbe essere valutato tra i 70 e i 200 milioni di euro.