Salina, isola pilota dell’Unione Europea per la transizione verso l’energia pulita. Seguita da Pantelleria
Salina sarà un riferimento per la transizione a energia pulita. Seguita, nel 2020, da Pantelleria. I programmi che le istituzioni stanno adottando per avviare il processo di transizione energetica.
La selezione delle isole dell’UE impegnate nella transizione energetica è un’iniziativa della Commissione Europea Clean Energy for EU Islands, ed è partita ufficialmente da poche ore con il sostegno del Segretariato delle Isole dell’UE per l’energia pulita. Salina è stata individuata come una delle sei Isole Pilota dell’Unione Europea per la transizione verso l’energia pulita. Costituirà un punto di riferimento per il maggior numero possibile di isole europee nei prossimi anni.
L’iniziativa della Commissione Europea avvia il processo di transizione energetica con le isole per sostenerle nel diventare più autosufficienti, prospere e sostenibili. In questa prima fase le Isole Aran (Irlanda) Cres-Lošinj (Croazia), Sifnos (Grecia), Culatra (Portogallo), Salina (Italia) e La Palma (Spagna) svilupperanno e pubblicheranno i loro programmi di transizione verso l’energia pulita entro l’estate 2019.
Le altre 20 isole che lo faranno entro l’estate 2020 sono: Pantelleria e
Favignana (Italia), Hvar (Croazia), Nuova Caledonia (Francia), A Illa de Arousa (Spagna), Brač (Croazia), Creta (Grecia), Azzorre (Portogallo), Gotland (Svezia), Korčula (Croazia), Samos (Grecia), Ibiza (Spagna), Öland (Svezia), Kökar (Finlandia), Cape Clear (Irlanda), Maiorca (Spagna), Orkney (Regno Unito), Marie-Galante (Francia), Minorca (Spagna) e Isole Scozzesi (Regno Unito).
Dominique Ristori, Direttore Generale per l’Energia presso la Commissione Europea, ha dichiarato: “Le 26 isole selezionate mostrano un notevole potenziale ed entusiasmo per lo sviluppo di forti e durature collaborazioni con gli stakeholder interessati alla transizione verso l’energia pulita”.
Una mappa interattiva con informazioni sulle isole selezionate per il supporto da parte del Clean Energy for EU Islands Secretariat è disponibile al link: https://www.euislands.eu/26-islands-launch-transition.
Ci sono più di 2200 isole abitate nell’Unione Europea. Molte di queste, nonostante l’abbondanza di fonti di energia rinnovabili (eolica, solare e del moto ondoso), dipendono attualmente da costose importazioni di combustibili fossili per il loro approvvigionamento energetico. La transizione energetica pulita può aiutare queste isole non solo a diventare più autosufficienti e prospere, ma anche a creare nuove opportunità di lavoro per gli abitanti.
In questo ambizioso progetto di Isola Pilota dell’UE, oltre ai Comuni dell’isola di Salina (Leni, Malfa e Santa Marina), sono coinvolti: l’ENEA, in qualità di capofila, il Dipartimento Energia dell’Assessorato Regionale Energia e Servizi di Pubblica Utilità, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – INGV, Marevivo, l’Associazione Albergatori Salina Isola Verde e il consulente dei tre sindaci.
Per capire quali sono i progetti che porteranno a questa transizione mi sono recata negli uffici comunali di Pantelleria per parlarne con Stefano Scaltriti (esponente del Movimento Cinque Stelle, presidente della commissione comunale permanente “Territorio Zero” e consigliere di maggioranza), che gentilmente si è reso disponibile a rispondere a qualche domanda.
Per quanto riguarda l’energia, nonostante il sole e il vento che abbondano, Pantelleria usufruisce ancora di un grande gruppo elettrogeno basato su fonti fossili anziché rinnovabili. Alle domande sul futuro energetico dell’isola Scaltriti ha riferito che: «Il Comune ha aderito al progetto Territorio Zero, di cui si occupa una Commissione. Il progetto prevede energia distribuita e diffusa che consentirebbe tre kilowatt di energia pro capite. Ovvero ogni persona avrebbe a disposizione tre kilowatt. Ciò in base al concetto di prosumer (produttore-consumatore). Questo per evitare che il monopolio di produzione energetica resti nelle mani della S.MED.E. (n.d.r. a cui è affidata la produzione e distribuzione di energia elettrica nel territorio del Comune di Pantelleria). Purtroppo le isole minori sono scollegate dall’energia elettrica statale».
Il Consigliere continua: «La S.MED.E. potrebbe essere utilizzata per la distribuzione dell’energia. Se i fossili non fossero sovvenzionati non ci sarebbero. Il Comune con i soldi dello Stato fa la linea di distribuzione energetica ma poi dovrebbe mantenerla, invece è della S.MED.E. e non del Comune. Pantelleria potrebbe essere la prima isola a territorio zero. Chilometro zero, emissioni zero, rifiuti zero che potrebbero diventare risorsa (come per es. la produzione di compost) e autosufficienza energetica e alimentare. È in progetto la realizzazione di una compostiera di comunità e di prossimità, vicino i grossi stabili. Per il vetro basta il vuoto a rendere e nel 2019 è abolito il monouso».
Per far comprendere, e accettare, le novità alla comunità sono importanti la comunicazione e l’educazione. In proposito Scaltriti afferma: «La plastica con le stampanti 3D può essere trasformata. L’autosufficienza economica, per non gravare sulla terraferma, è un modello fattibile e riproducibile. Mini-eolico, pannelli solari e pompe di calore sono la soluzione. È importante partire dalle scuole per educare i giovani alle energie alternative e puntare sul turismo ecologico. Con 900.000 euro è possibile attuare un piano di mobilità sostenibile e l’ammodernamento del centro di raccolta rifiuti. Il tutto disponendo, sul territorio, stazioni meteo per il rilevamento energetico per uno studio di fattibilità per l’energia pulita, l’installazione di tre colonnine a ricarica veloce e autobus elettrici».
Come riferisce il Consigliere: «Attualmente il Comune ha quattro auto elettriche con costi di manutenzione bassi. Per la mobilità nautica c’è un progetto di carburante a idrogeno che alimenta celle a combustibile».
A proposito della situazione dell’agricoltura Scaltriti afferma: «Il biologico presuppone la biodiversità. Negli anni Sessanta – Settanta è stata abbondonata la multi-coltura a favore di una monocoltura che, con diserbanti e prodotti chimici, ha alterato il terreno. Il Comune, a Pantelleria, sta ora cercando di aprire la filiera dei cereali e leguminose, come la lenticchia di Pantelleria. La filiera delle lenticchie del Parco Nazionale di Pantelleria potrebbe offrire una resa di 14.000 euro per ettaro a fronte di una spesa di 3.000-4.000 euro. Prima sull’isola si producevano, oltre le lenticchie, anche orzo e grano».
Scaltriti ricorda come prima: «C’erano i mulini e la macina era azionata dal cecco (n.d.r. asino pantesco). La sopravvivenza per millenni era garantita da cereali e leguminose. Ora occorrono macchinari che sostituiscano il lavoro dell’uomo dove è possibile e arrivare alla moltiplicazione di tipologie di grani antichi con la collaborazione dell’Università di Catania e il Centro di Geosperma di Caltagirone. In agricoltura occorre interfilare con origano, orzo, aglio e cipolla. Del resto il Parco esclude l’uso del glifosato e quindi la monocoltura».
Quella di Scaltriti non è solo teoria, pratica la permacultura e l’orto sinergico (autosemina e tolleranza di infestanti, alcune sono commestibili). Racconta, con un pizzico di orgoglio, delle sue piante di pomodoro di tre anni che crescono e si riproducono senza intervento umano e del suo progetto di ‘orto per disabili’.
Al consigliere sta a cuore la biodiversità e l’alternanza delle coltivazioni ma: «Gli incentivi finiscono per favorire le grandi aziende e per i piccoli produttori diventa praticamente impossibile arrivarci. Per produrre devi andare sul mercato con prodotti di nicchia e di qualità e Pantelleria ha un nome soprattutto all’estero».
A noi non resta che attendere che ogni isola, nel rispetto della natura, diventi ciò che era: un eden. Un luogo dove l’uomo, custode della terra, possa vivere in armonia con l’ambiente all’insegna della qualità di vita.
Foto di Antonella Cecconi e Marco De Felicis