Lasciati condurre da Dante alla scoperta di San Gimignano
Usa la “Mappa di Dante” per scoprire i luoghi inediti della città turrita, per immergerti nel Medioevo e vincere un premio
INDICE: La mappa di Dante – Sant’Agostino e la buchetta del vino – S. Jacopo – Le Fonti e le macine medievali – San Lorenzo in Ponte – Santa Fina – Porta San Giovanni – Museo San Gimignano 1300 – Sala di Dante – Loggia del Battistero in piazza Pecori – Cattedrale-Collegiata-(Duomo) – Piazza della Cisterna
L’area in cui sorge San Gimignano era abitata fin dal tempo degli Etruschi. Nel corso del XII secolo il borgo diventò un libero comune ghibellino. Tra XII e XIII secolo la città conobbe un periodo economicamente florido dovuto al commercio dei prodotti locali, come lo zafferano (la spezia più costosa del mondo), e alle speculazioni finanziarie. Il centro medievale di San Gimignano è uno dei meglio conservati della Toscana e forse d’Italia. Il suo assetto urbano, che si è sviluppato durante il 1200-1300, è rimasto sostanzialmente inalterato fino a oggi. Il suo asse principale è un tratto della Via Francigena, che attraversa il suo centro da porta di San Matteo (a nord) e quella di San Giovanni (a sud). San Gimignano era già citato nel X secolo come tappa del famoso cammino e luogo di mercato.
Si deve al ricco ceto aristocratico la costruzione delle torri, identificative dello status di appartenenza, e delle abitazioni che sorgevano accanto. Sulle sue piazze – Piazza del Duomo, Piazza della Cisterna e Piazza delle Erbe – si affacciano molte di queste torri. Proprio per il suo turrito skyline, il suo segno distintivo, è chiamata la Manhattan del Medioevo. Si racconta che di torri ce ne fossero circa 70. Ma, dalla ricostruzione e dai dipinti, risultano presumibilmente una quarantina di torri private. Mentre oggi ne sono rimaste in piedi quattordici. Nel XIV secolo, a seguito di lotte intestine tra le famiglie più potenti, guerre, carestie e peste, la città si avviò verso il declino e nel 1351 si consegnò a Firenze. Per la sua bellezza, e il suo stato di conservazione, San Gimignano è stata dichiarata dall’UNESCO, nel 1990, patrimonio culturale dell’Umanità .
La mappa di Dante
Forse non molti sanno che il 7 maggio del 1300 Dante Alighieri si recò nel Palazzo Comunale di San Gimignano e che la sua presenza è documentata. In occasione del 700° anniversario della morte del sommo poeta San Gimignano si racconta con la “Mappa di Dante” in un percorso a tappe. Con domande e giochi di parole Dante saprà guidarvi lungo un cammino che potrete instagrammare sui social alla scoperta dei luoghi inediti della città. Alla fine di questa fantastica esperienza immersiva nella città medievale potrete ricevere in premio un prodotto tipico del territorio, dell’artigianato o dell’enogastronomia, comunque un prodotto caratteristico di questo territorio che ne racconta la storia, la tipicità e l’identità.
Seguendo il sommo poeta potrete rivivere le emozioni di quel tempo e scoprire attraverso i suoi occhi il fascino immutato dei luoghi a lui cari. Sarete rapiti dal profumo delle viole di Santa Fina, dalla fragranza della “Signora Vernaccia” che nasce qui o dai segreti nascosti nelle antiche mura. Un viaggio nel tempo sospeso che sarà indimenticabile.
Il raggiungimento di ogni tappa stimola la pubblicazione di contenuti user-generated sui social tramite un hashtag dedicato e la pagina Instagram @wheninsangimignano. Chi riuscirà a completare tutte le tappe porterà a casa il premio. La mappa è già in circolazione e sarà possibile trovarla nelle strutture ricettive che aderiscono all’iniziativa “La San Gimignano di Dante”.
Sant’Agostino e la buchetta del vino
I luoghi della mappa sono distribuiti lungo un anello che parte da Porta S. Matteo e finisce a Porta San Giovanni. Da Porta S. Matteo si accede a piazza S. Agostino, poco frequentata, dove sorge l’omonima Chiesa (che merita una visita) costruita in mattoni alla fine del 1200 in stile romanico-gotico, con una sola navata. E’ uno scrigno d’arte: sulla parete sinistra troviamo affreschi di Sebastiano Mainardi, Lippo Memmi, Vincenzo Tamagni e Benozzo Gozzoli con una insolita iconografia di S. Sebastiano, con vesti reali, che con il suo manto protegge la popolazione dall’ira divina (ovvero dalla peste).
Sull’altare maggiore la Pala di Pietro del Pollaiolo (Incoronazione della Vergine, santi e angeli musicanti del 1483), alle spalle gli affreschi nel coro (1464-1465) con le 17 Storie della vita di sant’Agostino di Benozzo Gozzoli (attualmente in restauro). Il pavimento in maioliche della Cappella di S. Bartolo da S. Gimignano è di Andrea della Robbia e l’altare è di Benedetto da Maiano (1494).
Nella cappella di destra gli affreschi con la Vita della Vergine di Bartolo di Fredi (1374-1375). Queste scene dei Vangeli Apocrifi attestano che fino alla Controriforma queste convivevano con quelle dei Vangeli canonici. Da vedere anche i pregevoli i chiostri del 1400.
Sulla piazza cercate in basso sulla parete di una casa una porticina curiosa chiamata la “buchetta del vino“. Forse veniva usata dalle famiglie benestanti per vendere vino o per fare beneficenza, donando vino o cibo a chi aveva bisogno.
S. Jacopo
Seguendo la passeggiata delle mura si arriva alla chiesa di S. Jacopo, presso la porta omonima. Cosa ha a che fare la chiesa di S. Jacopo con i Templari? Si racconta che questa fosse un’antica chiesa di un ospedale templare (1096) costruita per la famiglia Baccinelli, rientrata dalle crociate. Le monache di clausura di San Girolamo fecero costruire il cavalcavia per accedere, dal convento, alla chiesa. L’edificio religioso in stile romanico risale al XII secolo, molto bello il rosone in laterizi. Quello che rende originale la facciata è la decorazione con scodelle verdi-bluastre maiolicate duecentesche (provenienti dal mondo islamico).
Le Fonti e le macine medievali
Senza uscire dalla porta una strada sterrata, lungo le mura, conduce alla Porta delle Fonti Medievali. Oltrepassando la porta si scende giù alle fonti dove le donne andavano a fare il bucato, un complesso a dieci arcate in pietra (XII – XIV secolo). Qui nel 1200 veniva lavata la lana delle pecore. Percorrendo via delle Romite si raggiungono anche le antiche macine in pietra medievali.
San Lorenzo in Ponte
Nella chiesa di San Lorenzo in Ponte sono stati raffigurati alcuni episodi della Divina Commedia. La chiesa deve il suo nome all’antico ponte levatoio che collegava piazza della Cisterna all’antico castello del vescovo di Volterra. Fu edificata, in stile romanico nel 1240, sui resti della chiesa di Santa Lucia. Già nel 1411 c’era il portico sul fianco orientale con una Madonna con Bambino (volto attribuito a Simone Martini, 1310 circa), ritenuta “miracolosa”. Proprio per la devozione popolare verso questa sacra immagine, all’inizio del Quattrocento, fu costruito il portico lungo il fianco della chiesa. Fu così che si formò un oratorio adiacente alla chiesa. La Madonna è stata restaurata, tranne il volto.
Nel 1435 papa Eugenio IV per risolvere una controversia in atto soppresse la parrocchia e unì anche la Chiesa al vicino convento domenicano. A causa di infiltrazioni di acqua fu costruita una copertura a volte per mettere al sicuro la Madonna miracolosa. Dopo varie vicessitudini la chiesa ritornò ai Canonici della Collegiata che però vendettero il locale a privati che lo trasformarono (sic!) in frantoio e tinaia.
Nel 1917 l’oratorio della Madonna del Prato venne restaurato e nel 1931 la chiesa venne riaperta al culto. La Chiesa di San Lorenzo in Ponte è stata acquisita gratuitamente nel 2011 dal Demanio dello Stato da parte del Comune di San Gimignano che ha proceduto, nel 2016-17, a un intervento di restauro e al suo inserimento nel circuito dei Musei Civici.
La chiesa, a un’unica navata coperta con tetto a capriate di legno, presenta un presbiterio rialzato a volta. Conserva gli affreschi (1413) di Cenni di Francesco di ser Cenni. Essendo il tema del ciclo la vita ultraterrena, legata alla figura del santo titolare Lorenzo al quale è concesso salvare le anime del Purgatorio, risulta particolarmente interessante per il suo rapporto con la Divina Commedia. La raffigurazione dell’Inferno (con la trasposizione di alcuni versi del canto XII dell’Inferno dantesco), del Purgatorio (con una citazione esplicita dei versi del sommo poeta) e del Paradiso sembrano tener presente le descrizioni del capolavoro dantesco.
Per esempio nell’episodio di San Gregorio Magno che salva l’imperatore Traiano, rappresentante della giustizia, dal Purgatorio. Traiano, in partenza per la Dacia, era stato fermato da una vedova che chiedeva giustizia per l’uccisione del figlio. L’imperatore propose di accontentarla al suo ritorno ma la vedova obiettò che non sarebbe potuto tornare. Allora Traiano ritardò la sua partenza e uccise il colpevole. Tale episodio riferito all’imperatore pagano è narrato nel canto X del Purgatorio. Nel Paradiso (canto XX, vv. 106-117) Dante spiega che il giusto imperatore fu riportato in vita dalle preghiere di Gregorio Magno ed ebbe modo così di accogliere la fede.
Santa Fina
Lungo il percorso incontrerete la casa di Fina Ciardi (n. 1238) figlia di una famiglia nobile caduta in povertà. Fina è la santa patrona di San Gimignano ritratta da Benozzo Gozzoli e il Ghirlandaio. La leggenda narra che a seguito di un rimprovero materno, per aver accettato una melarancia da un estraneo, chiese in preghiera una punizione.
Un’infermità, a seguito di una malattia misteriosa, colpì il suo corpo. Per aumentare l’autopunizione decise di giacere immobile nella sua stanza su una tavola di quercia, scelse di soffrire come il Cristo che morì su una croce di legno. Rimase così per cinque anni, fino all’età di quindici anni. Nonostante la sua immobilità lei aiutava e proteggeva gli abitanti del paese, pregando San Gregorio Magno.
Il 12 marzo, giorno della sua festa, morì. Durante i suoi funerali un profumo di violette invase la città e sulle torri di San Gimignano fiorirono le viole gialle (dette viole di Santa Fina) che tutti gli anni a marzo fioriscono nuovamente.
Continuando il percorso si arriva in uno dei punti più panoramici della città.
Porta San Giovanni
Proseguendo si arriva a Porta San Giovanni. Nel 1921, in occasione del seicentenario della morte di Dante Alighieri, si procedette alla demolizione della chiesa barocca della Madonna dei Lumi, addossata alla porta all’inizio dei Seicento, al fine di ripristinare l’aspetto medievale della Porta.
Museo San Gimignano 1300
Rientrando verso il centro, in via Costarella, si incontra il Museo di San Gimignano 1300. Qui Michelangelo e Raffaello Rubino hanno realizzato una riproduzione della città così com’era nel 1300 in scala 1:100. L’opera occupa un’area di 27 mq. E’ stata eseguita interamente in ceramica decorata a freddo con pigmenti naturali utilizzando oltre una tonnellata di argilla delle vicine cave di Montelupo. Dopo una ricerca tecnico-architettonica e storica la sua realizzazione – interamente a mano con tecniche tradizionali e sperimentali nella lavorazione della ceramica artistica – è durata oltre due anni con circa 20.000 ore di lavoro.
Osservando la città in miniatura potrete scoprire come le torri avevano palchi e balconi in legno tramite i quali era possibile passare da un livello all’altro. Oggi non esistono più, restano solo i grandi fori delle travi che li sostenevano. I proprietari delle torri preferivano invece risiedere nei più comodi palazzi adiacenti.
Sala di Dante
Oltre le torri degli Ardinghelli troviamo la Piazza del Duomo, il cuore monumentale di San Gimignano. Da ammirare le Torri gemelle dei Salvucci e, di fronte al Duomo, il Palazzo Vecchio del Podestà aperto in basso da una loggia, vicino alla possente Torre Rognosa (chiamata anche Torre del Podestà), alta quasi 51 metri (la seconda per altezza di San Gimignano). Era famosa per essere una prigione per coloro che avevano avuto delle ‘rogne’, da cui il nome.
Sulla piazza sta il Palazzo Comunale (o Palazzo Nuovo del Podestà) con al suo fianco la Torre Grossa (1300), la più alta di San Gimignano (54 metri). E’ possibile salire fino alla sua cima per godere di un panorama incredibile a 360 gradi.
Il Palazzo Comunale (o Palazzo del Popolo) è ancora oggi la sede del Comune di San Gimignano e conserva, al suo interno, una cisterna risalente al 1361. Costruito nel 1288 (ampliato nel 1323) il palazzo divenne sede del comune a partire dal 1337. L’edificio è caratterizzato da una facciata per metà in pietra e per metà in mattoni con grandi finestre e una discutibile merlatura aggiunta nel XIX secolo. Entrando si raggiunge un bel cortile riccamente decorato con affreschi del Sodoma e una Giustizia che calpesta la Menzogna di Vincenzo Tamagni. Da qui una scala permette di accedere al Museo Civico.
La Sala del Consiglio è la sala dedicata a Dante, il poeta fiorentino esiliato. Nel 1300 (nonostante il Pecori riporti il 1299) Dante si fermò per un breve periodo proprio a San Gimignano forse per perorare la causa della lega guelfa dei comuni toscani. Nella sala un bel ciclo di affreschi della fine del Duecento sono attribuiti ad Azzo di Masetto. Ma si resta a bocca aperta davanti alla splendida Maestà (1317) del Lemmi (artista di una famiglia di orefici, fatto che risulta evidente dai particolari e nella profusione di oro). Il pittore ha avuto sicuramente come riferimento la più famosa Maestà dipinta dal cognato Simone Martini nel Palazzo Pubblico di Siena.
Un’opera che testimonia, in tal modo, lo stretto legame tra San Gimignano e Siena. L’importanza di quest’opera è sottolineata dal fatto che venne chiesto a Benozzo Gozzoli di restaurare i volti della Maestà. Nella sala è esposto un invito al preposto dove è scritto che “se una persona ha ragione, ascoltala e dagliela”. Si conserva anche il frammento Useppi (1380) della famiglia Chigi.
Al secondo piano si trova la Camera del Podestà con un interessante ciclo di affreschi, attribuiti a Memmo di Filippuccio (padre di Lippo Memmi), intitolato Esiti positivi e negativi dell’iniziazione amorosa di un giovane. In questi il figlio chiede i soldi ai genitori, li ottiene dal padre, li sperpera con donne, viene picchiato e torna a casa.
Raffigurata anche la vicenda del tranello di Alessandro Magno teso al suo insegnante Aristotele. Lo avvertì che se anche lui avesse ceduto alla bellezza femminile avrebbe passato dei guai. Infatti in una scena Aristotele si fa cavalcare da Fillide (ancella bellissima). Dopo la trattativa tra le famiglie il giovane infine si sposa e si vede il bagno nuziale. In un altro la leggenda vuole che siano raffigurati Paolo e Francesca che leggono forse la Divina Commedia.
Questo Museo è una ricca pinacoteca con opere tra il XIII e il XVI secolo di importanti pittori. Tra questi: Coppo di Marcovaldo (artista fatto prigioniero dai senesi) con il suo Grande Crocifissso, Lippo Lemmi (in particolare la Maestà del 1317), la Madonna con Bambino in umiltà con angeli e santi di Benozzo Gozzoli, l’Angelo Annunciante e la Vergine Annunciata di Filippino Lippi e la pala d’altare Assunta con i santi Gregorio e Benedetto (1511) dipinta dal Pinturicchio.
Particolarmente interessante per conoscere la San Gimignano medievale è la Pala di Taddeo di Bartolo con San Gimignano che benedice la città, ritratta sul suo grembo.
In piazza Pecori si trova un chiostrino, adibito ad oratorio nel 1632 e poi a Battistero.
Loggia del Battistero in piazza Pecori
Sul fondo del chiostrino sta un mirabile affresco, commissionato da Giuliano di Martino Cetti: l’Annunciazione della Madonna (1482), attribuita a Sebastiano Mainardi.
Cattedrale Collegiata (Duomo)
La Cattedrale Collegiata (ovvero il Duomo), in stile romanico toscano, fu consacrata nel 1148. Se la facciata appare spoglia invece all’interno ci sono mirabili cicli di affreschi. Particolarmente preziosi sono quelli di Domenico Ghirlandaio nella mirabile Cappella di Santa Fina (ad opera di Giuliano da Maiano). La leggenda racconta che la sangimignanese Fina Ciardi, afflitta da una grave malattia, scelse di sdraiarsi per sempre su una tavola di legno di quercia fino a diventare tutt’uno con il suo giaciglio.
Spostata dal suo ‘letto’, dopo la sua morte, dal legno fiorirono delle profumatissime viole gialle che spuntarono anche fra le mura di San Gimignano. Presto si diffuse la voce che rendere omaggio alla tomba della santa avesse poteri miracolosi di guarigione. Così divenne luogo di pellegrinaggi e devozione.
Lungo le tre navate troviamo altri cicli di affreschi come le Storie del Vecchio Testamento di Bartolo di Fredi lungo la navata sinistra e le Storie del Nuovo Testamento, dipinte dai fratelli Lippo e Federico Memmi, sulla navata destra.
Oltre al Giudizio Universale di Taddeo di Bartolo troviamo il pregevole Martirio di San Sebastiano di Benozzo Gozzoli e l’Annunciazione di Jacopo della Quercia, in controfacciata.
Al termine della navata destra del Duomo si trova la Cappella di Santa Fina, realizzata nel 1468 su progetto di Giuliano e Benedetto da Maiano, un autentico capolavoro rinascimentale.
L’altare della cappella è opera di Benedetto da Maiano ma è più che un altare è anche la tomba in cui è custodito il corpo di Santa Fina. La cappella è famosa per i suoi affreschi che narrano la vita di Santa Fina, opera dal Ghirlandaio (1482). Da notare gli splendidi ritratti degli affreschi e le torri di San Gimignano sullo sfondo dell’affresco con le esequie della Santa.
Proseguendo alle spalle del Duomo potete salire al Parco della Rocca, dove potete sostare per ammirare il panorama e farvi raccontare come nasce la Vernaccia al Museo del Vino.
Piazza della Cisterna
Per completare la visita del centro recatevi in Piazza della Cisterna, dalla forma triangolare. Il pavimento è fatto di mattoni a spina di pesce e presenta una certa pendenza. Al centro della piazza si trova un pozzo del 1263 (che serviva per l’approvvigionamento di acqua della città) e intorno sfilano eleganti facciate di palazzi con le finestre a bifora.
Nella Piazza ci sono le due torri degli Ardinghelli, che risalgono al Duecento. Mentre accanto al Palazzo Cortesi, si trova anche la Torre del Diavolo, caratterizzata da un antico passaggio pedonale.
Per non uscire da questa favola medievale e non interrompere l’incantesimo non rinunciate a un soggiorno in un palazzo d’epoca. Le “camere di Dante” dell’hotel L’Antico Pozzo prolungheranno la vostra esperienza nella bellezza facendovi vivere l’atmosfera medievale in un ambiente di charme senza rinunciare ai comfort moderni.
Per uscire un po’ dallo sciame turistico, dai locali affollati, se volete gustare la tradizionale cucina toscana o avete voglia di pesce fresco il Ristorante Da Graziano, con sala esterna con vista su San Gimignano, è una location consigliata dove godere un bel momento di convivialità, relax e piacere gastronomico.
Informazioni
Da visitare le tappe della Mappa
MUSEI CIVICI
Booking: email sangimignanomusei@operalaboratori.com
Call Center: +39 0577 286300
Orari di apertura: Dal Lunedi alla Domenica dalle 10:00 alle 18:00
Ultimo ingresso mezz’ora prima dell’orario di chiusura
Biglietto d’ingresso: Intero € 9,00
Ridotto € 7,00 (bambini dai 6 ai 17 anni, gruppi e scolaresche dalle 20 unità in su, over 65)
Gratuito: bambini fino a 5 anni, persone diversamente abili con accompagnatore.
*Si consiglia il SAN GIMIGNANO PASS: un unico biglietto che comprende l’ingresso ai Musei Civici e al Complesso della Collegiata € 13,00 Intero – € 10,00 Ridotto (bambini dai 6 ai 17 anni)
San Gimignano 1300
Via Costarella, 3 – San Gimignano (SI)
Tel. +393274395165
Ingresso gratuito, è gradita un’offerta
Museo del vino alla Rocca di Montestaffoli
Via della Rocca, 1 – San Gemignano
Telefono: 0577 941267
Dove dormire
L’Antico Pozzo – Hotel Residenza d’apoca
Indirizzo: Via S. Matteo, 87, 53037 San Gimignano SI
Telefono: 0577 942014 – Email: info@anticopozzo.com
L’Antico Pozzo è un palazzo storico del XV secolo, una residenza di charme. Si trova all’interno delle antiche mura del centro storico medievale di San Gimignano, in una zona non affollata. Accoglienza cortese e professionale, colazione ottima: salato e dolce da consumare nella sala o corte interna. Consigliate le “camere Dante”, le più nobili e prestigiose dell’hotel. Camere molto spaziose (35 mq), soffitti alti, affreschi e arredo d’epoca senza rinunciare al comfort. Internet e Wi-Fi.
Dove mangiare
Hotel Ristorante Da Graziano
Via G. Matteotti, 39/A
Telefono 0577 940101
Questo ristorante si trova a 400 m dal centro storico. Personale gentile e professionale. Oltre alla cucina tradizionale toscana, con i suoi piatti tipici (pasta fatta in casa e zuppe), qui potete gustare anche una buona cucina di pesce fresco (proveniente da Santo Stefano). Non a caso è apprezzato dalla clientela locale, oltre che dai turisti. Buono l’Antipasto di pesce crudo (il salmone superfluo), con tartare di ricciola, gamberi, tonno e scampi eccellenti. Appetitosa, e dalla giusta consistenza, l’Insalata di polpo con patate e pomodori. Gustosi i Tagliolini neri con burro e salvia. Ottima e ben assortita la Grigliata mista di pesce con verdure. Bonus per la sala esterna con vista panoramica sullo skyline di San Gimignano.
Visite guidate
CATIA VERMIGLI
Guida Turistica Autorizzata Siena e Provincia
(residente a San Gimignano)
Lingue: Italiano – Inglese – Francese (Tedesco)
Cell. +39 348 8946793
e-mail: catiavermigli@gmail.com
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FACEBOOK: Catia Vermigli – Your Tuscan Guide