Puglia. Taccuini salentini, Brindisi
Il Salento, sempre più gettonato, ogni anno registra l’aumento dell’affluenza turistica. Ma se non è estate ti chiedi: che ci vado a fare? Eppure i suoi tesori e paesaggi, oltre le spiagge e un mare da cartolina, incantano e catturano soprattutto fuori stagione quando puoi regalarti il tempo di contemplare i luoghi, conoscerne la storia e incontrarne gli abitanti.
Il Salento è la ‘Terra dei Due Mari’ (Adriatico e Ionio) e comprende le province di Brindisi, Taranto e Lecce. Area di contaminazioni tra Oriente e Occidente è territorio di scambi e crocevia di culture diverse. La penisola salentina è stata fortemente influenzata dalla Grecia e ancora oggi, a sud di Lecce, è presente un’area linguistica ellenofona di dodici comuni, la ‘Grecìa salentina’, dove il dialetto è il ‘griko’.
Oltre alla bellezza dei suoi litorali, scogliere e acque limpide il Salento regala continue sorprese anche al suo interno: arte, frantoi ipogei, zone di natura incontaminata, architettura barocca, prodotti alimentari di rara qualità.
Brindisi, città di transito, trampolino per le coste orientali del Mediterraneo, è ricca di storia mista a salsedine: due millenni fa era l’importante scalo dell’Impero Romano, poi è stato quello dei crociati in partenza per la Terra Santa (Medioevo), quindi sosta da dove salpava la Valigia delle Indie alla volta di Bombay (dal 1884 al 1914). Vanta due castelli: l’Alfonsino, o di Mare sull’isola di Sant’Andrea, voluto nel 1445 da Alfonso d’Aragona, e il Castello Svevo, o di Terra, sul seno di ponente, voluto nel 1227 da Federico II, che disseminò di castelli l’Italia meridionale. Nella Cattedrale di San Giovanni Battista, Ruggiero III fu incoronato re di Sicilia e nel 1225 Federico II sposò Isabella di Brienne. Brindisi merita una sosta per degustare tutta la sua storia che sa di mare, Oriente e imperatori.
Dopo una bella passeggiata sul lungomare, la contemplazione dell’isola di Sant’Andrea e della Torre del marinaio dalla scenografica Scalinata Virgiliana (che deve il suo nome ai resti della casa del famoso poeta morto qui nel 19 a.C.) si rimane meravigliati sotto le enormi Colonne Romane, note come terminali della Via Appia da Roma, costruite in due fasi (tra il I e III secolo a.C.) e la cui parte superiore (capitello, pulvino e rocchio) è stata sostituita da calchi per evitarne l’erosione (gli originali si possono ammirare nell’ex Corte d’Assise).
Le colonne sono l’emblema di Brindisi e del suo porto, brand iconografico della città, erano raffigurate già nel XIII secolo sull’arca reliquiario in argento di San Teodoro (patrono insieme a San Lorenzo della città).
Ma a Brindisi si può viaggiare ancora più a ritroso nel tempo nella Palazzina del Belvedere (ai piedi della scalinata Virgiliana) dove è conservata la collezione archeologica Faldetta con interessanti reperti vascolari (anfore, trozzelle messapiche, coppette, lekythoi etc.) in ceramica micenea (XIII a.C. periodo a cui risale, probabilmente, il primo insediamento), corinzia e attica (produzione di lusso riconoscibile per la vernice lucida nera dovuta allo strato di argilla purissima), a figure nere e rosse che ricongiungono idealmente questa terra alla vicina Grecia.
Le trozzelle, legate all’etnos salentino, hanno due anse con dei tondi come bottoni, il nome deriva dal termine latino troclea (carrucola), sono collegate al trasporto dell’acqua e associate al mondo femminile.
La città è legata anche al nome di Cesare che qui assediò Pompeo, che vi aveva trovato rifugio, costringendolo ad imbarcarsi per l’Oriente, dove contava di riorganizzarsi, ma venne ucciso a tradimento in Egitto.
La suggestiva piazza dove si affaccia il Duomo sembra un salotto.
A Palazzo Granafei Nervegna del 1500 (di proprietà di una famiglia di commercianti di grano arrivati da Costantinopoli e poi della famiglia Nervegna) sono esposti i capitelli originali delle Colonne Romane, con rappresentazioni di tritoni e figure marine.
Quanto Brindisi risenta dell’influenza orientale è evidente nelle sue architetture arabeggianti, sembra spesso di camminare in direzione di Costantinopoli. Tra i riferimenti palesi alla Terra Santa spicca il Tempio di San Giovanni al Sepolcro (XII secolo), legato alla storia dei crociati, la cui pianta riproduce quella del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
Video Marco De Felicis
Indirizzi:
Collezione Archeologica Faldetta
Viale Regina Margherita, 11
Tel. 0831 562800 https://www.comune.brindisi.it/turismo/index.php?option=com_content&view=article&id=31&Itemid=19&lang=it
dormire
Grande Albergo Internazionale
Viale Regina Margherita, 23
Tel. 0831 524373 – https://www.albergointernazionale.it/
tariffe camera matrimoniale a partire da 70 €
Edificio d’epoca, centrale, affacciato sul mare, migliorerà i suoi ambienti dopo il restyling
mangiare
Pantagruele
salita di Ripalta 1
tel. 0831 560605
Antica Osteria La Sciabica
Via P. Thaon di Revel 29
tel. 0831 562870