The Truth, il bel film sul giornalismo d’inchiesta che ha aperto la Festa del Cinema di Roma
Il protagonista del film, con un cast stellare, è il giornalismo d’inchiesta, con le sue difficoltà, i suoi pericoli e le sue insidie.
Si tratta del giornalismo nella sua accezione più nobile che diventa sempre più raro. Cosa accade quando una redazione è posta sotto assedio dal potere o dalla paura di perdere i suoi spettatori? Quanto è importante nel giornalismo la differenza tra vero e verosimile? Quanto conta l’affidabilità delle fonti e l’inconfutabilità della prova? E se una fonte si rifiuta di testimoniare o cambia la sua versione dei fatti?
Questo è quanto accaduto a Mary Mapes (Cate Blanchett) per una inchiesta mandata in onda, insieme a Dan Rather (Robert Redford), tesa a dimostrare come, l’allora presidente degli Stati Uniti, George Bush avesse eluso il suo dovere di soldato, grazie a conoscenze familiari e privilegi politici, durante la guerra in Vietnam.
Mary Mapes è una premiata giornalista, vincitrice del Peabody Award nel 2005 per le sue rivelazioni, tramite CBS News, sugli abusi nella prigione militare irachena di Abu Ghraib e Dan Rather è uno dei giornalisti più noti a livello mondiale, con una carriera di 60 anni, famoso per la sua calma e il suo equilibrio e per essere stato presente in ogni luogo del pianeta in cui il corso degli avvenimenti storici e politici stavano cambiando. Nel team della Mapes lavorava, come consulente militare e investigatore, per 60 Minuti e CBS News, il Tenente Colonnello Roger Charles (Dennis Quaid), che ha prestato servizio nel Corpo della Marina durante la guerra in Vietnam e responsabile della divulgazione delle torture di Abu Ghraib.
Il film, che racconta una storia vera e si avvale di interpreti da Oscar, ha un ritmo coinvolgente e incalzante fino alla sua drammatica e ineluttabile conclusione, solo dopo ci si interroga perché l’inchiesta non ha avuto alcun seguito nonostante i numeri e i documenti che rivelavano le assenze protratte del soldato George Bush… Ma, come ha affermato il regista, non è un film su di lui ma su una famosa redazione investigativa.
Il regista, e sceneggiatore del film, James Vanderbilt, rimase colpito dalla lettura, nel 2005 su Vanity Fair, di un estratto del libro di Mary Mapes Truth and Duty: the Press, the President and the Privilege of Power. Vanderbilt fu attratto dall’idea di far vivere allo spettatore cosa accadde nella redazione in quei giorni e, insieme al produttore Brad Fischer (membro di Mythology Entertainment, società produttrice del film), acquisì i diritti del libro. La scrittrice racconta dettagliatamente il lavoro svolto per il reportage dello scandalo, della trasmissione 60 Minuti, sul servizio militare che George Bush aveva svolto presso la Guardia Nazionale dell’Aeronautica del Texas e che presentava non poche lacune documentali. Nella Guardia Nazionale sembra fossero confluiti molti figli di politici ai quali fu evitato di andare in Vietnam. La trasmissione andò in onda poco prima delle elezioni presidenziali del 2004 e subito l’obiettivo degli attacchi si spostò da Bush alla giornalista televisiva, causando il licenziamento della stessa e del suo staff, la crisi della CBS e le dimissioni dell’anchorman Dan Raher.
Oggi Mary Mapes – pluripremiata produttrice televisiva, reporter per 25 anni, collaboratrice per 15 anni del veterano del giornalismo Dan Rather in 60 Minuti – è diventata scrittrice e consulente e pochi giorni fa ha sfilato anche sul red carpet capitolino per il film che racconta la sua storia.