Il vino sostenibile è legato alla crescita economica
Il vino sostenibile è già una realtà ma quanto è legato alla crescita economica? Che ruolo ha l’Università? A Wine & Siena si è parlato delle sinergie scese in campo ed è stato presentato il Master Wine Sustainability Management, attivato dall’Università di Siena in collaborazione con il Gambero Rosso.
Facciamo un passo indietro per provare a immaginare il futuro. A settembre del 2015 ben 193 Paesi membri dell’ONU hanno sottoscritto un programma d’azione per lo Sviluppo Sostenibile, per le persone, il pianeta e la prosperità: Agenda 2030. Diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Develpment Goals – SDGs) guideranno il mondo per i prossimi tredici anni. Temi come povertà zero, fame zero, istruzione e occupazione vanno oltre quelli ambientali (energia pulita, contrasto al cambiamento climatico etc.). Si tratta di un programma che tende a scardinare il modello di sviluppo economico attuale. La sostenibilità non solo è coniugabile ma è strettamente connessa con la crescita socio-economica.
Di vino sostenibile si è parlato il mese scorso, in un interessante dibattito, al Santa Chiara Lab (Università di Siena), in occasione di Wine & Siena. Helmut Köcher, ideatore del Merano Wine Festival, ha evidenziato come trenta anni fa, nel mondo del vino, si puntava alla quantità mentre ora l’obiettivo è la qualità.
Oggi al Merano Wine Festival, dove si selezionano i vini migliori (con punteggio 88/110), circa mille aziende inviano i loro campioni. Secondo Köcher, Siena potrebbe essere, in Italia, la città del vino. Il suo territorio è vocato alla viticoltura, il vino e le sue origini sono etrusche. È importante comunicarlo, raccontarne la storia. In Italia il vino ha una storia di 3500 anni. Oggi il focus del mercato del vino è la Francia. Il mercato è orientato sui prezzi di Bordeaux, sui vini di alta qualità.
Sta riprendendo lo studio, iniziato nel 2008, per l’indice italiano dei prezzi dei vini (wine index). Il mercato attuale si basa sui prezzi di Bordeaux o su quelli indicati dal Liv-ex (London International Vintners Exchange, classifica dei grandi marchi di vino, con sede a Londra).
Viene fatto un ranking delle migliori cento aziende del mondo (i vini più ricercati) in base al loro valore e al volume di scambi sulla piattaforma. Nel Liv-ex 2016 ci sono soltanto nove vini italiani (il primo è al 47° posto, Gaja). La Francia è presente per l’80% (i primi vini nel mondo sono: Lafite Rothschild, Mouton Rothschild e Margaux). Sul mercato globale (America e Cina) il nostro vino deve essere meglio rappresentato, ma i cinesi fanno riferimento al Liv-ex. Oltre la vigna tutta la filiera dovrebbe essere bio. Bordeaux ha una referenza territoriale, da giugno scorso ha la sua Cité du Vin. Rappresenta la Francia in tutto il mondo. L’Italia non ha una città del vino a rappresentarlo.
Per il vino sostenibile anche l’Università scende il campo. A Siena è stato attivato un Master in collaborazione con il Gambero Rosso: Wine Sustainability Management. Il Master potrà essere completato o si potranno seguire uno o più moduli.
Sostenibilità, nel mondo del vino, significa legame con il territorio, protezione del paesaggio, rispetto della biodiversità, tracciabilità, riduzione di fertilizzanti, abolizione di additivi in vinificazione e di erbicidi. Come ha spiegato il prof. Angelo Riccaboni il food è uno dei settori che impiega più persone (40% della forza lavoro). Il settore vitivinicolo costituisce il 5% del comparto alimentare. I vantaggi del green sono anche commerciali, finanziari, motivazionali ed economici. Anche i cinesi stanno investendo sulle macchine elettriche.
La scarsa attenzione all’ambiente avrà delle ricadute nel tempo anche in ambito aziendale ed economico. Perciò è importante la nascita di nuovi modelli di business e strumenti gestionali e all’Università compete la ricerca, la divulgazione e la formazione.
Alle aziende conviene sempre di più essere sostenibili. Ma l’investimento sulla sostenibilità è a lunga scadenza e i risultati si riscontrano dopo 8-10 anni. È bene imparare a fare squadra e a usare le nuove tecnologie.
Il dr. Michele Manelli (presidente della cantina Salcheto, nel territorio di Montepulciano) ha illustrato i dati per cui il 56% delle emissioni mondiali deriva dall’agricoltura, il 14% dai trasporti e il restante dall’energia ed estrazione. La Salcheto, nel periodo dal 2011 al 2016, ha investito per 5,9 milioni di euro. Lo stato occupazionale è passato da 8 a 20 dipendenti e il fatturato è aumentato del +128%, 2,3 milioni.
La Salcheto (azienda biologica e biodinamica) ha adottato la bottiglia ‘Bordolese Toscanella’. È la più leggera ed ecologica, pesa solo 360 gr. ed è prodotta da uno stabilimento ad alta efficienza energetica. La Salcheto è stata premiata (2014) dal Gambero Rosso come cantina sostenibile ed è certificata Equalitas (Environmental Ethic Economical, Sustainable). Questa certificazione si basa su tre pilastri: sociale, ambientale ed economico. Per ottenerla sono necessari i requisiti di: biodiversità, impronta carbonica (bilancio gas serra) e impronta idrica (monitoraggio risorse idriche). Sono necessarie le buone pratiche di lavorazione, economiche, sociali e di comunicazione.
La cantina Salcheto è energeticamente autonoma ed è stata la prima ad aver certificato la Carbon Footprint (impronta carbonica) di una bottiglia di vino. Ora la DOCG e tutto il distretto vitivinicolo di Montepulciano stanno puntando alla neutralizzazione delle emissioni di anidride carbonica. Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ha presentato, in occasione dell’Anteprima, il progetto ‘Zero Co2‘ che prevede la certificazione su ogni bottiglia dell’impatto zero sul territorio. Anche in questo caso è scesa in campo l’Università, Marconi di Roma, quale garante scientifico.
Prima il vino era solo un alimento ora è diventato un’emozione. Lo studio dell’Università di Siena, in collaborazione con il Gambero Rosso, ha stimato che in futuro le aziende sostenibili avranno un incremento di fatturato fino a +10% annuo. Secondo il Disag, entro il 2020 il fatturato del vino sostenibile raggiungerà i 4 miliardi di euro (rispetto ai 3 attuali). Oltre a un vantaggio sulla reputazione, la sostenibilità induce le aziende a una maggiore efficienza dei processi operativi e a una migliore gestione delle risorse.
Secondo Manelli: “la sostenibilità sarà il driver strategico di sviluppo nei prossimi anni”. La professoressa Maria Pia Maranghini, docente di Economia aziendale all’Università di Siena, ha effettuato uno studio da cui emerge che la crescita del fatturato delle aziende vitivinicole è del 3 – 5% annuo mentre quella delle realtà sostenibili è del 7 – 10%. Numeri che indicano come il mercato e i consumatori siano oggi sempre più attenti alle tematiche sociali e ambientali.
Wine & Siena 2017: Innovazione sostenibile per la competitività delle aziende vitinicol