“Tina Modotti. Donne, Messico e Libertà”

 

Al MUDEC le foto di Tina Modotti, icona della rivoluzione messicana, fino al 7 novembre 2021

Nell’ambito del palinsesto 2021 “I talenti delle donne” del Comune di Milano il MUDEC presenta al pubblico la retrospettiva “Tina Modotti. Donne, Messico e Libertà”, aperta fino al 7 novembre 2021.
Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini, abbreviata in Tina Modotti (Udine, 1896 – Città del Messico, 1942), fu un’attrice, fotografa e attivista. Tra le più grandi interpreti femminili dell’avanguardia artistica del secolo scorso espresse la sua idea di libertà attraverso la fotografia e l’impegno civile. Ma le sue foto vanno oltre, viste insieme in questa mostra, raccontano la sua vita e un brano di storia.

 

Tina Modotti, ingresso mostra
Tina Modotti, ingresso mostra

Tina divenne presto l’icona del Paese che l’aveva accolta (Messico) ma la sua fama, nella sua pur breve vita, oltrepassò i confini del Messico per essere famosa sulla scena artistica mondiale. La Modotti è amata dalle donne non solo come artista ma anche come simbolo di una donna emancipata e moderna, la cui arte è indissolubilmente legata all’impegno sociale.
In mostra un centinaio di fotografie, stampe originali ai sali d’argento degli anni Settanta realizzate a partire dai negativi di Tina, che Vittorio Vidali consegnò al fotografo Riccardo Toffoletti. Quest’ultimo ne determinò la riscoperta, insieme alle lettere e documenti conservati dalla sorella Jolanda, e video per un racconto affascinante. Uno spirito libero che attraversò la storia passando attraverso miseria e fama, arte e impegno politico e sociale, arresti e persecuzioni.

 

Tina Modotti, Calle, Arum Lilies, Messico 1924 e Calla, Arum Lily, Messico, 1924
Tina Modotti, Calle, Arum Lilies, Messico 1924 e Calla, Arum Lily, Messico, 1924

Poter ammirare, oggi, le opere di una delle più grandi fotografe dell’inizio del XX secolo, nonché una figura di grande fascino del movimento comunista e della fotografia mondiale, suscita una particolare emozione. Le sue fotografie, scattate in Messico dove si trasferì, testimoniano la sua militanza politica, umana e politico-sociale.
Ciò che la rese invisa ai suoi contemporanei è l’essere stata uno spirito libero e anticonformista, cose che, soprattutto a una donna, non si perdonano. Indossava i jeans, fatto piuttosto insolito al tempo.

Nonostante avesse esordito come attrice, e il suo corpo fosse di una bellezza mozzafiato, non puntò mai sulla sua avvenenza e dette sempre al suo aspetto ben poca importanza. Era contraria al matrimonio e favorevole alla coppia aperta. Tina smetterà di essere attrice, ma non modella. Poserà per i grandi Muralisti e vivrà nei primi anni messicani una libertà di pensiero, di vita e rapporti totale.

Edward Weston, Tina sull'azotea, Messico, 1924
Edward Weston, Tina sull’azotea, Messico, 1924

Era la terzogenita di sette figli, il padre socialista fu costretto a emigrare per cercare lavoro in America. La famiglia lo raggiunse e Tina inziò a lavorare in una fabbrica tessile a dodici anni. Insieme al pittore Roubaix de l’Abrie Richey (Robo) si trasferì a Los Angeles, dove entrò a far parte della cerchia degli intellettuali, di cui faceva parte Edward Weston, di cui divenne modella e amante.

Se Weston sarà il suo maestro fu però Tina a decidere di andare in Messico per condividere un rinascimento artistico che poggiava su basi sociali e culturali nella particolare fase post rivoluzionaria, nelle avanguardie estridentiste, nella frequentazione di pittori e poeti: da Frida Kahlo a Diego Rivera, da José Clemente Orozco a David Alfaro Siqueiros.

Tina Modotti, Stadio, Messico, c. 1926
Tina Modotti, Stadio, Messico, c. 1926

Celebri le foto di Weston che la ritraggono nuda sull’azotea, la terrazza della loro casa in Messico. Il Messico aveva attratto, dopo la rivoluzione del 1910, molti intellettuali come John Reed, Sergej Ėjzenštejn e Vladimir Majakovskij. Grazie a Weston si impadronì della tecnica fotografica diventando una professionista. Quando Weston lasciò il Messico la loro amicizia continuò solo per corrispondenza.

Presto si affrancò dallo stile di Weston per affermare un suo modo di fotografare che nel tempo resterà inimitabile.

Tina Modotti, Julio Antonio Mella, Messico 1928

Tina seguirà i primi passi di fotografi come Manuel Alvarez Bravo e della moglie Lola, incrocerà la grande fotografa Imogen Cunningham, poeti e scrittori come David Herbert Lawrence e Mayakovsky, musicisti, un circolo di artisti sperimentali e liberi di cui Tina a Weston erano protagonisti.
Celebri e cariche di sensualità le sue Calli del 1924.

Tina Modotti, La macchina per scrivere di Julio Antonio Mella (La Técnica), Messico, 1928

Nel 1927, anno dell’esecuzione dei due immigrati anarchici: Sacco e Vanzetti, la Modotti si iscrisse al Partito comunista. Fece parte del comitato in difesa dei due anarchici dove conobbe Vittorio Vidali (fondatore del partito comunista e senatore del PCI nel secondo dopoguerra). Fu quello un periodo d’oro per Tina che venne scelta coma fotografa ufficiale dei murali di Rivera. Tina e Frida Kahlo erano amiche. Quando quest’ultima sposò il pittore Diego Rivera (1929) Tina organizzo per loro un piccolo rinfresco a casa sua. Si impegnò nel Soccorso Rosso, di cui Vidali era uno dei coordinatori, e collaborò come traduttrice e fotografa per “El Machete“, rivista che vide tra i suoi fondatori Siqueiros e Rivera.

Tina Modotti, Julio Antonio Mella, deceduto all'ospedale dopo il ferimento a opera di due sicari, Città del Messico, gennaio 1929
Tina Modotti, Julio Antonio Mella, deceduto all’ospedale dopo il ferimento a opera di due sicari, Città del Messico, gennaio 1929

Proprio nella sede di questo giornale conobbe (1928) uno dei suoi grandi amori, Julio Antonio Mella, giovane comunista cubano. Esiliato da Cuba arrivò in Messico, era di otto anni più giovane di Tina. A lui è dedicata la foto con la macchina da scrivere di J. A. Mella (1928), celebrata come strumento di lotta. Le parole scritte sul foglio di carta sono del saggio, Arte rivoluzionaria e socialista, di Trockij. Questo particolare rivela che Mella non fosse allineato con Mosca.

Fotografo sconosciuto, Tina dopo l'assassinio di Julio Antonio Mella, Città del Messico, 1929
Fotografo sconosciuto, Tina dopo l’assassinio di Julio Antonio Mella, Città del Messico, 1929

Mella morì in un attentato il 10 gennaio 1929 mentre camminava al fianco di Tina. Il suo corpo venne esposto nella sede del partito. Lì lei gli scattò l’ultima foto, che fu pubblicata su El Machete. Dopo questo assissinio la stampa linciò Tina Modotti accusandola di essere una poco di buono e di aver ucciso Mella. Si arrivò persino a ipotizzare che lei fosse una spia di Mussolini. Arrestata, vide la sua vita privata devastata, come ai tempi dell’Inquisizione. Nonostante l’assoluzione i giudizi negativi su di lei rimasero. Tina lasciò Città del Mesico per il meridione e lì documentò la vita, i bambini e le donne di Tehuantepec.

Tina Modotti, Per le strade di Città del Messico, 1929
Tina Modotti, Per le strade di Città del Messico, 1929

Al suo periodo a Tehuantepec risale il suo unico articolo sulla fotografia che, ritenendola figlia della “civiltà meccanica”, deve ripudiare la manipolazione e distorsione. La sua produzione artistica si aggira sulle 200 foto e per tale motivo la mostra al MUDEC risulta preziosa in quanto porta alla conoscenza del grande pubblico circa metà di tutti i suoi scatti. L’attenzione di Tina è sempre rivolta agli “ultimi” come nella fotografia che vede una donna accovacciata per strada accanto a un’altra sdraiata sul selciato. Agli ultimi vuole dare però anche la speranza di un riscatto come nella foto dei Campesinos alla parata del Primo Maggio (1926).

Tina Modotti, Campesinos alla parata del Primo Maggio, Messico 1926
Tina Modotti, Campesinos alla parata del Primo Maggio, Messico 1926

Una icona della rivoluzione messicana è la sua foto: Sombrero falce e martello (1927). Subentra l’arte e il piacere, grazie alla presenza della chitarra in Pannocchia, chitarra e cartucciera (1927).

Nel 1929, anno in cui Tina organizzò una mostra sotto gli auspici dell’università nazionale, furono sospese le pubblicazioni di El Machete e di altri giornali e il governo interruppe le relazioni diplomatiche con l’Unione Sovietica.

Tina Modotti, Sombrero falce e martello; Falce e martello; Pannocchia, chitarra e cartucciera; Chitarra, falce e cartucciera, Messico, 1927

Artista impegnata Tina non esiterà ad abbandonare l’arte per il crescente impegno nell’attivismo politico. A causa di ciò venne ingiustamente accusata di complicità nell’assassinio del suo compagno (Mella) e poi di aver preso parte all’attentato al presidente Messicano. Poco dopo fu espulsa.

Gli Stati Uniti l’avrebbero nuovamente accolta se avesse rinunciato alle sue convinzioni politiche. Ma la sua libertà di pensiero e la sua coerenza le fecero declinare l’offerta. Iniziò così una fase da rifugiata politica che la portò in Germania, in Russia, e poi ad impegnarsi direttamente nella guerra di Spagna in soccorso delle vittime del conflitto, con particolare attenzione ai bambini. Al termine della guerra di Spagna Tina, affaticata nel corpo e nello spirito, verrà accolta nuovamente in Messico, dove vivrà nell’ombra i suoi ultimi anni accanto a Vittorio Vidali.

Tina Modotti, Donna che porta acqua, Tehuantepec, 1929

Ma, diversamente da lui, non potrà mai tornare alla sua terra natale (Udine) a causa delle sue attività antifasciste e di una morte prematura durante l’esilio messicano ad appena 46 anni, alla quale resero omaggio artisti come Picasso, Rafael Alberti e Pablo Neruda che le dedicò una famosa poesia.
Morì per un arresto cardiaco dopo una serata trascorsa a casa dell’ex direttore del Bauhaus, l’architetto svizzero Hannes Meyer. Morì nel taxi durante il tragitto verso casa.

Tina Modotti, Donna di Tehuantepec che reca sulla testa una zucca dipinta, 1929

La sua riscoperta inizierà negli Anni Settanta grazie a Vidali che, rientrato in Italia e divenuto senatore, inizierà a scrivere di Tina e a rendere pubblico il suo lascito artistico. L’interesse internazionale si espresse attraverso la grande retrospettiva dedicata a Tina Modotti dal Moma di New York, tenutasi nel 1977. In questa mostra furono esposte quaranta fotografie. Con la nascita del Comitato Tina Modotti, e con l’apporto di Vidali, avviene la ricostruzione della collezione al tempo più esaustiva delle sue opere e dei documenti che riguardano la sua vita avventurosa.
Il tema della libertà in Tina Modotti è intimamente legato alla sua poliedrica personalità e si sviluppa con una coerenza priva di compromessi nell’arco della sua intera esistenza.

Tina Modotti, Contadini che leggono “El Machete”, Messico, 1927

Oggi i suoi celebri scatti fanno parte delle collezioni dei più importanti musei del mondo e la sua fama è planetaria, come dimostra il successo d’asta di uno dei suoi scatti presenti in mostra (Prospettiva con fili elettrici, 1925) il cui originale è stato battuto all’asta l’anno scorso per oltre 616.000 euro (Phillips, de Pury & Luxembourg, NY, aprile 2019).

Informazioni

MUDEC – Museo delle Culture di Milano (Via Tortona, 56), tel. 02/54917 (lun-ven 10.00-17.00)
DATE: dal 1 maggio al 7 novembre 2021
BIGLIETTI Intero € 12 | Ridotto € 10
ORARI Lunedì 14.30 – 19.30 – Martedì – domenica 10.00 – 19.30
La biglietteria chiude un’ora prima (ultimo ingresso)
Per conoscere gli orari di visita aggiornati, le modalità di ingresso in mostra e i protocolli di sicurezza usati all’interno del museo per il controllo e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 controllare sempre sul sito MUDEC info@mudec.it
CATALOGO: In libreria e online è disponibile il catalogo della mostra “Tina Modotti. Donne, Messico e libertà”. Il volume, edito da 24 ORE Cultura e a cura di Biba Giacchetti, illustra l’affascinante viaggio tra i confini del Messico attraverso la fotografia di Tina Modotti, simbolo di emancipazione e modernità, la cui arte è indissolubilmente legata all’impegno sociale.
LIBRO CONSIGLIATO: Claudia Salaris, Donne d’avanguardia, il Mulino, 2021